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Natale, festa tanto amata o tanto odiata

di Caterina Steri

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Per molti il Natale è la festa migliore dell’anno, preferita perfino al proprio compleanno. Per altri invece è la peggiore, quella che verrebbe evitata in tutti i modi.

Come mai questi effetti così contrastanti?

Mi rendo conto di non scoprire l’acqua calda, ma è proprio vero che spesso le festività enfatizzano i dolori di tutto l’anno. Possono essere un momento malinconico in cui inevitabilmente ci si ricorda di quelle passate in modo felice, oppure danno maggiore concretezza ed evidenza alle difficoltà economiche e all’impossibilità di poterle festeggiare come si vorrebbe.

Per tante persone il Natale non ha un valore religioso ma più profano il cui fulcro è costituito da regali, pranzi, cene opulente e sfoggio di abiti nuovi. Molti si ritrovano a festeggiarlo solo perché entrati in questo meccanismo, ma al momento degli auguri non sanno nemmeno quale sia il loro senso.

Tutto questo, proprio in periodi di forti crisi economica non può che amareggiare ulteriormente.

Se poi dall’aspetto materialistico passiamo anche ad altri generi di difficoltà, come quello di rotture di relazioni e lutti veri e propri, le feste comandate non fanno altro che riportare indietro nel tempo a periodi felici in cui tutti erano presenti, oppure molto dolorosi, passati ad esempio tra le pareti di un ospedale, o ad assistere persone in difficoltà. In questi casi l’istinto potrebbe essere di fuggire il più lontano possibile.

C’è poi chi non ha mai avuto un bel ricordo del Natale perché in famiglia le relazioni conflittuali hanno fatto sempre da padrone. Ci sono anche tanti figli di genitori separati che si ritrovano a doversi dividere in due pur di far “contenti” mamma e papà, senza che nessuno chieda loro cosa preferirebbero.

Insomma, il Natale potrebbe essere deprimente per i motivi più svariati e quando partire dall’altra parte del globo non è possibile, la scelta più adatta potrebbe essere quella di capire cosa o chi ci faccia stare meglio e tentare di farsi coccolare e coccolarsi un pochino.

Se non avete voglia di auguri, caos da pranzi che durano un giorno intero, potrete concedervelo a piccole dosi, oppure fare qualcosa di totalmente diverso rispetto alla tradizione: decidere di stare con amici, anziché con parenti, ad esempio. A volte è proprio il solito scontato appuntamento che vi porta a sentirvi più obbligati a festeggiare qualcosa di cui non vi può fregare nulla. Forse quindi, considerando i giorni di festa come semplici “ferie”, potreste escogitare il modo migliore per voi per trascorrerle. Chi vi sta attorno, quelli tradizionalisti, potrebbero non comprendere il vostro punto di vista. Da un lato potete decidere di spiegare, dall’altro, munirvi di un sano egoismo e seguire i vostri piaceri, non quelli altrui.

Il Natale spesso pesa perché è sempre uguale e programmato da altri, allora perché non conferirgli una qualche piacevole novità?

08/01/2015