logo tiscali tv

Inserimento scolastico: primo debutto in società del bambino

di Caterina Steri

Leggi più veloce

L’inserimento dei bimbi nel nido, o nella scuola dell’infanzia,  può essere visto come il loro debutto in società, il primo vero distacco dai genitori e il primo grande passo verso l’autonomia. Il bambino, forse per la prima volta, non ha l’adulto tutto per sé. Deve imparare a dividere le attenzioni della maestra con gli altri, a seguire nuove regole, a stare nel gruppo, ad aspettare il suo turno per utilizzare i giochi o chiedere spiegazioni. E’ un grande cambiamento nella sua vita caratterizzato fortemente dall’esperienza della condivisione.

Nonostante gli aspetti positivi, i genitori possono vivere l’esperienza con un po’ di disagio, preoccupazione, a volte senso di colpa. In base all'età, al carattere del bambino e alla qualità delle sue relazioni con i genitori ci saranno diverse reazioni alla separazione e tempi differenti per un sereno inserimento.

Per chi ha già vissuto il momento del distacco con il nido il problema forse si pone in maniera minore, perché la mamma è già abituata a lasciare il proprio figlio in una struttura con più bambini e più educatrici. Spesso sono i genitori ad affrontare con più difficoltà l’inserimento del bambino perché invasi, oltre che dalla gioia per la nuova esperienza del figlio, anche dal desiderio di vederlo sempre dipendente da loro, soprattutto i più piccoli. L’ambivalenza è normale, sta a mamma e papà trasformarla in un’esperienza di crescita.

Per chi è stato sempre a casa con poche occasioni di socializzare o essere affidato ad altri potrebbe essere più faticoso.

Al  giorno d’oggi, nidi e scuole d'infanzia hanno ormai acquisito modalità di inserimento corrette e graduali e gli educatori sono attenti a fornire ai genitori tutte le informazioni per gestire al meglio il periodo in cui il piccolo inizierà a frequentare il nuovo ambiente, all’inizio con la presenza di un genitore (o di un'altra figura di riferimento) e poi da solo.

Quando inizia l’esperienza della scuola, è quasi inevitabile che il bambino pianga al momento del distacco. Il pianto serve per scaricare la tensione, è liberatorio e non deve preoccupare, perché nella maggior parte dei casi finisce in fretta. Alcuni bambini possono sentire il “magone” durante la mattinata, perché li manca la mamma e papà oppure sono disorientati. Possono aver bisogno di un po’ di tempo in più per ambientarsi e l’inserimento può richiedere una durata superiore alle classiche due settimane.

La mamma deve far capire al bimbo di essere serena perché lo ha lasciato in un bel posto, dove sa che starà bene e che tornerà a riprenderlo.  Se sgattaiolare via mentre è distratto può sembrare una buona strategia per allontanarsi senza sentirlo piangere è invece un modo per farlo sentire tradito e insicuro e fargli temere che la mamma possa sparire inaspettatamente per non tornare più. Meglio essere onesti, e spiegare che dovrà stare un po’ a scuola, che giocherà coi compagni e faranno delle attività insieme.

Il modo migliore perché il bambino si inserisca bene nella sua nuova routine è prima di tutto quello di trasmettergli la propria fiducia e il proprio entusiasmo. In tal senso sarebbero utili alcuni accorgimenti: evitare di fare commenti di fronte al bambino sulle sue difficoltà di inserimento, spiegare l’esperienza che si sta per vivere parlandone in modo positivo e dicendo che anche i genitori alla sua età sono andati a scuola.

Si potrebbe acquistare qualche libro illustrato che possa aiutare il figlio a visualizzare meglio la giornata all'asilo e visitare la struttura insieme per due o tre volte, magari già da giugno, per fargli conoscere l’ambiente. Raccontargli come si svolgerà la giornata nei dettagli, evitando di dire che la mamma torna subito o che va via solo per pochi minuti.

Scoprire se possibile il nome della maestra e fare in modo che diventi familiare al bambino.

Molto utile sarebbe rassicurare il proprio figlio e ascoltare il suo vissuto emotivo, lasciare che porti il ciuccio e/o il pupazzetto/copertina preferiti in modo da avere un oggetto consolatorio e che mantiene una continuità con la casa.

Può anche succedere che il bambino, in uno stato di disagio emotivo, si faccia la pipì addosso, non solo all'asilo, ma anche a casa. Bisogna tranquillizzarlo e non sgridarlo assolutamente. Occorre solo attendere che riacquisti sicurezza e fiducia in se stesso. La cosa più importante è che nell'inserimento alla scuola materna si rispettino i tempi e le modalità proprie di ogni bambino, adattandosi alle sue necessità nel modo più elastico possibile.

Se l’inserimento alla scuola coincide con l’ arrivo di un fratellino, sarebbe meglio dedicare un po’ di tempo esclusivamente al maggiore, anche solo un’ora al giorno. Alla comprensione, comunque, va associata anche una certa fermezza, perché è meglio evitare di assecondare troppo il bambino.

Tutti questi accorgimenti e non solo, aiutano sicuramente il bimbo a vivere la sua nuova esperienza in serenità e autonomia e mamma è papà nella sicurezza di aver fatto tutto il meglio per il proprio figlio.

 

05/09/2011