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Infezioni sessualmente trasmesse: perché non cadere nella trappola del sesso malato

Piaga sanitaria del pianeta, colpiscono ogni anno milioni di persone a causa del cattivo sesso, poca informazione e scarsa percezione del rischio

di Stefania Elena Carnemolla

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Crescono nel mondo le infezioni sessualmente trasmesse, tra le piaghe sanitarie del pianeta. Secondo le ultime stime dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2018 si sono registrati in media 3 milioni di casi al giorno, con 357 milioni di casi annui di origine batterica e 745 milioni di origine virale.

Infezioni sessualmente trasmesse in aumento anche in Italia. Alcune cifre sono state illustrate da Aldo Morrone, direttore dell’ Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma in occasione di un convegno tenutosi lo scorso 18 gennaio a Roma. Rispetto ai 4000 casi annui dello scorso decennio, nell’ultimo sono saliti a 5300, con la sifilide, ha spiegato Morrone, passata dagli 80 casi del 2000 ai 420 dopo il 2000 e i condilomi acuminati passati dai 1500 casi annui fino al 2007 ai 3000 fra il 2008 e il 2016. Tra le cause di questi aumenti, ha spiegato Morrone, fenomeni nuovi come l’amplificazione della frequenza dei rapporti e dei partner occasionali, il chemsex, cioè l’assunzione di droghe per aumentare l’attività sessuale, nonché l’uso di app per incontri di gruppo, in particolare tra i giovanissimi, con rapporti sessuali promiscui e con sconosciuti. Dietro l’aumento delle infezioni trasmesse per via sessuale, osserva, invece, ISSalute, ci sono, oltre la tendenza ad avere rapporti non protetti con più partner, la scarsa informazione e la diminuzione della percezione del rischio.

Agenti patogeni

Sono oltre 30, spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i virus, batteri, protozoi, funghi e parassiti che si trasmettono con il contatto sessuale. Alcuni di questi agenti patogeni sono strettamente collegati alla maggiore incidenza di infezioni a trasmissione sessuale come clamidia, gonorrea, ulcera venera o cancroide, sifilide, infezioni batteriche non gonococciche e non clamidiali, infezione da HIV, herpes genitale, condilomi ano-genitali epatiti, mollusco contagioso, infezione da cytomegalovirus, tricomoniasi, candidosi, scabbia e pediculosi del pube. Un quadro più complesso di quanto non si pensi. Molti, ad esempio, registra ISSalute, ancora credono che con il sesso l’unico ad essere trasmesso sia l’HIV, il virus dell’immunodeficienza umana che può portare all’AIDS o che infezioni come sifilide e gonorrea appartengano al passato.

Falsa sicurezza

Sulle infezioni sessualmente trasmesse non pochi sono i falsi miti. C’è chi pensa, ad esempio, di non avere alcuna infezione solo perché si sente bene: “Una persona può aver contratto un’infezione per via sessuale senza manifestare secrezioni anomale dai genitali, ulcerazioni o piccole escrescenze su di essi” spiega ISSalute. “Proprio per questo motivo oggi si preferisce parlare di infezioni sessualmente trasmesse anziché di malattie sessualmente trasmesse per indicare meglio il frequente decorso asintomatico di tali situazioni. Nel caso dell’HIV, le persone possono avere il virus nel sangue, nello sperma e nelle secrezioni vaginali senza mostrare sintomi per anni e senza accorgersi della loro condizione. Anche se un individuo con l’HIV si sente bene, il virus si sta comunque moltiplicando nel suo corpo e può contagiare altre persone attraverso rapporti sessuali non protetti”. Da qui l’importanza di rapporti sessuali protetti senza fidarsi dell’apparente buono stato di salute proprio e del/della partner.

Diagnosi

La diagnosi delle infezioni sessualmente trasmesse avviene con esami di laboratorio che, spiega  EpiCentro, a seconda delle infezioni possono essere eseguiti sul sangue, su un tampone rettale o faringeo, su un campione di urine o di saliva sia per le donne che per gli uomini, su un tampone cervicale o vaginale per la donna, su un tampone uretrale o sullo sperma per l’uomo. In alcuni casi sarà sufficiente la visita di uno specialista che riconoscerà le infezioni osservando le lesioni nella zona genitale o e in altre zone del corpo. La diagnosi dovrà essere in tutti i casi più rapida possibile per individuare la giusta terapia, alleviare i sintomi, prevenire le possibili complicanze ed evitare la trasmissione ad altre persone.

Trasmissione delle infezioni

Le infezioni sessualmente trasmesse, spiega EpiCentro, si diffondono principalmente con il rapporto sessuale (vaginale, anale, orale), i liquidi organici (sperma, secrezioni vaginali, saliva), il contatto diretto della pelle nella zona genitale, delle mucose genitali, anali e della bocca. Alcuni infezioni si possono trasmettere anche attraverso il sangue, ad esempio attraverso il contatto con ferite aperte e sanguinanti, scambio di siringhe, tatuaggi e piercing in condizioni non controllate, da madre con infezione attiva durante la gravidanza, il parto o l’allattamento.

Il falso mito del sesso orale

Parlando di pratiche sessuali, non mancano anche in questo caso falsi miti, con tutte le conseguenze del caso. Molte persone, ad esempio, prediligono quello orale, anche con partner occasionali, perché convinte che non infetti. La realtà è, tuttavia, ben diversa. “È vero” spiega ISSalute “che questo tipo di rapporto presenta un rischio di contagio inferiore rispetto a quello vaginale o anale, ma l’HIV o la sifilide, per esempio, possono essere trasmessi attraverso il contatto della mucosa della bocca con lo sperma o i liquidi vaginali. Questo rischio aumenta se ci sono delle piccole ferite o lesioni (anche non visibili a occhio nudo) sui genitali o nella bocca, oppure se ci sono alterazioni gengivali o sanguinamento gengivale: in questi casi lo sperma o il liquido vaginale (infetti) entrano in contatto diretto con le ferite aperte presenti in bocca ed i microrganismi possono così infettare chi ha praticato il rapporto orale. Anche le altre infezioni sessualmente trasmesse, come la gonorrea, l’epatite B, l’herpes genitale e l’infezione da papilloma virus, possono diffondersi attraverso il sesso orale mediante gli stessi meccanismi. In particolare, se il papilloma virus infetta la bocca o la gola può causare delle lesioni che possono evolvere in cancro della bocca, del collo o della faringe”.

La soluzione per chi proprio non può farne a meno? A seconda, spiega ISSalute, preservativo o dental dam, un diga dentale di sottilissimi fogli di lattice, perché impediscono il contatto tra sperma, liquidi vaginali, sangue e mucosa della bocca.

Metodi di prevenzione e falsi miti

Falsi miti riguardano, invece, i metodi di prevenzione. Molta diffusa è, ad esempio, l’idea, in particolare tra le ragazze, che la pillola anticoncezionale possa proteggere dalle infezioni sessualmente trasmesse e talmente da non considerare necessaria alcuna protezione, un inno, in pratica, al sesso libero. La pillola anticoncezionale, chiarisce a tal proposito ISSalute, contiene “ormoni, estrogeni e progesterone simili a quelli prodotti dal nostro corpo, che impediscono l’ovulazione nella donna, cioè il rilascio dell’ovulo da fecondare da parte delle ovaie, e, quindi, impedisce la conseguente gravidanza. Non contiene invece nessun tipo di sostanza in grado di neutralizzare i microrganismi responsabili delle infezioni sessualmente trasmesse”.

Nè proteggono dalle infezioni, altro falso mito, coito interrotto, diaframma e spirale: “L’unico mezzo utile alla prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale” spiega ISSalute “è il preservativo che, se usato correttamente, crea una vera e propria barriera fisica in grado di evitare il contatto tra liquidi corporei e tessuti genitali, bloccando, così, il passaggio di agenti infettivi. Utilizzare correttamente il preservativo significa indossarlo sin dall’inizio, per tutta la durata e fino al termine del rapporto”.

HIV, il virus dell’AIDS

Per aiutare a conoscere, prevenire e curare le infezioni sessualmente trasmesse il Ministero della Salute ha realizzato una breve guida, che esordice con l’HIV, il virus dell’immunodeficienza umana, che può portare all’AIDS, la sindrome da immunodeficienza acquisita. Il virus può annidarsi nel sangue, nello sperma, nelle secrezioni vaginali, nella secrezioni pre-spermatiche e nel latte materno delle persone sieropositive. Il contagio avviene con il rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) con persone infette, con il contatto di sangue infetto, con lo scambio di siringhe infette, attraverso strumenti per tatuaggi e piercing contaminati, da madre sieropositiva al bambino durante la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno.

Le persone con HIV possono rimanere a lungo asintomatiche e possono trasmettere il virus anche in queste condizioni. Durante un rapporto sessuale la possibilità di contrarre l’infezione da HIV aumenta in presenza di altre infezioni come herpes genitale e sifilide. La prevenzione consiste nell’evitare comportamenti a rischio, mentre in caso di rapporti non protetti, il test HIV, in forma anonima, consente “una diagnosi precoce (sieropositività) ed una terapia che rallenta la progressione dell’infezione sino alla patologia conclamata AIDS”.

L’infezione da HIV è circondata da falsi miti. Molti, ad esempio, pensano che di AIDS non si ammali più nessuno: “Da qualche anno” spiega ISSalute “complici anche i media che ne parlano poco o in maniera sbagliata, si è diffusa la falsa credenza che nessuno si ammali più della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS). L’ultimo rapporto dell’ISS demolisce questo mito: l’HIV (virus che causa l’AIDS) è molto diffuso in Italia, principalmente attraverso rapporti sessuali (sia eterosessuali che omosessuali) non protetti. Infatti, i tempi in cui l’AIDS era dovuto allo scambio di siringhe tra tossicodipendenti è finito (erano gli anni ‘80 e ‘90): oggi il vero rischio si corre quando si ha un rapporto sessuale senza usare il preservativo”. 

C’è chi, invece, pensa che il virus HIV possa infettare solo chi ha rapporti omosessuali o con prostitute: “Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)” spiega ISSalute “dalla metà degli anni ‘80 a oggi i casi di infezione da HIV trasmessi attraverso rapporti eterosessuali sono notevolmente aumentati. L’HIV, quindi, non è una problematica da relegare solo ad alcuni gruppi di persone, ma è un problema di sanità pubblica che deve riguardare ogni individuo, soprattutto i giovani”.

Infezione da HPV

L’infezione è dovuta a vari tipi di virus del papilloma umano. Alcuni di questi virus, spiega il Ministero della Salute, causano condilomi o verruche genitali, mentre altri ancora con il passare del tempo tumori del collo dell’utero, della vagina, della vulva, del pene, dell’ano e orofaringei. Il contagio avviene durante i rapporti sessuali non protetti con persone infette. I sintomi dei condilomi genitali si manifestano con sanguinamento o disturbi durante i rapporti sessuali. L’infezione che evolve verso il cancro non dà sintomi tranne che il cancro non sia in fase avanzata e non vi sia una lesione pre-tumorale. Complessa la prevenzione: “Il profilattico” spiega il Ministero della Salute “non è sempre in grado di proteggere da questa infezione che può colpire anche aree della pelle non coperte dal profilattico stesso. I vaccini disponibili consentono di prevenire, nella donna e nell’uomo, condilomi, lesioni precancerose e tumori, ma non proteggono da tutti i tipi di HPV. Sono quindi importanti i controlli periodici (ginecologo, infettivologo) anche per chi si vaccina. Le donne possono effettuare lo screeening per il tumore del collo dell’utero (pap-test e test-HPV), che permette la diagnosi di lesioni pre-tumorali”.

L’infezione da HPV è circondata da un falso mito. Molti pensano, infatti, che il papilloma virus infetti solo le donne e che gli uomini siano al sicuro. Niente di più falso. “Attualmente” spiega ISSalute “si stima che fino al 65-70% dei maschi contrae un’infezione da papilloma virus durante la vita. Nelle donne il picco di infezioni si ha verso i 20-25 anni, mentre negli uomini non c’è un’età maggiormente colpita”. Il falso mito è diffuso in particolare tra i giovani: “Molti ragazzi pensano che l’infezione da papilloma virus (HPV) non li riguardi e che sia un problema solo delle loro coetanee. Non è così! Questo falso mito è stato alimentato dal fatto che in molti paesi l’attenzione si è focalizzata sulla popolazione femminile in quanto l’HPV causa il tumore della cervice uterina; ma l’HPV causa anche i condilomi ano-genitali, i tumori ano-genitali e i tumori della testa-collo, sia negli uomini che nelle donne, trasmettendosi generalmente attraverso rapporti sessuali non protetti. Negli uomini i condilomi ano-genitali sono la manifestazione più frequente dell’infezione da HPV; tuttavia, anche se più rari, l’80-95% dei tumori anali, almeno il 50% dei tumori del pene e il 45-90% dei tumori della testa e del collo, nell’uomo sono associati all’HPV”.

Epatite

Le epatiti virali (A-B-C) sono causate da virus che colpiscono in particolare il fegato. Il virus dell’epatite A si trova nel materiale fecale infetto e può essere trasmesso, oltre che per via alimentare o portando alla bocca dita e oggetti contaminati con feci, attraverso un rapporto sessuale oro-anale. La trasmissione del virus dell’epatite B e C avviene, invece, attraverso il contatto con il sangue di persone con epatite, le secrezioni genitali – in particolare nel caso dell’epatite B – di persone con epatite, quindi con la madre al bambino durante la gravidanza o il parto. Quanto ai sintomi l’epatite acuta si manifesta con ittero, riconoscibile dal colore giallo della pelle e degli occhi, e dolori addominali. Ci sono, quindi, i portatori senza sintomi che proprio per questo rischiano di infettare altre persone. La malattia può anche diventare cronica: l’epatite B e in particolare l’epatite C, spiega il Ministero della Salute, posso evolversi nell’arco di 20-30 anni fino a causare cirrosi o tumori del fegato. In ottica di prevenzione vanno evitati i comportamenti a rischio che possano portare al contagio. Esistono anche i vaccini. Il vaccino per l’epatite B, spiega il Ministero della Salute, è “obbligatorio per tutti i nuovi nati, secondo il calendario vaccinale, e fortemente raccomandato per i soggetti con sospetta infezione”. Questo vaccino, insieme a quello dell’epatite A, è raccomandato “anche agli adulti non vaccinati con comportamenti a rischio” come “uomini che fanno sesso con uomini, consumatori di sostanze, detenuti e persone con HIV”.

Sifilide

La sifilide è causata dal batterio Treponema pallidum, presente nei genitali e nelle lesioni cutanee. Il contagio avviene attraverso rapporti sessuali non protetti con persone infette, il contatto con lesioni cutanee che si manifestano durante la malattia e con il passaggio da madre a bambino durante la gravidanza. In quest’ultimo caso, spiega il Ministero della Salute, “a seconda dello stato di infezione della madre la malattia può essere trasmessa al feto causando morte in utero o la nascita di un bimbo affetto da sifilide congenita”. I sintomi sono graduali, con le lesioni che si localizzano su genitali, ano-retto e bocca. Nella fase iniziale, spiega il Ministero della Salute, si osserva un’ulcerazione dei genitali non dolente, mentre nelle forme più gravi possono comparire macchie cutanee sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi o disturbi cerebrali. La terapia prevede una cura antibiotica, con dosaggio e durata che dipendono dallo stadio dell’infezione. “Anche il partner si deve sottoporre a terapia per evitare di essere nuovamente infettati” raccomanda il Ministero della Salute, che ricorda come il test del sangue, prescritto dal medico, permetta una diagnosi precoce e una cura efficace.

Clamidia

Il batterio Chlamydia trachomatis causa l’infezione chiamata clamidia, le cui manifestazioni cliniche possono essere  uretriti e cerviciti. Il contagio avviene attraverso rapporti sessuali non protetti con persone infette e con la trasmissione dalla madre al bambino durante il parto - nel neonato, spiega il Ministero della Salute, l’infezione si manifesta come infiammazione agli occhi e all’apparato respiratorio. L’infezione può essere sintomatica, in caso contrario i sintomi sono simili a quelli della gonorrea che si manifesta con perdita di materiale purulento dai genitali e dolore durante la minzione. Nell’uomo le uretriti sono spesso asintomatiche mentre a volte possono manifestarsi con bruciore e secrezioni dall’uretra. Nella donna le cerviciti, le infezioni, cioè, della cervice uterina, sono spesso asintomatiche mentre se non trattate possono provocare infezioni pelviche e sterilità. La terapia è base di antibiotici: “L’assunzione della terapia, non appena fatta diagnosi di infezione” spiega il Ministero della Salute “è basilare per evitare l’insorgenza di complicanze. Il trattamento del partner e dei partner avuti fino a 60 giorni prima dell’insorgenza dei sintomi è molto importante per evitare la diffusione dell’infezione”.

Gonorrea

Causa della gonorrea è il batterio Neisseria gonorrhoeae o gonococco presente nelle secrezioni purulente dei genitali delle persone infette: “L’infezione” spiega il Ministero della Salute “avviene prevalentemente nelle basse vie urinarie nell’uomo e nelle vie urinarie e genitali nella donna e può interessare anche il retto”. Il contagio si verifica attraverso rapporti sessuali non protetti con persone infette e con il passaggio dalla madre al bambino durante il parto. I sintomi si manifestano con la perdita di materiale purulento dai genitali, più evidente negli uomini, e con dolore durante la minzione. Se non trattata la gonorrea può causare infiammazioni pelviche e sterilità nella donna. La cura è a base di antibiotici e anche il partner o la partner devono sottoporsi alla terapia.

Herpes genitale

L’herpes genitale è causato dal virus Herpes simplex-2 – anche se negli ultimi tempi si sono registrati casi da infezione da Herpes simplex-1 – che, spiega il Ministero della Salute, provoca lesioni circoscritte in corrispondenza dei genitali. Il contaggio avviene per contatto con le mucose infette durante rapporti sessuali non protetti. Le persone che contraggono le infezioni spesso sono asintomatiche o hanno sintomi molto lievi. Altre persone possono, invece, sviluppare con frequenza piccole vescicole a grappolo a livello dei genitali che si trasformano in ulcere dolorose. Le lesioni, spiega il Ministero della Salute, guariscono in 1 o 4 settimane, laddove esistono farmaci specifici da assumere su prescrizione medica.

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20/03/2020