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Il tuo cane ti somiglia?

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Spesso si sente dire che cani e padroni si somigliano. Questa diceria è avvalorata dalle illustrazioni di libri per bambini dove spesso cane e padrone hanno alcuni tratti che li rendono simili oppure quando si osservano i partecipanti (e i rispettivi proprietari) alle mostre canine o semplicemente i cani a passeggio per la strada. Ma è solo un modo di dire o c'è del vero in questa affermazione?

La risposta è sì, è vero. Coren (2013) indica che vi è un meccanismo psicologico che spiega perché una persona sceglie un cane che le somiglia: la familiarità. Semplicemente noi scegliamo le cose che ci sono familiari. Naturalmente nella somiglianza cane-padrone ci sono più aspetti da considerare. Da una parte noi osserviamo il nostro volto quotidianamente e quindi la scelta del cane avviene anche per la somiglianza con i nostri lineamenti facciali; ma la scelta della razza del cane risveglia anche alcuni nostri aspetti affettivi e caratteriali.

Anche alcuni ricercatori della University of California (San Diego) (Roy & Christenfeld, 2004) hanno provato a dare una risposta al quesito sulla somiglianza cane-padrone attraverso uno studio da loro svolto.

Questi ricercatori prima di tutto sono partiti dal presupposto che ci sono due meccanismi legati alla somiglianza tra il proprietario ed il suo cane. Il primo è che il padrone sceglie da subito il cane che gli assomiglia, la seconda è che la somiglianza tra l'uomo e l'animale aumenta con il passare del tempo. Inoltre, ci sono alcune testimonianze che indicano come le donne con i capelli lunghi preferiscano cani con le orecchie grandi e lunghe piuttosto che a punta (Coren, 1999). Ci sono anche molti stereotipi che legano i proprietari di animali e il loro animale; molte persone associano i gatti e i cani di piccola taglia alle donne, mentre invece i cani di taglia grande agli uomini (Budge, Spicer, St. George & Jones, 1997).

Tornando alla ricerca, gli studiosi hanno scattato (dopo aver chiesto l'approvazione ai partecipanti) 45 fotografie di cani e separatamente altrettante ai loro padroni nei parchi in cui si trovavano facendo attenzione che gli sfondi fossero diversi così da non condizionare o facilitare l'abbinamento. I proprietari dei cani (24 donne e 21 uomini con un'età media di 36 anni) hanno indicato la razza del cane e da quanto tempo ne erano in possesso. Nello studio erano presenti foto di 25 cani di razza (di 15 razze diverse) e di 20 cani meticci. Le foto sono state sottoposte a una giuria con queste modalità: la foto del padrone è stata mostrata accanto a quella del proprio cane e a quella di un cane qualsiasi (le dimensioni analizzate nella ricerca sono state: pelosità, taglia, nitidezza dei lineamenti, bellezza, socievolezza percepita e livello di energia percepita). La somiglianza tra cani di razza e padroni è stata riconosciuta nella maggior parte dei casi, mentre vi sono stati pochissimi riscontri nel trovare il giusto abbinamento padrone-cane meticcio.

I risultati della ricerca suggeriscono che effettivamente quando le persone scelgono un animale domestico optano per uno che gli assomigli, e quando ne scelgono uno di razza scelgono quello che preferiscono in base alle caratteristiche fisiche e caratteriali di quel tipo di cane. La somiglianza tra cane e padrone però è confinata ai cani di razza. I risultati non indicano il grado di somiglianza che c'è tra cane e padrone: potrebbe essere per caratteristiche fisiche, ad esempio per i padroni di cani lupo che sono alti ed eleganti oppure a livello caratteriale per i padroni di retriver che sono animali socievoli e affettuosi. Ci sono personalità diverse dei proprietari delle varie tipologie di cani e i giudici potrebbero aver utilizzato le loro conoscenze rispetto alle razze per aiutarsi nella scelta degli accoppiamenti. I giudici non hanno fatto gli accoppiamenti basandosi semplicemente su capelli lunghi-orecchie lunghe oppure cane grande-padrone di grossa statura. C'è l'idea che cane e padrone si assomiglino per socievolezza, ma il risultato non è statisticamente significativo, inoltre non c'è correlazione tra la lunghezza della convivenza e la somiglianza tra animale e padrone.

Una ricerca più recente (Nakajima, Yamamoto & Yoshimoto, 2009) è giunta alle stesse conclusioni: gli estranei possono abbinare le foto di alcuni cani con le foto dei loro proprietari, con un alto tasso di successo.

Un'altra ricerca ha stabilito che gli amanti dei cani sono più estroversi, gradevoli e coscienziosi rispetto a quelli che preferiscono i gatti che invece risultano più nevrotici (Gosling, Sandy & Potter, 2010). Un altro studio ha osservato che le persone sgradevoli preferiscono i cani aggressivi (Egan & MacKenzie, 2012). La fedeltà di un cane e l'aggressività per difesa, come un'arma, possono dare un senso di protezione o proiettare all'esterno un senso di aggressività (Miklosi, 2008). Attraverso un test denominato The Perceived Aggressiveness of Dogs Scale (PADS), Gosling, et al. (2010) hanno constatato come alcune razze di cani sono percepite come più aggressive di altre. Delle sette razze prese in considerazione nella ricerca, le seguenti sono state indicate come relativamente non aggressive: Labrador Retrievers, English Cocker Spaniels e Borderand West Highland White Terriers; mentre sono state percepite come più aggressive: German Shepherds, Boxers e Staffordshire Bull Terriers. Quindi dalla ricerca emerge come alcune razze siano percepite come più aggressive di altre e soprattutto come alcune persone abbiano la preferenza per questi cani.

In conclusione, dalle molte ricerche è emerso che la somiglianza cane-padrone non avviene con il tempo a seguito di una prolungata convivenza. La selezione invece avviene prima, nel momento in cui il padrone sceglie il suo cucciolo e lo porta a casa. Chi sceglie il cane di razza fa una scelta sicura e ponderata, ben sapendo come diventerà il suo cane da adulto, cosa che invece non può accadere nel caso di cuccioli meticci per i quali non si può prevedere che aspetto o carattere avranno una volta cresciuti. In base ai dati delle ricerche sopra menzionate si può concludere che, come per la scelta del proprio partner (Berscheid & Reis, 1998), sembra proprio che le persone aspirino a possedere una creatura simile a se stesse (Roy & Christenfeld, 2004).

27/08/2014