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Le 8 cose da sapere per essere un genitore non perfetto ma 'sufficientemente buono'

Le 8 cose da sapere per essere un genitore non perfetto ma sufficientemente buono
di Orietta Matteucci

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Il genitore perfetto non esiste e meno male! Per lo psicanalista Donald Winnicot un genitore deve essere 'sufficientemente buono'

La perfezione non solo non è di questo mondo, ma può causare disturbi comportamentali tra cui l’ansia da prestazione specialmente nei genitori di oggi, più informati di quelli di ieri, più consapevoli delle responsabilità del loro ruolo, che presi dalle mille incombenze quotidiane sono a ragione preoccupati di non riuscire a fare la cosa giusta. 

L’atteggiamento delle madri verso i figli, è regolato dal vissuto emotivo inconscio nato e sviluppato durante la loro stessa infanzia, vissuto di cui solo in parte sono consapevoli e che, quindi, è complicato da controllare e gestire efficacemente per educare al meglio i figli (John Bowlby 1956).

Si consultano testi, manuali nella speranza di scoprire quale è il metodo migliore per allevare i figli eppure si continuano a commettere errori!

Quel che appare chiaro è che è importante imparare cosa fare, ma soprattutto “come” farlo! 

Ecco quindi le 8 cose per essere un genitore sufficientemente buono:

1) Non cercare di essere perfetti: i figli non vogliono genitori perfetti, anzi se a volte li scoprono imperfetti ne sono felici, perché vedono una figura più facilmente superabile e si sentono liberi di sbagliare, di imparare dai propri errori per poter diventare ciò che sono realmente e non un clone dei loro genitori.

2) Lasciare che facciano le proprie esperienze anche sbagliando: a volte, inconsapevolmente, notiamo solo i pericoli e gli eventi negativi, quindi cerchiamo di proteggerli con il risultato, impedire loro di fare esperienze, sia positive che negative.

3) Puntare sulla qualità del tempo passato insieme e non la quantità: è inutile colpevolizzarsi per il poco tempo passato con i figli, è preferibile godersi i momenti in cui si sta insieme, rilassarsi e scaricare lo stress accumulato a causa della varie incombenze quotidiane

4) Ascoltare evitando di dare soluzioni e consigli: comprendere le loro emozioni, i loro bisogni, i loro desideri, aiutandoli a trovare la loro soluzione.

5) Riconoscere i propri sbagli e chiedere scusa: può essere efficace riconoscere i propri sbagli con molta naturalezza, anche riparando se necessario, con le scuse. Il figlio imparerà che anche lui può sbagliare e chiedere scusa. 

6) Evitare di soffocare i sensi di colpa facendo regali o concedendo troppo. 

7) Evitare o non evitare le frustrazioni: le frustrazioni da evitare sono quelle che riguardano il bisogno di amore e di affetto. Una volta soddisfatti questi bisogni il bambino, rassicurato, potrà affrontare le normali frustrazioni della vita quotidiana e imparare a gestirle in modo costruttivo.

8) Avere fiducia nelle risorse e nelle capacità dei figli: incoraggiandoli a fare da soli, accettare con naturalezza che manifestino egoismo, invidia, provocazione, cupidigia, collera … Emozioni che fanno parte della natura umana.

Insomma è ormai noto che nei primissimi anni di vita del bambino vengono poste dai genitori le basi della sua personalità e che da questa fase della vita dipenderà il suo sviluppo psicologico. 

Molti genitori e anche molti insegnanti sono disorientati dal loro compito educativo, per questo motivo non bisogna temere di cercare un aiuto che oltre produrre vantaggi sul bambino e sui genitori stessi, permetterà alla famiglia e alla scuola di essere il punto di riferimento per le giovani generazioni.

Inoltre si potrà così evitare il circolo vizioso per cui i bambini diventeranno, nel bene e nel male, come i loro genitori che a loro volta agiranno sui figli che diventeranno come loro e così via senza che ciascuno possa costruirsi una propria personalità libera da condizionamenti.

 

Orietta Matteucci

presidente Onlus Bambino Oggi... Uomo Domani

27/04/2015