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Fiori di Bach, un rimedio efficace o solo un effetto placebo

Fiori di Bach un rimedio efficace o solo un effetto placebo

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Si sente spesso parlare dei fiori di Bach. Ma cosa sono, a cosa servono e soprattutto sono efficaci? Edward Bach (1886-1936) è il fondatore della floriterapia, un metodo terapeutico nato circa 80  anni fa, che parte dal presupposto che, riequilibrando gli stati emozionali negativi, viene ristabilita la salute psichica e, con il tempo, anche quella fisica.

Ciò che conta per prescrivere il rimedio è valutare con precisione lo stato emotivo della persona che ha bisogno di essere riequilibrata. Perciò è necessario conoscere i 38 stati emotivi individuati da Bach che trovano corrispondenza negli schemi comportamentali negativi dell’essere umano (Gulminelli, 2007). È possibile fare una suddivisione in base agli stati d’animo: paura, incertezza, scarso interesse verso le circostanze attuali, solitudine, ipersensibilità alle influenze e alle idee, avvilimento e disperazione, eccessiva preoccupazione del benessere altrui. 

Volendo suddividere i fiori secondo le loro modalità di utilizzo è possibile identificare tre gruppi:
Gruppo 1: fiori per situazioni acute, urgenti o di risposta all’esterno (ad esempio: intolleranza, fastidio, insicurezza, stress, dubbio, scoraggiamento, timidezza, indecisione, disperazione, depressione, ecc.). Si tratta di 16 essenze che rispondono a uno stato, spesso transitorio o momentaneo, che può nascere da circostanze esterne e che richiede un intervento immediato. In questo caso, l’obiettivo non è quello di lavorare sul carattere profondo della persona, bensì di offrirle sollievo, aiutandola a risolvere un problema urgente.

Gruppo 2: fiori per comportamenti ricorrenti (ad esempio: nervosismo, stanchezza, vergogna, senso di colpa, rigidità, apatia, dispersione, ecc.). Questi 13 fiori di Bach, pur prestandosi a risolvere situazioni acute, riguardano modalità di comportamento che sono in genere già consolidate. In sostanza aiutano a riequilibrare un aspetto negativo del carattere che crea problemi alla persona e la fa soffrire.

Gruppo 3: fiori per situazioni caratteriali profonde (ad esempio: possessività, rabbia, invidia, prepotenza, violenza, freddezza, vittimismo, negatività, ecc.). Sono 10 fiori che aiutano a risolvere il disagio derivante da problemi di fondo del proprio carattere che magari non emergono in modo evidente e urgente e vanno affrontati solo dopo aver risolto gli stati più acuti e urgenti (Gulminelli, 2007).

Naturalmente gli stati emotivi non sono quasi mai presenti nella loro forma “pura” ma, al contrario, si mescolano in innumerevoli comportamenti diversi, ai quali corrispondono altrettante combinazioni di fiori. È stato calcolato che esistono oltre 2.760.000 possibilità di combinare in modo diverso i fiori tra loro, coprendo la totalità dei possibili stati emotivi negativi dell’essere umano. In pratica, la terapia consiste nell’assunzione di essenze di fiori, macerati al sole o bolliti diluiti in una miscela di acqua e brandy (usato come conservante).

Questi rimedi sono realmente efficaci oppure si tratta solo di un effetto placebo? Chi lavora con la floriterapia afferma che i risultati sono reali anche su soggetti non influenzabili come neonati o bambini piccoli o su persone prive di sensi a causa di traumi o incidenti. In pratica l’azione si concretizza nel riequilibrare il campo energetico della persona. Un atteggiamento positivo nei confronti dei fiori di Bach influisce positivamente perché la persona partecipa più attivamente (ma questo vale anche per altri tipi di terapie). D’altra parte un atteggiamento neutro o scettico non impedisce l’efficacia della floriterapia che invece si riduce se la persona assume un atteggiamento ostile.

È necessario precisare che la floriterapia è una tecnica a sé, con dei presupposti propri e un proprio modo di approcciarsi al paziente che sono completamente diversi da quelli usati da un medico o da uno psicologo (Gulminelli, 2007). Andando oltre la spiegazione teorica di come funzionano i fiori di Bach, è bene sottolineare che non esiste alcun fondamento scientifico che dimostri l’efficacia di tali fiori e che pertanto non si possono considerare una valida alternativa alla medicina tradizionale. Alcune ricerche hanno evidenziato che i fiori di Bach godono piuttosto dell’effetto placebo (Ernst, 2010; Thaler, Kaminski, Chapman, Langley e Gartlehner, 2009; Walach, Rilling e Engelke, 2001).

 Ad esempio, Forshaw e Jones (2010) hanno svolto uno studio sperimentale sul livello di stress in 62 studenti divisi in tre gruppi. Al gruppo A sono state somministrate 4 gocce di Rescue Remedy (la miscela più nota e diffusa dei fiori di Bach) in acqua minerale. Al gruppo B è stata data acqua minerale pura ma gli è stato detto che conteneva il Rescue Remedy e al gruppo C è stata data acqua minerale pura e gli è stato detto che era appunto solo acqua. Tale studio ha evidenziato che i livelli di stress sono diminuiti nei tre gruppi in modo simile e che non sono emersi risultati significativi relativi al trattamento con il Rescue Remedy.

D’altro canto, l’effetto placebo è molto potente, ed è anche possibile che qualcuno possa trarre beneficio dai fiori di Bach grazie alla suggestione che si prova assumendo un prodotto. In conclusione, è doveroso mettere in evidenza come sia improprio l’uso di questo rimedio al posto di strumenti terapeutici validi e scientificamente efficaci, come la psicoterapia e gli psicofarmaci.

 

 

15/03/2012