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Gli incastri di un'eccessiva timidezza

di Caterina Steri

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“La timidezza è una condizione strana dell'anima, una categoria, una dimensione che si apre alla solitudine. È anche una sofferenza inseparabile, come se si avessero due epidermidi, e la seconda pelle interiore s'irritasse e contraesse di fronte alla vita. Fra le compagini umane, questa qualità o questo difetto fa parte di un insieme che costituisce nel tempo l'immortalità dell'essere.” PABLO NERUDA

Quante volte la timidezza ha fatto da padrona non permettendovi di eseguire o dire ciò che avreste voluto? Anzi, addirittura vi ha messo i bastoni tra le ruote facendo si che anche gli altri se ne accorgessero, facendovi incespicare con le parole, arrossire o non permettendovi di tenere lo sguardo con il vostro interlocutore?

Queste e altre possono essere le manifestazioni della timidezza, che in tante persone purtroppo diventa limitante, a volte sfociando in una vera e propria fobia sociale.

Il timido tende ad evitare contatti al di fuori della stretta cerchia di persone fidate preferendo nascondere se stesso e le proprie opinioni. Spesso, per scarsa fiducia nelle sue capacità, decide di non prendere qualsiasi tipo di iniziativa.

Un’eccessiva timidezza può venir celata da un atteggiamento di sottomissione o contrapposizione e arroganza nei confronti altrui: possono esser questi dei meccanismi di difesa messi in atto per “gestire” il senso di inadeguatezza ma che inevitabilmente portano ad una scarsità di relazioni sociali.

La timidezza si auto fomenta perché chi la prova si convince di non essere adeguato e capace di portare a termine le sue faccende, così come una profezia che si autodetermina, si predispone in modo tale da raggiungere il fallimento delle sue opere, confermando ulteriormente la sua inettitudine.

Sicuramente un’eccessiva timidezza è legata ad una scarsa autostima. Tant’è che la prima viene eliminata con l’aumento dell’altra. Certo, non è una passeggiata la sua risoluzione: richiede un forte impegno, costanza e superamento di paure e malsane abitudini consolidate da tempo. Richiede poi il mettersi in azione, cosa che la timidezza contrasta in qualsiasi modo possibile perché il suo obiettivo è quello di far chiudere in se stesso e rendere inattivo chi ne soffre.

Per risolverla, prima di tutto occorre riconoscerla e concentrarsi sulle risorse personali, che spesso non vengono contemplate.

Quando la timidezza eccessiva non viene superata da soli, è meglio chiedere l’aiuto di un esperto, in modo tale da acquisire strumenti nuovi ed efficaci per contrastarla al meglio. La sua risoluzione è possibile, a discapito di opposte credenze, e permette l’acquisizione di maggiore autostima e sicurezza, nonché di relazioni sociali sane e di alta qualità.

09/11/2015