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Lutto in famiglia, quali le possibilità per affrontarlo?

di Caterina Steri

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Quando in una famiglia viene a mancare uno dei componenti devono essere ristabiliti  nuovi equilibri in cui occorre fare i conti con il vuoto creatosi dalla morte della persona cara.

Come detto più volte, la qualità dei rapporti emerge proprio nei momenti di crisi, in base a come vengono affrontate e a come viene tenuto il rapporto tra i vari componenti. Non sempre i nuovi equilibri sono funzionali al benessere dei componenti e all’elaborazione sana del lutto. Quando questo accade crea ulteriori sofferenze psicologiche.

Spesso il dolore è talmente inaspettato e immenso che risulta impossibile gestirlo. In famiglie in cui i rapporti sono di qualità, in cui c’è flessibilità, chiara comunicazione, condivisione delle emozioni e delle esperienze e rispetto reciproco, viene concessa l’elaborazione efficace del lutto.

Quando i rapporti sono di scarsa qualità ognuno lo vive a modo proprio senza condividerlo con gli altri, o al limite con persone esterne al nucleo familiare. Viene a mancare il sostengo reciproco proprio nell’ambiente in cui dovrebbe essere garantito di più e ogni componente è solo con il proprio dolore.

In altri casi capita che quando uno dei membri cerca una condivisione gli altri, più o meno esplicitamente, lo respingano non dandogli nessuno spazio di sfogo.

Ancora può verificarsi una sorta di gara per dire e dimostrare che il proprio dolore è sempre peggiore di quello altrui. In realtà, solo chi vive il lutto sa cosa si può provare e la gara del dolore più grande non ha nessun senso, se non quello di svalutare quello degli altri.

Capita pure che ci siano delle separazioni o eclatanti disgregazioni del nucleo familiare e si tende a trovarne la causa nel lutto (anche arrabbiandosi con il defunto che ha abbandonato la famiglia), senza ammettere (talvolta senza rendersi conto), che il lutto in se non è stato altro che la goccia che ha fatto traboccare il vaso di relazioni che in realtà erano già malsane e disgreganti per conto loro.

Per affrontare al meglio il dolore all’interno del nucleo familiare sono fondamentali il livello di comunicazione e il grado di rigidità o flessibilità dei rapporti all’interno di esso.

Raphael (1984 - The anatomy of Bereavement – London: Hutchinson ), descrive sette risposte familiari al lutto:

1)Famiglie in cui la morte è tabù. Succede spesso in famiglie d’origine in cui ci sono lutti irrisolti.

2)Famiglie con abituali capri espiatori in cui si cerca sempre di colpevolizzare per mantenere un rigido controllo.

3)Famiglie in cui si evita l’intimità per paura di perdere il controllo emozionale.

4)Famiglie in cui tutto deve continuare come prima.

5)Famiglie in cui la perdita può significare caos o rischio di disintegrazione.

6)Famiglie in cui tutto deve essere perfetto, in cui predomina la razionalizzazione.

7)Famiglie che funzionano con aperta e sincera condivisione di sentiment, che tollerano sentimenti positivi e negativi e ci si consola reciprocamente.

Spesso sono le famiglie come nucleo a necessitare di un aiuto psicologico, ma in base alla mia esperienza, chiedono un sostegno soprattutto i singoli individui.

Affrontare un lutto richiede un’elaborazione sia a livello individuale che familiare. In entrambi i casi si cerca di mettere in risalto le risorse per accettare la perdita e poter guardare al futuro anche se non corrisponderà alle aspettative originali.

A volte i componenti pretendono che siano gli altri a dover colmare il vuoto lasciato dal defunto, senza pensare che ognuno è portatore del proprio dolore con cui deve fare i conti e ritrovare un nuovo equilibrio di vita.

20/08/2014