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Pericolo acari nella stagione fredda per colpa dei riscaldamenti: test e kit contro le allergie

Gli acari della polvere amano il tepore e l’umidità. I loro allergeni colpiscono apparato respiratorio, cute e mucose. La soluzione? Bonificare l’ambiente

di Stefania Elena Carnemolla

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Nella stagione fredda con termosifoni, stufe, camini, climatizzatori che confortano con il loro tepore gli ambienti e con il calore che favorisce, tuttavia, la formazione della polvere, gli acari dermatofagoidi, gli acari della polvere, trovano il loro habitat perfetto. Le loro condizioni di vita ideali sono, infatti, gli ambienti chiusi, poco arieggiati, una temperatura fra i 18 e i 24 °C e un’umidità tra il 60 e l’80%.

La polvere, dove trovano riparo, dà loro anche nutrimento: “Le concentrazioni di acari” spiega Assosalute, associazione nazionale di farmaci di automedicazione di Federchimica “può variare da 10 a 1.000 e più per ciascun grammo di polvere. Come per tutti i dermatofagoidi, cioè i mangiatori di pelle, la dieta degli acari consiste di scaglie di pelle umana e cuoio capelluto, miceti che crescono sulla pelle umana, oltre a muffe, corpi e frammenti di insetti, batteri. Tutti elementi di cui la polvere domestica è generalmente ricca”.

Allergeni degli acari

Ospite indesiderato delle abitazioni, ma anche di ambienti indoor come scuole, uffici, alberghi, aeroporti, ospedali, il Dermatophagoides pteronyssinus, l’acaro della polvere, un artropode degli Aracnidi, è invisibile a occhio nudo, ma è un affezionato habitué di materassi, cuscini, poltrone, divani, tendaggi, tappezzerie, abiti, piumaggi, tappeti e moquette. Le sue feci e il suo corpo contengono sostanze proteiche, rispettivamente la glicoproteina Der p1 e la glicoproteina Der p2, dall’effetto allergizzante ai danni dell’apparato respiratorio con asma e rinite, delle mucose con congiuntivite e della cute con la dermatite tanto che questo acaro è considerato la maggiore fonte ambientale di allergeni inalanti collegati ad asma, rinite e dermatite atopica. I suoi allergeni che, spiega Assosalute, derivano dalla frammentazione dei suoi tegumenti, dalle sue secrezioni ghiandolari e dalle sue deiezioni fecali, aderiscono, infatti, alle particelle della polvere sospese nell’aria, depositandosi anche sulle superfici.

Un video di Mission: Allergy Inc., una compagnia statunitense che produce e distribuisce prodotti, studiati su base scientifica, per ridurre l’esposizione a sostanze che provocano allergie, mostra, ad esempio, ad alta definizione acari della polvere nelle loro diverse fasi di vita - uova, ninfe, adulti – insieme a particelle dei loro rifiuti fecali, principale fonte dei loro allergeni.

Un problema globale

L’allergia agli acari, che la World Health Organization, l’organizzazione mondiale della sanità, ha riconosciuto come un problema su scala globale, si presenta, spiega Assosalute, anche con altri sintomi come naso chiuso, che prude o che cola con secrezione acquosa e biancastra, starnuti frequenti e, oltre alla congiuntivite, lacrimazione e bruciore agli occhi, quindi tosse secca, prurito al palato e alla gola, difficoltà a respirare, senso di leggera oppressione al petto, nonché disturbi del sonno provocati dalla difficile respirazione. In caso di gravi deficit respiratori, raccomanda Assosalute, è necessario rivolgersi a un medico per la prescrizione di terapie mirate o trattamenti desensibilizzanti.

Prick test

Per diagnosticare un’allergia agli acari c’è chi consiglia i prick test: “I prick test” spiega l’ Istituto Clinico Humanitas “sono test cutanei per il controllo della reazione allergica a diversi tipi di sostanze: alimenti, veleno di insetti, lattice, polvere e acari, polline, peli di animali, farmaci. Al paziente vengono applicate modeste quantità dell’allergene della sostanza sospettata di provocare la reazione. L’applicazione avviene solitamente sull’avambraccio interno, favorendone la penetrazione nella pelle con graffi leggeri o punture di spillo (con piccoli aghi sterili) quasi impercettibili. Se in corrispondenza dell’applicazione si verifica un’eruzione cutanea, sotto forma di rash, pomfi o chiazze rosse, il paziente è molto probabilmente positivo a quel tipo di allergene e può essere formulata una diagnosi. I test allergici non danno la certezza completa delle cause scatenanti l’allergia. Sono possibili risultati dubbi o errati (falsi positivi) e spesso c’è una relazione tra reazione allergica e altre patologie”.

Farmaci di automedicazione

Contro alcuni sintomi di allergia agli acari, spiega Assosalute, sono, invece, sufficienti i farmaci di automedicazione. In caso di rinite allergica aiuteranno antistaminici a uso topico (spray nasali o colliri) o sistemico (compresse) per bloccare gli effetti dell’istamina responsabile dei disturbi, mentre contro la congestione nasale aiuteranno associazioni di antistaminici con vasocostrittori come efedrina e pseudoefedrina per alleviare la sensazione di naso chiuso. Spray antiallergici con azione anticongestionante, spiega Assolute, sono, invece, indicati nella profilassi del raffreddore allergico, mentre colliri antiallergici aiuteranno ad alleviare la congiuntivite.

Bonifica ambientale

Contro le allergie agli acari della polvere è importante la bonifica ambientale, che Assosalute sintetizza in nove punti:

1. Pulire i caloriferi prima dell’accensione dei riscaldamenti, non solo per preservarne la loro resa termica ma anche per mantenere in casa una buona qualità dell’aria, fondamentale per evitare allergie soprattutto se già si soffre di problemi respiratori.

2. Rivestire tutti i materassi e i cuscini, presenti nella camera con fodere anti-acaro, tessuto a trama fitta, impenetrabile agli acari.

3. Limitare al minimo la presenza di tappeti, piumini, poltrone imbottite, peluche.

4. Arieggiare spesso i locali anche se fuori fa freddo.

5. Scegliere con attenzione l’aspirapolvere, preferendo quelli dotati di adeguati filtri che impediscono la diffusione nell’aria degli allergeni.

6. Eliminare la polvere con frequenza.

7. Prestare attenzione alle pulizie, utilizzando un panno umido che non disperda la polvere, e quindi, gli allergeni nell’ambiente.

8. Lavare frequentemente, ad alte temperature, la biancheria da letto.

9. Esporre all’aria cuscini e coperte.

Senza dimenticare di ridurre l’umidità, di regolare la temperatura interna, di installare depuratori d’aria o ionizzatori, mentre un buon rimedio per pulire, ad esempio, i materassi, è l’uso della vaporella.

Kit scopri-acari

Esistono in commercio anche kit rivelatori di acari. Uno di questi kit si presenta come un test che in una diecina di minuti può registrarne la presenza attraverso l’uso di anticorpi specifici verso gli allergeni degli acari. “Dopo aver raccolto la polvere” recitano le istruzioni “versarla nella provetta, tappare la provetta e agitarla per una decina di secondi, attendere cinque minuti e poi prelevare con il contagocce un po’ di soluzione. Versare tre gocce nell’ovale della card e attendere cinque minuti: il risultato va letto nella finestra ovale contraddistinta da ‘T’ (Test) e ‘C’ Controllo”.

La stessa azienda ha anche brevettato una fodera-barriera per materassi e cuscini per impedire il contatto tra uomo e acari della polvere. La barriera è in polipropilene, un materiale adatto a uso sanitario.

Abbiamo parlato di:

Assosalute Website

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Mission:Allergy Website

World Health Organization Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube | LinkedIn

Istituto Clinico Humanitas Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube

31/10/2019