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Noi orfani di Harry Potter

di Caterina Steri

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La saga del piccolo-grande mago è giunta alla fine. Il suo finale viene svelato in queste settimane anche a tutti coloro che lo hanno apprezzato solo attraverso il cinema, che non hanno mai letto i sette libri che hanno fatto sognare adulti e bambini di tanta parte del globo terrestre.

Cosa ha permesso che libri nati inizialmente come fiabe da raccontare ai bambini siano stati tradotti in più di sessanta lingue riscuotendo un incalcolabile successo?

Cosa ci ha tenuti legati alla storia di Harry, dei suoi amici e di tutti i personaggi di questa meravigliosa avventura?

Forse i primi due episodi della saga possono essere considerati libri per ragazzi, ma degli altri non si può affermare lo stesso. Il bello di quest’avventura è che i personaggi crescono, che il pubblico e i lettori sono cresciuti con loro e che hanno condiviso non solo il fantastico mondo della magia ma anche i primi amori, i litigi fra amici, i rapporti fra genitori e figli o con i fratelli.

In Harry Potter vengono ben rappresentati soprattutto i mutamenti dell'adolescenza: le forze magiche e occulte, il potere di controllare sempre meglio la magia che si perfeziona con gli anni, i cambiamenti, sia ormonali che psicologici di un adolescente che a momenti non si riconosce più in se stesso, fino ad avere dimestichezza con loro e arriva ad essere un giovane adulto. Questo è in parte il cammino che tutti i comuni umani attraversano durante la loro fase di sviluppo. Certo, i “babbani” non devono imparare ad avere dimestichezza con la magia o con le arti occulte, ma sicuramente con tutti i vari mutamenti organici e psichici che tanto fanno penare.

Quindi, non stupiamoci se tanto siamo attratti da quest’avventura che descrive per bene la storia umana ornata dal fantastico mondo della magia. Mondo questo che tutti abbiamo sognato, forse non con così tanta precisione e fantasia, durante la nostra infanzia e adolescenza; ma almeno una volta nella vita l’abbiamo profondamente desiderato.

Harry Potter permette al lettore di identificarsi con il protagonista, di sentirsi simile a qualcun altro nel momento in cui si percepisce terribilmente diverso, e rispecchiandosi in esso ha la possibilità di ridimensionare le sue ansie.

Per quanto tempo abbiamo aspettato la fine della saga con impazienza?

Ora che è arrivata, forse viene il dubbio che non l’avremmo voluta, che l’avremmo fatta durare di più. In fondo in fondo ci sentiamo un po’ soli senza la compagnia del piccolo mago e la possibilità di ipotizzare come andrà a finire.

Quella di Harry è una storia che ci ha accompagnato per anni, l’abbiamo lasciata con la sorpresa del finale, con un po’ di malinconia, pure con le lacrime. C’è chi dice che perderebbe la memoria per poter rileggere d’accapo tutti i libri e scoprirli nuovamente. Comunque, orfani di Harry Potter, avremo la possibilità di far conoscere questa grande avventura ai nostri figli, cugini, nipoti più giovani dicendo che questa è una “storia dei nostri tempi” e cercando di condividere di nuovo con loro le fantastiche ambientazioni alla scuola di Hogwarts, le vie dell’attuale Londra che nascondono il Ministero della Magia, le strade di Diagon Halley, dove streghe e stregoni fanno i loro acquisti più impensabili e il binario 9 e tre quarti di King’s Cross da cui parte l’Hogwarts Express.

L’importante che l’addio non abbia deluso nessuno.

26/07/2011