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La prova costume come accettazione di sè

di Caterina Steri

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Estate inoltrata e le spiagge sono invase da settimane, come siete arrivati alle mete vacanziere? Riuscite a privarvi dei vostri abiti e a stare in costume senza problemi o ci sono momenti in cui pensate seriamente di stare immersi fino al collo nell’acqua, o peggio ancora sommersi dalla rovente sabbia?

La prova costume per tante persone, senza fare grosse differenze tra maschi e femmine, ogni anno può essere fonte di stress e preoccupazione. Inevitabile, considerati i messaggi mediatici che ogni giorno ci vengono propinati e ci offrono fisici perfetti, diete dimagranti e tonificanti efficaci e veloci. Quelle che non fanno sentire nemmeno la fame! Non per fare polemica, ma siamo sicuri che tutto ciò non sia un tantino stressante?

E poi mi chiedo quante siano le persone magre come grissini non contente del proprio aspetto e quante con qualche chilogrammo di troppo, che pur notando i propri difetti, siano a proprio agio? E’ logico che stiamo parlando di una “questione mentale”: la prova costume può essere considerata come una prova il cui esito positivo equivale ad un’accettazione di se stessi.

C’è chi vive il bikini/boxer con ossessionante terrore, stressando il proprio corpo per cercare di ottenere una forma migliore, convinta che il fisico sia l’unico biglietto da visita con cui ci si possa presentare al resto del mondo. Tradotto in altre parole: alcune persone non si accettano se non attraverso la propria immagine corporea, traguardo auspicabile però solo se ci si avvicina il più possibile alle figure ideali che ogni giorno vengono proposte.

In questo caso la prova costume sarebbe la prova del “devo piacere agli altri”. Meglio invece convertirla in “devo piacere a me”. Per fare questo occorre essere sereni, avere una buona autostima, la consapevolezza, nonché l’impegno di prendersi cura di se stessi in toto e un’indipendenza nei confronti degli stereotipi dei media.

I parametri di bellezza cambiano e sono relativi. Ognuno ha il suo. Non possiamo sicuramente controllare tutti i cambiamenti che il tempo impone sul nostro fisico (a meno che non ci affidiamo alla chirurgia estetica, ma anche in questo caso ci sarebbe tutto un dibattito da aprire).

Un’alimentazione corretta e un’attività fisica costante durante tutto l’anno aiutano a stare meglio, sia mentalmente che fisicamente.

Porsi degli obiettivi inaccessibili o troppo stressanti non fa altro che aumentare il malessere e la frustrazione. Inoltre, vivere in modo positivo aiuta a stare meglio.

Forse più che superare la prova costume, bisogna vincere l’ansia da prova costume, che potrebbe nascondere altri tipi di malesseri o disagi.

Considerare il proprio corpo come altro da se rispetto alla propria mente ci porta fuori strada. Corpo e mente sono strettamente correlati (pensiamo ad esempio alle malattie psicosomatiche, o ai disturbi dell’ansia). Quindi l’accettazione del proprio fisico non è altro che accettazione di se stessi e viceversa.

Teniamo conto che si può sempre migliorare, l’importante è che la cura dell’aspetto fisico non diventi un’ossessione.

Sarebbe bello riuscire a guardarsi amorevolmente con i propri occhi, anziché attraverso quelli degli altri. Fino a quando non si raggiunge una concezione personale della bellezza, anche le persone più magre non saranno mai soddisfatte di se stesse ma saranno sempre vulnerabili agli sguardi degli altri. In fin dei conti, la bellezza è negli occhi di chi guarda, quindi concedetevi i vostri bei costumi e “viveteli” al meglio.

04/07/2012