Piscine e acquapark: i rischi fisici, chimici e biologici

Strutture tenute al rispetto delle norme, con i bagnanti invitati a collaborare, mentre c’è chi parla di piscine sostenibili, a cominciare dall’uso del LED

di Stefania Elena Carnemolla

Tra piscine e acquapark è tempo di tuffi, bagni e giochi d’acqua, strutture comunque obbligate per legge a garantire sicurezza e perfette condizioni igieniche. Le loro acque possono, infatti, comportare rischi fisici, chimici e biologici. L’ Organizzazione Mondiale della Sanità nelle sue linee guida sugli ambienti acquatici ricreativi sicuri spiega come tra i danni per la salute vi siano l’annegamento, i traumi, le alterazioni dell’omeostasi fisiologica, le infezioni, gli avvelenamenti e le intossicazioni.

Annegamento e traumi

A rischio annegamento sono i nuotatori sotto l’effetto di bevande alcooliche o bagnanti che abbiano poca dimistichezza col nuoto. I casi di annegamento sono dovuti anche all’assenza di sorveglianti, a una cattiva progettazione della piscina - come, ad esempio, l’eccessiva potenza delle bocchette di aspirazione o drenaggio -, quindi a una scarsa manutenzione.

Causa dei traumi può essere l’impatto contro il fondo della piscina, gli acquascivoli e le superfici calpestabili scivolose, quindi frammenti di vetro o metallo e lo scontro fra nuotatori. Tra i rischi fisici ci sono anche le folgorazioni a causa degli impianti all’interno o intorno alle vasche.

Omeostasi fisiologica

Le alterazioni dell’omeostasi fisiologica sono, invece, dovute ad un’esposizione eccessiva al calore e alle radiazioni solari, come nel caso delle piscine e strutture esterne, o a un’esposizione eccessiva al calore o al freddo, come nel caso, invece, delle vasche per idromassaggi o piscine termali naturali.

Infezioni, avvelenamenti e intossicazioni

Le infezioni sono, invece, dovute all’ingestione, all’inalazione o al contatto con batteri, virus, funghi e protozoi patogeni presenti nell’acqua o in prossimità delle vasche, mentre gli avvelenamenti e le intossicazioni, al contatto, all’inalazione o all’ingestione di acqua contaminata da residui chimici o tossine algali, nonché a quella di sostanze chimiche volatili.

Rischio chimico

Il rischio chimico è dovuto, spiega un opuscolo sulla sicurezza e la salute in piscina dell’Asl 2 di Napoli, all’acqua all’origine, ai comportamenti degli utenti e ai trattamenti. Nel primo e terzo caso l’opuscolo menziona sottoprodotti della disinfezione come trialometani, acido aloacetico, clorati e tricloruro di azoto, mentre gli utenti possono contaminare l’ambiente con urine, sudore, sporco, creme solari, cosmetici e residui di sapone, nonché con muco, vomito e saliva.

Rischio biologico

Il rischio biologico è dovuto, invece, ad agenti infettivi come virus enterici di origine fecale (Adenovirus, Epatite A, Norwalk virus, Echovirus) la cui trasmissione può avvenire attraverso l’ingestione o l’inalazione; quindi a virus non enterici (Molluscipox virus e H. papillomavirus) presenti su superfici infette e la cui trasmissione avviene per contatto; a batteri non enterici che hanno origine nell’aerosol ambientale (Legionella spp.), nell’aerosol ambientale o nei bagnanti (Pseudomonas spp.), nei bagnanti o nelle superfici (Staphylococcus spp.), nelle superfici infette (Mycob. Marinum), nell’ambiente o nelle superfici (funghi e lieviti) e la cui trasmissione avviene per inalazione come nel caso della Legionella spp. o per contatto in tutti gli altri casi. Ci sono, quindi, i batteri enterici di origine fecale (Shigella spp., Escherichia coli, Salmonella spp.) e la cui trasmissione avviene per ingestione. Infine, i protozoi patogeni di origine fecale (Giardia e Cryptosporidium, Naegleria fowleri) o presenti nell’aerosol ambientale (Naegleria fowleri e Acantamoeba) e la cui trasmissione avviene per ingestione.

Contro il rischio biologico l’opuscolo raccomanda di controllare periodicamente le concentrazioni di disinfettante presente nell’acqua della vasca; di evitare, nel caso di impianti all’aperto, la contaminazione con feci di animali (roditori e uccelli) mediante pulitura stagionale ed idonei sistemi di copertura; di mantenere efficiente il sistema di filtrazione; di promuovere l’uso di sandali nelle docce e la pulizia delle superfici calpestabili ed, in particolare, del bordo vasca; di educare i nuotatori, soprattutto quelli più piccoli, a non rilasciare materiali organici in vasca come vomito, muco, saliva e sudore; di promuovere, nel caso dei bambini più piccoli, l’impiego di costumi a prova di perdite; di educare gli utenti a non scambiarsi oggetti personali e di toilette come sandali, pettini, spugne, asciugamani. Senza dimenticare che urinare nelle piscine consuma il cloro utilizzato per la disinfezione.

L’opuscolo ricorda, inoltre, l’importanza della doccia prima dell’ingresso in piscina, una pratica indispensabile per rimuovere dal corpo “tracce di sudore, urine, materiale fecale, cosmetici ed altri potenziali contaminanti”. È stato, ad esempio, dimostrato che “laddove gli utenti effettuano la doccia regolarmente prima del bagno, l’acqua è più pulita, più facile da disinfettare e contiene una minore quantità di sostanze chimiche, per cui anche la balneazione risulta più confortevole”. La doccia è importante anche dopo il bagno perché aiuta a eliminare le tracce di cloro e altre sostanze chimiche che potrebbero irritare la pelle e gli occhi.

Rischio micosi

Un sistema contro il trasferimento di contaminanti nella vasca e nelle aree attigue sono gli spray disinfettanti per i piedi. Tra le raccomandazioni, come spiegato, c’è quella di non camminare a piedi nudi e questo vale per i pavimenti umidi delle piscine e strutture simili, delle docce e degli spogliatoi perché il rischio è di rimediare il piede d’atleta, micosi superficiale della cute causata da alcuni funghi, miceti.

Quello delle micosi è un problema molto diffuso in estate. Come spiegava tempo il dottor Marco Fumagalli, medico-chirurgo specialista in Dermatologia, per riconoscerle “un primo segnale d’allarme può essere rappresentato da un arrossamento localizzato, con una leggera desquamazione, soprattutto nelle pieghe inguinali o negli spazi tra le dita dei piedi. In alcuni casi le lesioni sono umide o macerate e associate spesso al prurito. Il fungo attecchisce più facilmente nelle pieghe, poiché in quelle zone l’aumento di temperatura e umidità favorisce la proliferazione del fungo”.

Assosalute, l’associazione nazionale farmaci di automedicazione di Federchimica, consiglia come evitarne la comparsa o l’ulteriore proliferazione:

1. Se la micosi è sulle unghie, attenzione a coprirla con lo smalto colorato, soprattutto se di quelli a lunga durata, perché potreste non accorgervi dell’eventuale estensione della micosi

2. In piscina e nei lidi usate sempre le ciabattine, perché i luoghi umidi sono ideali per il proliferarsi di funghi

3. Attenzione anche all’utilizzo di asciugamani e teli da bagno: sempre meglio, infatti, non condividerli con nessuno per ridurre il rischio di venire a contatto con funghi potenzialmente nocivi per la nostra pelle

4. Asciugarsi bene dopo il bagno e la doccia, anche quando fa molto caldo, perché quando l’epidermide rimane umida i funghi eventualmente presenti sulla pelle crescono e si riproducono con estrema facilità.

Manutenzione e piscine sostenibili

C’è, quindi, chi richiama l’importanza di una buona manutenzione della piscina, pensando alla possibilità di una piscina sostenibile, ad esempio, evitando, individuando e riparando le perdite dovute a difetti di costruzione o ad una manutezione, insufficiente; facendo uso, in un’ottica di risparmio energetico, di un sistema di illuminazione a LED; di eseguire il trattamento dell’acqua tutto l’anno; di utilizzare robot per la pulizia del fondo e delle pareti verticali; di ottimizzare la frequenza ed il tempo di filtrazione e dei lavaggi del filtro; di automatizzare il processo di disinfezione, ciò che ottimizzerà il rendimento del disinfettante utilizzato; di minimizzare il consumo energetico della pompa di ricircolo; di ridurre il carico di lavoro del filtro. Il tutto individuando le migliosi soluzioni sul mercato.

Abbiamo parlato di:

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Guidelines for safe recreational water environments Documento

Sicurezza e Salute in Piscina Opuscolo

Assosalute Website

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