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I solari fanno davvero male alla pelle e all’ambiente? Filtro chimico o fisico? Parla l’esperto

I consigli del dermatologo Di Pietro per una tintarella in sicurezza. Lo specialista spiega che accade alla nostra pelle mentre ci abbronziamo

Baciate dal sole: fra le star più abbronzate dell'estate 2019 c'è sicuramente Giorgia Palmas. Ma anche Melissa Satta, Belen e la Canalis sfoggiano una bella tintarella - Foto Instagram

di Redazione

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A fronte dei dubbi e degli allarmi ricorrenti sui rischi della tintarella selvaggia e sulla sicurezza nell'uso dei prodotti solari per la salute e per l'ambiente, per Cosmetica Italia, l'associazione nazionale delle imprese cosmetiche italiane, il dermatologo Antonino Di Pietro, risponde ai principali sospetti fornendo alcuni suggerimenti pratici per godersi l'estate sfoggiando una abbronzatura più sana.

No all'overdose di raggi ma il sole è nostro amico

Sul tipo di tintarella Di Pietro, direttore dell'Istituto dermoclinico Vita-Cutis di Milano e fondatore della Società internazionale di dermatologia plastica e oncologica (Isplad), precisa che 'l'overdose di raggi solari va assolutamente evitata, mentre il sole non va demonizzato. L'aspetto a cui bisogna prestare molta attenzione è la modalità con cui ci si espone al sole. La nostra pelle è dotata di difese naturali. Quando ci si espone ai raggi solari i melanociti iniziano a spingere in superficie la melanina che, assorbe le radiazioni. Questo meccanismo ha però bisogno di alcuni giorni per entrare a pieno regime. Una 'overdose' di raggi solari, soprattutto quando non ci esponiamo da molto tempo, può cogliere il nostro organismo impreparato: qui entrano in gioco i solari, sempre indispensabili e soprattutto con un alto fattore di protezione nei primi giorni di esposizione”.

No al SPF 50 tutto l’anno

“L'esposizione poi va correlata con il proprio fototipo - precisa l’esperto – che è una carta d'identità della pelle indicante la reazione della cute ai raggi ultravioletti. E anche 'categorie': anziani e neonati devono prestare maggiore attenzione'. Sull'utilità nell'applicazione dei filtri solari l'esperto aggiunge: 'Anche in questo caso vanno evitati gli eccessi, non ha senso spalmare tutto l'anno un SPF 50. Diversamente si rischierebbe di inficiare il naturale 'allenamento' della nostra pelle a rispondere ai raggi solari. Inoltre va detto che chi ha una pelle con fototipo 1 non diventerà mai abbronzato quanto chi invece ha un fototipo 5 e che i primi devono sempre tenere alto il livello di protezione rispetto a chi ha una pelle già scura”.

L’alleato ombrellone

“In spiaggia, oltre a considerare lunghe pause all'ombra, non bisogna mai rinunciare agli schermi protettivi, scegliendo i filtri in base al proprio fototipo e tenendo presente che i fattori di protezione elevati non bloccano affatto la formazione della tintarella ma ne favoriscono la formazione graduale per un colorito più uniforme e duraturo. Una volta abbronzati si possono scegliere prodotti con SPF via via più basso'.

Filtri chimici e filtri fisici

A proposito della recente ricerca commissionata dalla Food and drug administration sull'assorbimento nella pelle di alcuni schermi solari e sulle notizie allarmistiche che ricorrono negli ultimi mesi sull'argomento, Di Pietro risponde: “Rispetto ai solari si è creata una (impropria) contrapposizione tra filtri chimici e filtri fisici a favore di questi ultimi. In realtà si tratta in entrambi i casi di filtri sicuri e in grado di svolgere la propria funzione, ma i filtri chimici sono stati in alcuni casi erroneamente messi sotto accusa. Gli schermi solari non creano danni alla salute perché sono fra i cosmetici più studiati e testati e in Europa devono rispettare le regole del regolamento 1223 del 2009 che include le valutazioni dei rischi prima dell'immissione in commercio per la tutela dei consumatori'.

Se non fa danno alla pelle, non ne fa all’ambiente

Lo specialista si esprime anche a proposito dell'allarme che ricorre sulla dispersione dei filtri solari nei mari dove potrebbero arrecare danni all'ecosistema, affermando che ''anche l'impatto ambientale è considerato fra gli elementi di valutazione dei prodotti schermanti da vendere e, nel caso in cui ci siano delle criticità, vengono eseguite apposite analisi al fine di poter avere un quadro completo ed eventualmente intervenire'.

30/07/2019