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Quando l’amore fa paura

Quando lamore fa paura
di Orietta Matteucci

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Sviluppare le facoltà emotive aiuta a comprendere le proprie emozioni ed intuire ciò che provano gli altri. Vediamo come.

La svalutazione storica delle emozioni e la difficoltà presente, nelle maggior parte delle persone, di riconoscere, gestire ed esprimere le proprie emozioni, ha creato, nel tempo, una sorta di analfabetismo emozionale capace di generare nel mondo tante incomprensioni, violenza, degrado, corruzione.

Molti credono, perfino, che l’unico modo per emergere e dare un senso alla propria vita, sia la competizione sfrenata e spregiudicata, quella che schiaccia i più fragili.

Oggi tutti, direttamente o indirettamente, dobbiamo fare i conti con gli effetti di questo individualismo esasperato e con la diffusa attitudine a 'consumare' oggetti e relazioni, a non rispettare le regole, a ignorare diritti umani, competenze e meriti degli altri.

C’è da dire che aggressività, individualismo e competizione nascono sani, in quanto necessari all’evoluzione e alla prosecuzione della specie. È l’uso distorto che se ne fa che li rende malvagi fino a minare alla base la società e indebolire famiglia e scuola, il cuore della società stessa.

Quando l’amore fa paura. La nostra società nella quale, spesso, si scambiano diritti con i soldi, sesso con il potere, felicità con il possesso di beni materiali, sembra non avere più la capacità di unire le persone nella tolleranza, nella solidarietà, nella cooperazione, nell’amore.

D’altra parte, nessuna pubblicità, né i media stessi passerebbero messaggi di educazione civica: è molto più facile puntare sui vizi, piuttosto che sui valori umani ed etici!

Tuttavia, negli ultimi anni si sta diffondendo un forte interesse verso l’educazione all’affettività e lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.

La Carta di Ottawa ha sancito il diritto alla salute del corpo e della mente e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato, fin dal 1993, il Documento WHO’93 contenente un nucleo di 10 abilità per la vita*, di cui ciascun individuo dovrebbe essere dotato. In particolare ne devono essere dotati genitori e insegnanti per trasmettere poi, le competenze acquisite, ai bambini.

A tale Documento molti Paesi hanno dato seguito. In Italia è stato preso in considerazione, incredibile a dirsi, solo dopo 15 anni, e, a tutt’oggi, passati ben 23 anni, è ancora rimasto, perlopiù, lettera morta!

Ma cosa si intende per intelligenza emotiva?

Si può generalmente identificare l’intelligenza come il complesso delle facoltà di tipo cognitivo ed emotivo che possono permettere a un individuo di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti.

L’intelligenza è, quindi, lo strumento che migliora la capacità umana di adattamento all’ambiente.

Le facoltà emotive sono un fattore adattivo fondamentale per comprendere le proprie emozioni ed intuire ciò che provano gli altri.

Lo sviluppo di entrambe le facoltà emotive e cognitive, permette di distinguere tra le varie informazioni e di utilizzarle per guidare correttamente i propri pensieri e le proprie azioni, nel rispetto di sé e degli altri.

Che fare dunque?

Appare chiaro che non è più possibile separare competenze scolastiche e affettive, perché insieme sono indispensabili per il sano e completo sviluppo dell’individuo e per il suo successo nella vita affettiva, lavorativa e sociale.

La mancanza di tali Skills rende inefficace la comunicazione e complicato interagire positivamente con gli altri. Le conseguenze in termini di incomprensioni, violenza, degrado, corruzione sono tristemente note.

Di certo non mancano libri, manuali, suggerimenti degli esperti, iniziative, ma è complicato apprendere senza poter mettere in pratica quanto ascoltato o imparato, in particolare modo se si tratta di comunicare efficacemente emozioni e bisogni, temi così difficili da esprimere!

L’educazione all’affettività e lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, pertanto, può essere inteso, a buon titolo, come un’opportunità per rimodellare famiglia e scuola, impegnandole su un fronte più ampio, i cui obiettivi siano si, l’istruzione didattica utile per la vita lavorativa, ma anche o soprattutto, l’educazione affettiva necessaria per interagire in modo costruttivo con gli altri.

Sviluppare le facoltà emotive aiuta a comprendere le proprie emozioni ed intuire ciò che provano gli altri. In altre parole aiuta a riconoscere e a superare la paura di amare.

È innegabile che oggi stiamo vivendo una profonda crisi sociale, la nostra associazione Bambino Oggi…Uomo Domani è nata per questo: per dare un contributo a porvi un rimedio attraverso il progetto Comunichiamo PositivaMente in atto dal 2009. Ma da soli non possiamo farcela, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi.

Orietta Matteucci presidente Bambino Oggi…Uomo Domani

 

*Il nucleo delle 10 Life Skills è composto da:

Skills emotive: consapevolezza di sé, gestione delle emozioni

Skills cognitive: gestione dello stress, risolvere problemi, prendere decisioni, senso critico, creatività

Skills prosociali: empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci



24/10/2016