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Gli Hikikomori del web, le giovani generazioni rinchiuse in una stanza

Gli Hikikomori del web le giovani generazioni rinchiuse in una stanza
di Caterina Steri

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l termine giapponese “Hikikomori” significa 'stare in disparte, isolarsi', ed è in esso che trova radice la cosiddetta sindrome di Hikikomori che descrive un quadro clinico riguardante soprattutto gli adolescenti maschi dipendenti dal web che scappano dalla vita reale per rifugiarsi in un uso smodato del mondo di internet.

I sintomi di questo quadro clinico sono mancanza di comunicazione, letargia, depressione, disturbi ossessivo-compulsivi, assenza di rapporti amicali, di comunicazione con la famiglia, evitamento, insicurezza, vergogna, assenza di relazioni significative e intimità emotiva e fisica.

Nei casi più estremi si traduce in un ritiro all’interno della propria stanza e la contemporanea esclusione di qualsiasi contatto con il mondo esterno se non attraverso il web.

“E’ diagnosticabile in persone che hanno trascorso almeno sei mesi in una condizione di isolamento sociale, di ritiro dalle attività scolastiche e/o lavorative, senza alcuna relazione al di fuori della famiglia. Il periodo medio di isolamento sociale è di circa 39 mesi, ma può variare da pochi mesi a parecchi anni“ (Saito, 1998).

Nella società giapponese, dove è stato studiato per primo, il fenomeno viene spiegato come una ribellione nei confronti di un sistema in cui vengono frenate le differenze individuali, in cui la tentazione è quella di scappare, di ritirarsi, appunto da aspettative nei loro confronti troppo alte.

Anche il mondo occidentale non è esule dall’Hikikomori alla cui base esistono diversi fattori personali, familiari e sociali che portano chi ne è affetto a ritirarsi dalla vita reale per rifugiarsi in quella virtuale. La mancanza di figure genitoriali, o la trascuratezza da parte loro, problemi con i coetanei, una forte pressione verso l’autorealizzazione sono tutte situazioni che si accompagnano ad un forte senso di solitudine e di inadeguatezza.

Quando si smette di guardarsi in faccia per comunicare allora possiamo essere davanti ad una delle basi per l’instaurarsi della sindrome che stiamo considerando oggi.

Nonostante il fenomeno si palesi in età adolescenziale, occorre prevenirlo sin dalla più tenera età per non arrivare al punto in cui i genitori si ritrovino incapaci di entrare in contatto con i vissuti dei figli, e questi ultimi ad essere sopraffatti dalla sofferenza e dal senso di solitudine che ne deriva.

Generalmente questi casi vengono segnalati agli esperti dai genitori, che hanno provato a modo loro a risolvere la situazione senza successo. Raramente può essere il ragazzo a chiedere aiuto. Tant’è che a volte i professionisti si ritrovano ad intervenire a domicilio trovando dei rifiuti iniziali. Parallelamente, come per le varie dipendenze, vengono seguiti anche i familiari.

Attualmente in Italia esistono diversi centri specializzati nella cura degli Hikikomori del web, proprio per la sua complessità, la necessità di un lavoro in èquipe e il coinvolgimento nel percorso terapeutico dell’intero nucleo familiare. Non si può prescindere da un suo coinvolgimento, nella maggior parte dei casi chi sta male non fa altro che esplicitare attraverso i sintomi il disagio della famiglia.

29/03/2018