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Il litigio costruttivo è la chiave per far durare un matrimonio

Il litigio costruttivo è la chiave per far durare un matrimonio

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Qual è un modo per far durare un matrimonio? Litigare in modo costruttivo. Attraverso uno studio pubblicato sul Journal of Marriage and Family da un gruppo di studiosi americani dellUniversità del Michigan si è constatato che far finta che non ci siano problemi molto spesso porta al divorzio. Anzi il rischio è più alto quando nella coppia uno dei due partner vuole discutere, ma l’altro preferisce lasciare perdere la conversazione.

Gli studiosi hanno esaminato i matrimoni di 373 coppie intervistate quattro volte nel corso di 16 anni, dal 1986 al 2002, rilevando che i coniugi che discutevano costruttivamente avevano tassi di divorzio più bassi. Dallo studio è emerso che il 29% dei mariti e il 21% delle mogli hanno riferito di non avere avuto nessun conflitto nel primo anno di matrimonio,  mentre quasi la metà delle coppie (il 46%) nel 2002 era divorziata  (Il Sole 24 ore, 7 ottobre 2010). Le coppie che cercano di litigare in maniera più “costruttiva”, cercando di immedesimarsi nei panni del coniuge, senza assumere atteggiamenti egoistici, tantomeno violenti, hanno una maggior probabilità di far funzionare il loro matrimonio, rispetto alle coppie che non amano litigare o lo fanno troppo violentemente.

In base a questa premessa si può affermare che litigare fa bene, ma bisogna saperlo fare nel modo giusto. A questo punto però è opportuno chiedersi: quando si litiga con le persone a cui si tiene in modo particolare, i sentimenti negativi si protraggono a lungo oppure possono svaniscono in breve tempo? Le modalità e l’esito di un litigio dipendono dalle caratteristiche della relazione. Se la relazione è di tipo cooperativo è più probabile che i partner utilizzino strategie costruttive, come la negoziazione e il compromesso, per trovare una soluzione positiva. Al contrario una relazione competitiva favorisce uno sviluppo negativo ed un’amplificazione del processo conflittuale.

Il conflitto può essere quindi condotto con modalità differenti che portano a esiti diversi. Gli stili costruttivi di conflitto possono portare ad una conclusione serena del litigio attraverso una riconciliazione emotiva che rassicura i partner e riafferma la positività del loro legame. Gli stili competitivi conducono prevalentemente a un esito negativo dato da un aumento delle questioni conflittuali che porta inevitabilmente la coppia a covare risentimento (Marta e Lanz, 2009).

In uno studio svolto su 2000 coppie, alcuni ricercatori hanno visto che i matrimoni sani non sono necessariamente privi di conflitti. Piuttosto, sono contrassegnati dall’abilità a riconciliare le differenze e a superare le critiche con affetto. Nei matrimoni di successo, le interazioni positive (sorridere, toccarsi, farsi complimenti, ridere) superano le interazioni negative (sarcasmo, disapprovazione, insulti) con un rapporto di almeno 5 a 1.

Quindi non sono le liti a predire il divorzio, ma piuttosto l’essere freddi e disillusi. Le coppie che hanno successo nel matrimonio hanno imparato a tollerare le reazioni istintive e le mortificazioni, a litigare con onestà (esprimendo i sentimenti senza insultare) e a depersonalizzare i conflitti con commenti come: “So che non è colpa tua”. Andrebbero meglio le relazioni infelici se i partner si mettessero d’accordo per agire di più come le coppie felici: lamentandosi e criticandosi meno? Convalidandosi e accettandosi di più? Riservando del tempo a dar voce alle loro preoccupazioni? Come gli atteggiamenti seguono i comportamenti, i sentimenti seguono le azioni? (Marta e Lanz, 2009).

Robert Stenberg (1988) ritiene che la passione di un idillio iniziale può evolvere in amore duraturo, ma occorre impegnarsi: “-Vivere felicemente anche dopo- non ha bisogno di essere un mito, ma perché diventi realtà la felicità deve essere basata su configurazioni diverse di sentimenti reciproci nei vari momenti di una relazione. Le coppie che si aspettano che la passione duri per sempre o che la loro intimità rimanga immodificata, si ritrovano deluse. Noi dobbiamo costantemente lavorare alla comprensione, costruzione e ricostruzione della nostra relazione d’amore. Le relazioni sono come edifici e si deteriorano nel tempo se non vengono conservate e migliorate. Non possiamo aspettarci che una relazione si prenda semplicemente cura di se stessa, non più di quanto possiamo aspettarci da un edificio. Piuttosto, dobbiamo prenderci la responsabilità di rendere la nostra relazione la migliore possibile”.

Un ultimo semplice consiglio: quando si discute, non bisogna mai andare a letto senza che la lite sia stata risolta. Covare la rabbia fa sì che il rancore aumenti e che la relazione vada via via deteriorandosi.

27/02/2013