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Perchè è ancora tanto diffcile rivolgersi allo psicologo?

di Caterina Steri

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Quando nuovi pazienti arrivano nel mio studio, spesso iniziano a parlare dicendo che è da settimane, se non mesi che pensavano di chiamarmi ma che non trovavano il coraggio, temporeggiavano o non ne erano convinti fino a che non sono stati molto male e il problema e i sintomi sono diventati ingestibili.

Alcuni lettori mi inviano delle e-mail dicendomi che mai andrebbero dal terapeuta perché non ne hanno bisogno, perché non si fidano degli estranei, o che vorrebbero ma non possono perché frenati da pregiudizi, stereotipi, “leggende metropolitane” che rendono più facile la negazione del bisogno di aiuto che la sua richiesta.

Sentirsi a disagio all’idea di chiedere un aiuto allo psicologo-psicoterapeuta è un fenomeno comune a tanti individui, pertanto non ho potuto fare a meno di chiedermi quali siano le maggiori paure e dubbi al riguardo e di fare alcune riflessioni.

A volte si percepiscono i problemi e il malessere talmente grandi che ci si convince del fatto che nessuno possa darci una mano.

Si ha paura di sentirsi giudicati, una volta “svelati” faticosamente tutti i segreti da cui si è afflitti. Si teme di affrontare il problema e ci si vergogna di questo. Esiste inoltre, la mancanza di fiducia nei confronti di una persona estranea.

Certo, con tutti questi timori, forse sarebbe meglio non rivolgersi per nulla ad un terapeuta, perché alla fine sia la guarigione che il fallimento terapeutico dipenderebbe solo ed esclusivamente da lui.

Per andare dal terapeuta bisognerebbe credere nella validità della psicologia e della psicoterapia, rendersi conto di stare male e ammettere di aver bisogno dell’aiuto dell’esperto per guarire. Fondamentale però, è tenere presente che solo chi si impegna seriamente nel processo di guarigione l’avrà vinta sul proprio malessere.

Attraversare momenti di malessere psicologico può capitare a tutti e questo NON significa essere pazzi!

Tra i dubbi più frequenti che mi sono stati raccontati, ve ne racconterò alcuni che hanno poi dato vita a degli scambi molto costruttivi.

Frequente è il problema della vergogna al solo pensiero di rivolgersi allo psicologo, perché influenzati da tanti pensieri a sfavore della categoria. Alcuni, per ovviare a questo, arrivano nel mio studio senza dire niente a nessuno, certi che il segreto professionale che mi vincola proteggeranno la loro privacy.

C’è chi pensa che la chiacchierata con un amico sia più salutare di un percorso psicoterapeutico. Ciò sarebbe vero se tutti fossero in grado di usare le parole e la comunicazione allo stesso modo del terapeuta. Questo infatti, è sempre in continua formazione e fa sì che il colloquio, attraverso l’uso di specifiche tecniche, tattiche, strategie e stili comunicativi, abbia ben poco in comune con le conversazioni di tutti i giorni. Senza contare che amici e parenti possano essere influenzati da fattori emotivi ed affettivi nell’esprimere la propria opinione.

C’è invece chi non va dallo psicologo perché non si fida. Come dargli torto? Anche io inizialmente non mi fidavo del mio terapeuta. Decisi infatti di affidarmi a lui e constatai come nel tempo, sia cresciuta la fiducia nei suoi confronti e nei confronti del percorso che si faceva insieme testando ad ogni seduta i risultati dei cambiamenti messi in atto.

Molti non vanno dallo psicologo perché pensano di poter diventare dipendenti da lui, senza considerare che una valida psicoterapia mira al lavoro attivo del paziente, alla sua responsabilizzazione e al raggiungimento di una sua autonomia.

Ci sono poi quelli convinti che, conoscendo il nome del proprio disagio psicologico lo possano controllare. In realtà la mente umana agisce spesso per paradossi che per processi chiari e lineari. La psicoterapia, in tal senso aiuta a superare i blocchi a cui la mente ci sottopone, come quando ci si vorrebbe liberare da una relazione, ma non si riesce. In questi casi si vivono momenti di forte frustrazione. Alcuni arrivano a chiamarmi proprio perché consumati da essa.

Altra difficoltà nel decidere di chiamare il terapeuta è la paura di dover iniziare percorsi che durano anni e dover spendere enormi somme di denaro. A discapito di questo, alcuni terapeuti, già dal primo colloquio, in base al problema presentato, stipulano un “contratto terapeutico” con cui spiegano oltre che la modalità di lavoro, anche la tempistica. Così facendo, il paziente ha la possibilità di sapere fin dall'inizio quali saranno anche i costi della sua terapia.

I dubbi e le paure nei confronti della psicologia e psicoterapia sarebbero davvero tanti ancora. Sta al singolo individuo aver voglia di provare a stare bene e mettersi in gioco attraverso un serio lavoro terapeutico.



21/12/2011