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Quando la coppia scoppia: dal lutto alla ripresa

di Caterina Steri

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Tutte le storie d’amore possono finire. A volte succede che i sentimenti vengano a mancare da parte di entrambi e quindi il distacco avviene in accordo fra le parti, oppure capita che uno dei due decide di dare un taglio alla relazione e chi viene lasciato vive un dolore tale ad un vero e proprio lutto.

Essere lasciati spezza la vita in due (prima e dopo l’abbandono), creando un senso di vuoto, frustrazione e confusione.

Si riscontrano dei cambiamenti anche a livello organico: quando ci si innamora il fisico produce una quantità elevata di endorfine e feniletilamina (che danno senso di benessere, euforia, vitalità e desiderio sessuale); con la rottura della relazione, si ha un crollo della produzione di queste sostanze che porta ad ansia, depressione, apatia,frustrazione, irritabilità).

Uno studio svolto dall'università del Michigan, Stati Uniti, afferma che l'abbandono da parte del partner è assimilabile ad un trauma fisico intenso, come un'ustione o una botta in testa. Non è solo un dolore interiore, ma una vera sofferenza fisica.

Essere lasciati porta a pensare di non essere stati all’altezza della storia, di aver subito un torto, di non voler più avere a che fare con relazioni a due e mille altri pensieri negativi. Ci si sente impotenti e svalutati.

Non tutto è perduto però. Così come ogni perdita, anche l’esperienza di essere lasciati ha bisogno di una sua elaborazione costruttiva, con tempi più o meno variabili, che porti ad una ripresa.

Senza un’accettazione di ciò, qualsiasi percorso è inutile. Sembra scontato, ma non lo è.

All’inizio, sopratutto se la conclusione della relazione sopraggiunge in maniera improvvisa ed imprevista, si tende a negare il tutto o a minimizzare. Si ritiene che l’altro ritornerà, che è solo un periodo di incertezze e dubbi da superare. Quando ci si rende conto che così non è si sprofonda nel dolore.

Bisogna concedersi un periodo di lutto: vivere l’infelicità che l’abbandono ha causato ed elaborarla, versare tutte le lacrime possibili e fare uscire tutto il dolore, la rabbia e i sensi di colpa che si provano.

Sempre meglio evitare di tenere strascichi di relazione con l’altro con l’illusione che il dolore sia meno lacerante. E’ solo un modo per non rassegnarsi al distacco e allungare l’agonia.

Meglio decidere di farsi una ragione di quello che è successo trovando una giusta spiegazione, capire i propri errori e quelli altrui e apprendere da questi.

Occorre prendere di petto la situazione, uscendo dalla fase di lutto. Iniziare ad essere attivi, dinamici, a curarsi, coccolarsi, a dedicarsi a nuove relazione sociali e attività. Forzarsi di sorridere anche quando non si ha voglia. Insomma,  bisogna fare qualcosa di positivo per se stessi e riempire il vuoto lasciato dall’altro.

Entrare nell’ottica che il grande amore che si pensava di vivere forse non era così grande, ma ridimensionarlo e capire che, se finito, si possa avere la possibilità di viverne ancora.

Tenere presente che il tempo aiuta a cicatrizzare le ferite, non viverlo quindi passivamente ma come un alleato, cercando di sfruttare al meglio le proprie energie e risorse.

Imparare che la vita è unica e che non dobbiamo permettere alla fine di una relazione di non farcela vivere. La vita continua, con tanti obiettivi e traguardi da raggiungere, tra cui forse un grande amore.

 

29/09/2011