logo tiscali tv

Estate e attacchi di panico

di Caterina Steri

Leggi più veloce

Può sembrare un paradosso, ma gli attacchi di panico e i disturbi d’ansia in generale possono aumentare in vista delle ferie. Allontanarsi da casa per una vacanza, o starci troppo per l’interruzione dell’attività lavorativa o della routine tipica dei mesi meno caldi, potrebbero favorire la paura del ritorno dei sintomi ansiosi. Quello che dovrebbe essere costituito dallo svago e dal relax, potrebbe trasformarsi nella riacutizzazione dei disturbi attraverso vari sintomi come insonnia, problemi gastrointestinali, agitazione, tachicardia… Sperimentarsi in situazioni nuove e non abitudinarie può far sentire non protetti e in balìa del malessere.

Oltre a tutto, chi già ha sofferto di ansia e crisi di panico, per paura che questi tornino vive in un continuo stato di tensione e allerta. Parliamo in questo caso di paura della paura che imprigiona le persone in un incremento del livello di ansia che nei casi più gravi può sfociare in attacchi di panico. Terribili esperienze che fanno provare la sensazione di soffocare, morire e/o impazzire.

Anche se razionalmente, la paura della paura, già di per se testimonia l’assenza dei sintomi, chi la subisce non riesce ad entrare in quest’ottica di pensiero e non riesce a godere del qui ed ora evitando quella che potremo chiamare “ansia anticipatoria”.

Come detto più volte, l’ansia e gli attacchi di panico sono assolutamente curabili attraverso diversi metodi tra cui la psicoterapia. In alcuni casi i medici prescrivono una terapia farmacologica per tenere sotto controllo i sintomi. Se i farmaci non vengono associati ad un percorso psicoterapeutico che aiuti il paziente a gestire concretamente il problema e quindi a non averlo più, una volta che si smette di assumerli l’ansia nella maggior parte dei casi fa di nuovo capolino.

E’ come quando si ha mal di denti a causa di una carie. Se prendiamo ogni giorno gli antidolorifici potremo evitare di sentire dolore, ma se non togliamo il problema alla radice, appena finirà l’effetto dei farmaci il dolore tornerà. Se si decide di togliere la carie e curare per bene il dente, il problema passerà e non si avrà più bisogno dei farmaci; se invece si decide di tenere la carie, si è costretti ad aumentare le dosi degli antidolorifici e a diventarne schiavi.

Nei casi più gravi i disturbi d’ansia possono diventare invalidanti. Tanti ad esempio non riescono ad uscire più da casa, a stare soli oppure in mezzo alla folla o nei luoghi “chiusi”. L’evitamento di tutte queste situazioni non fa altro che aumentare e fomentare il disturbo che in questo modo si autoalimenta. Più ci si comporta da malati, più si diventa malati.

Se non si riesce ad uscire da casa, figuriamoci se si riesce a fare una vacanza in relax in cui si può essere preda di qualsiasi elemento di disturbo che può causare l’ansia.

25/07/2012