logo tiscali tv

I figli come bastone della vecchiaia dei genitori

di Caterina Steri

Leggi più veloce

“I figli sono il bastone della mia vecchiaia.” Questa frase viene ripetuta spesso e da parecchi genitori, soprattutto quelli di una certa età. Sono profondamente convinti di queste parole, sentono che la loro senile età è assicurata dalla costante presenza dei figli sempre pronti ad accudirli. Parole che, sentite ripetutamente sin dalla più tenera età, sono cariche di un peso non indifferente e di alternarsi di sensi di colpa e rabbia.

Ho visto e vedo tuttora dei figli con grosse difficoltà a costruirsi un proprio cammino perché più o meno esplicitamente è stato chiesto loro assoluta devozione verso figure genitoriali che non accettano che la prole voli via dal nido familiare, perlomeno senza il proprio consenso. Figli con ambizioni e desideri del tutto personali che non vengono appoggiati da genitori perché non rispettano canoni familiari decisi da tempo.

Con questo non voglio dire che i genitori debbano venire abbandonati, ma che si può stare vicino a loro anche a chilometri di distanza e facendo delle cose che non rispecchiano il loro volere. Dare ai figli il ruolo di bastone della vecchiaia significa scrivere il percorso della vita al loro posto. Significa pretendere che facciano ciò che altri stabiliscono e che colmino i vuoti e le frustrazioni di vite non loro.

Ora non dico che chi pronuncia la famosa frase sia un mostro, anche perché spesso non si rende conto di quanto possa essere dannosa, ma equivale a non tenere conto che ogni persona è individuo a se e non si può pretendere di darle un ruolo che non ha scelto di sua spontanea volontà sin dalla più tenera età. Sovente i figli non riescono a comunicare ai genitori chi sono veramente e cosa vorrebbero fare od essere nella vita per senso di colpa, perché nessuno glielo ha mai permesso, per paura di tradire le figure parentali. A tutto ciò si possono legare problemi di autostima, ansia, attacchi di panico.

Il processo di individualizzazione può essere compromesso in modo più o meno importante. Per questo tengo a dire che, nonostante possa essere difficile, è necessario che i figli si sentano liberi di diventare degli uomini e delle donne ognuno con la propria autonomia e individualità, senza dover per forza intraprendere un cammino segnato da altri. Non si può decidere di avere figli per garantirsi un bastone della vecchiaia, ma per amarli incondizionatamente e per aiutarli a diventare degli adulti liberi.

Chiudo riprendendo le parole di una madre che stimo tantissimo che un giorno mi disse: ”I figli non sono miei, ma sono figli del mondo. Saranno loro a decidere per se stessi ed io ci sarò sempre”.

04/02/2014