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Perchè con le temperature estive aumentano l'ansia e gli attacchi di panico?

di Caterina Steri

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 Le condizioni climatiche estive (afa, umidità e in alcuni casi anche l’inquinamento), contribuiscono alla creazione di situazioni che possono essere facilmente scambiate con i sintomi tipici dell’ansia: eccessiva sudorazione, capogiri, spossatezza, sensazione di respirare male, di soffocamento, fame d’aria, svenimento, debolezza, tachicardia, sensazione di testa vuota, sbandamento.

Se non riconosciuti come effetti tipici della calura estiva, questi disturbi possono fomentare un circolo vizioso che alimenta lo svilupparsi della sintomatologia ansiosa.

Ne sono vittime più di tutte le persone già predisposte all’ansia, ma in alcuni casi anche quelle che non hanno mai avuto esperienze di questo genere. La maggior parte di queste ultime si rende conto che i disturbi fisici sopra elencati non sono altro che conseguenza del tipico clima estivo e li vive come fattori disturbanti e fastidiosi, senza farsi prendere dalla paura e dall’agitazione.

E’ parecchio a rischio chi frequenta luoghi chiusi come le metropolitane, uffici molto affollati, mezzi di trasporto non ben arieggiati. In queste condizioni si presenta spesso il timore di svenire, perdere il controllo, a volte di subire un infarto o addirittura di morire.

In sostanza, solo la paura di subire l’ansia o un attacco di panico agita e fa stare male.

Una sensazione corporea alterata può venire interpretata come una concreta prova che stia per accadere qualcosa di grave. Vengono messe in atto quindi tutta una serie di dinamiche per cercare di evitare l’ansia e gli attacchi di panico. Ci si rinchiude in casa, si evitano i posti affollati, vengono controllate in continuazione le previsioni metereologiche, ci si concentra ossessivamente a qualsiasi percezione corporea. Tutto questo può già causare un’ansia anticipatoria (la paura di avere un attacco di ansia, che è spesso costituisce di per sé lo scatenarsi dell’ansia stessa).

Tutto questo naturalmente può venire evitato perché è possibile controllare l’ansia senza farsi fagocitare da essa.

Le dinamiche di evitamento delle situazioni a rischio possono non essere afficaci a lungo andare poiché rischiano di diventare invalidanti e di non permette alle persone di vivere serenamente e liberamente le proprie giornate.

Quando ci si rende conto di non riuscire a gestire l’ansia o la paura che si presenti è meglio chiedere l’aiuto di un terapeuta così da imparare a riprendere il controllo sulla propria vita.

L’ideale sarebbe farlo prima di raggiungere situazioni di estremo malessere e paura, ma spesso le persone sottovalutano i fenomeni ansiosi pensando di poterli risolvere da sole e ritenendo superfluo e poco “orgoglioso” richiedere l’aiuto altrui oppure pensano che una cura psicologica non sia altrettanto importante quanto una di carattere prettamente medico.

02/07/2013