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Intuitive eating, la riscoperta della filosofia alimentare e l’addio alla dieta restrittiva

Addio alla diete che affamano, l'intuitive eating non stressa la mente puntando tutto sull'ascolto dei segnali che manda il proprio corpo, dalla fame alla sazietà.

Intuitive eating la riscoperta della filosofia alimentare e laddio alla dieta restrittiva

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Per far pace con il cibo si sta riscoprendo l’alimentazione intuitiva. Alla base c’è un concetto opposto a quello delle diete tradizionali, ovvero mangiare ciò che si desidera, ascoltando le esigenze reali dell’organismo.

Potrebbe sembrare un’assurdità, eppure garantiscono il contrario Evelyn Tribole ed Elyse Resch - esperte di alimentazione che proposero questo approccio dietetico negli ’90 - e Molly Bahr, psicologa che per anni ha studiato i benefici positivi sui suoi pazienti affetti da disturbi alimentari.

 Cos'è l'intuitive eating

Si tratta di una sorta di percorso che prevede il ripensare l’atto del mangiare. I cibi devono soddisfare le esigenze di gusto e sazietà, senza legare il pensiero alle calorie ingerite.
Nessun senso di colpa dunque dopo aver gustato alcune tipologie di piatto perché i desideri del corpo vanno soddisfatti, così facendo a lungo andare si è in grado di capire ciò che più manca all’organismo e ciò di cui invece non ha bisogno.

 Come iniziare l'intuitive eating

Il primo passo è ascoltare il proprio corpo, se ha davvero fame allora bisogna mangiare, mentre se si tratta solo di un languore no.
Nel momento in cui si avverte la sensazione di sazietà è il momento di smettere di cibarsi, anche se c’è qualche avanzo nel piatto; per non sprecare cibo, basta conservarlo per il pasto successivo o del giorno dopo.
È importante masticare lentamente perché lo stomaco impiega una ventina di minuti per “comunicare” al cervello di aver raggiunto la sazietà, invece mangiando velocemente non si riuscirebbe a decifrare questo segnale.
Infine, vanno prediletti gli alimenti che fanno stare bene ed evitati, o comunque ridotti al minimo, i cibi che provocano sonnolenza e sensazioni di gonfiore, di solito appartengono a quest’ultima categoria i cibi industriali.

 Il decalogo della dieta intuitive eating

1) Le diete che promettono di fare perdere chili in modo veloce, definitivo e permanente non esistono. È bene diffidare fin dall’inizio per non stressarsi inutilmente.

2) La fame va rispettata, non si può ignorare. Prima di mangiare bisogna ascoltare il proprio corpo, che quando ha fame invia segnali.

3) No a diete restrittive e punitive. Essere limitati nelle porzioni innesca il desiderio incontrollabile di abbuffate compulsive. Il regime alimentare deve essere sano, ma non lasciare il senso di fame quando ci si alza dalla tavola.

4) Controllare eccessivamente le calorie di ogni cibo ingerito mette ansia e può produrre effetti controproducenti.

5) Quando arriva il senso di sazietà è il momento di smettere di mangiare. È l’organismo che lo comunica, basta solo ascoltarlo.

6) No a sensi di colpa. Mangiare ciò che appaga il gusto è importante, purché non si esageri con le quantità e la frequenza.

7) Il cibo non è una valvola di sfogo ed è sbagliato cercare conforto in ciò che si mangia. Se per ogni momento triste o di nervosismo si dovesse mangiare il senso di colpa per aver mangiato troppo amplificherebbe le emozioni negative.

8) Rispettare la propria salute deve essere al primo posto nelle priorità quotidiane. Quindi no a eccessi e sì al rispetto di alcuni e sensati limiti.

9) Viva lo sport. Tra tutte le discipline sportive che esistono deve essercene una che incontra l’interesse personale di ciascuno di noi. La scelta non va fatta selezionando lo sport che fa bruciare più calorie, ma quello che più piace.

10) Accettare il proprio corpo e le sue forme. Bisogna stare bene con se stessi, si può migliorare e quindi tonificare, rimettere in attività alcuni muscoli, rassodare e perdere qualche chilo, ma non pretendere di modificare del tutto la propria fisicità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

20/03/2020