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La comunicazione politica durante la campagna elettorale

La comunicazione politica durante la campagna elettorale

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In un periodo in cui siamo nel pieno della campagna elettorale è interessante cercare di capire come funziona la comunicazione politica e quali sono gli effetti dell’informazione elettorale sugli attori politici. Ad esercitare una certa influenza sull’attività dei politici in campagna elettorale non sono soltanto i sondaggi pubblicati dai media. Tutti i prodotti giornalistici, anzi la stessa presenza dei mezzi di informazione, sono fattori di condizionamento. Condizionamento che in realtà è reciproco, ma che presenta maggiore interesse da parte dei politici.

Un primo effetto delle modalità giornalistiche di copertura delle campagne è quello della personalizzazione del dibattito elettorale. I discorsi come i programmi elettorali non si adattano facilmente all’impaginazione giornalistica della notizia politica. Fanno molto più notizia i personaggi, il loro carattere, il loro look, i modi in cui esprimono le loro posizioni e fanno riferimento al loro programma. Il “Chi?” è infatti il primo dei cinque interrogativi che ogni giornalista si pone nel cercare la notizia. Tale personalizzazione della politica implica la conduzione di una campagna all’insegna dello scontro tra persone piuttosto che tra programmi.

In Italia ci sono stati cambiamenti notevolissimi nella comunicazione politica ed elettorale negli ultimi due decenni: si è passati dalla centralità del partito alla messa in scena del leader e del candidato, grazie alle riforme elettorali ma anche grazie alla progressiva mentalità commerciale assunta dai media (Mazzoleni, 2004). Non ci troviamo ancora in un sistema all’americana, infatti i partiti hanno un ruolo centrale anche se più debole rispetto al passato, ma la creazione di un partito mediale come Forza Italia ha permeato una parte del sistema politico.

Un ulteriore effetto politico dell’informazione dei mass media è che alcuni personaggi, con particolari abilità comunicative, riescono ad emergere e ad imporsi su altri nella campagna elettorale. Tutti i candidati cercano di conquistare l’attenzione dei media, ma non tutti ci riescono, e molto dipende dal grado di notiziabilità che ciascuno possiede. È evidente quindi come i media siano “complici del potere politico nel manipolare l’informazione e dunque nell’inquinare il processo elettorale” (Mazzoleni, 2004).

Si è discusso sul monopolio dell’informazione televisiva, sulle posizioni dominanti nel campo dell’editoria, sui casi di censura di programmi di satira politica, sulla messa al bando di voci critiche. Il problema riguarda le tendenze alla subalternità dell’informazione nei confronti della politica. Alla subalternità si affiancano la complicità, il fiancheggiamento, il collateralismo e la collusione. A livello internazionale sono state fatte alcune considerazioni su questi problemi e sono emersi due punti che spesso si verificano e che evidenziano come sia condizionato anche il mondo dell’informazione:

-  i giornalisti fanno parte della stessa élite dei politici, per cui si legittimano a vicenda;

-  il mondo dell’informazione è diviso ed è legato da vincoli produttivi che lo obbligano a dipendere dalle fonti politiche.

Talvolta i media insistono sui pettegolezzi che riguardano i politici e ciò ha portato gli elettori a giudicare l’offerta politica sulla base della spettacolarizzazione piuttosto che in base al programma vero e proprio. Infatti stampa e televisione tendono a riportare gli eventi e i personaggi che essi ritengono importanti senza considerare ciò che realmente interessa al pubblico. Una critica interessante è quella di Murray Edelman che scrive: “I media decidono ciò che vale la pena riferire. Certe persone e certe organizzazioni vengono accettate come fonti di notizia e certi tipi di fatti vengono considerati in partenza significativi per il grande pubblico. In breve, c’è un’idea stilizzata di ciò che costituisce la notizia: un’idea che garantisce la diffusione di molte notizie di scarso rilievo per il futuro o per la qualità della vita e che impedisce, invece, la diffusione di altre notizie della massima importanza” (Edelman, 1988; trad. it. 1992, 86-87).

In pratica, un partito o un candidato possono sollevare un problema, ma esso rimane sostanzialmente un messaggio di scarso peso politico fino a quando non viene registrato e rilanciato dal sistema della comunicazione, ossia fino a quando non conquista la grande visibilità grazie ai media (Mazzoleni, 2004). Discorsi, immagini e strategie sono gli ingredienti della copertura informativa delle campagne elettorali moderne; la differenza di efficacia e di quanto il messaggio arrivi al grande pubblico dipende in larga misura dal dosaggio di ciascuno di questi elementi da parte dei mezzi di comunicazione. E di questo, pur essendone già consapevoli, dobbiamo sempre tenerne conto.

23/01/2013