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Quando l'ansia per le difficoltà economiche ha bisogno di un percorso psicoterapeutico

Quando lansia per le difficoltà economiche ha bisogno di un percorso psicoterapeutico

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Domanda - Sono una persona che al momento dovendo affrontare una situazione postuma ad un’attività commerciale andata male, ha ovviamente preoccupazione. Quindi potremmo dire ansia 'normale'? Le chiedo se secondo Lei ciò rientra in uno stato mentale nella norma e quindi non necessitare di un percorso psicoterapeutico. Se fosse così gentile da 'illuminarmi'. RingraziandoLa di cuore, Le auguro ogni bene.

Risposta - Gentile lettore, le difficoltà economiche hanno toccato e stanno coinvolgendo moltissime persone in questo periodo di crisi. È normale che ciò si viva con ansia e preoccupazione, soprattutto se si sono intraprese attività economiche a proprio carico, se si ha una famiglia, dei figli, ecc.. L’incertezza del guadagno e delle possibilità di sostentamento, sono tutti fattori che generano una profonda incertezza su cosa accadrà nel proprio futuro. D’altra parte l’ansia è un’emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo e che aumenta quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. Solitamente l’ansia si traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni, vie di fuga, e in una serie di fenomeni neurovegetativi come l’aumento della frequenza del respiro, del battito cardiaco, della sudorazione, vertigini, ecc.. Un percorso psicoterapeutico le sarebbe utile laddove le motivazioni del fallimento della sua attività commerciale risiedano in fattori legati per esempio alla sfera privata, al suo modo di rapportarsi agli altri, ad eventi che l’hanno distratta dai suoi impegni e che lei non ha potuto o saputo gestire. Se invece l’ansia deriva esclusivamente da problemi economici la psicoterapia potrà da una parte supportarla in questo periodo complicato, ma non le risolverà il problema.

Domanda  - Sono Maura una ragazza di 24 anni  vorrei sapere quanto è grande per una donna lo sforzo fisico del parto? È davvero il più grande della vita come si legge in alcuni racconti?  Ho sentito dire che in alcuni corsi preparto si simulano le spinte; vorrei sapere se serve davvero e se durante la simulazione le future mamme si sforzano davvero o serve solo per provare la posizione? Grazie! Maura 

Risposta - Cara Maura, il dolore fisiologico del parto varia da donna a donna, tuttavia è vero che è indicato come particolarmente intenso. Esso è intervallato da scariche di endorfine, che lasciano il tempo per pause riposanti che permettono anche di fare un pisolino tra una contrazione e l’altra per riprendere le energie. Il dolore è molto forte, ma è anche associato ad un evento meraviglioso, la nascita di un figlio, e non a qualcosa di patologico come di solito avviene quando si soffre. È infatti l’unico dolore che non è sintomo di malattia. Appena la donna ha partorito naturalmente, il dolore termina immediatamente e con il passare dei giorni viene dimenticato, lasciando spazio solo a ciò che c’è di bello nel mettere al mondo un bambino. Per quanto riguarda le attività del corso pre-parto sono molto utili perché servono ad arrivare psicologicamente preparate al momento del parto, a comprendere meglio cosa accade al proprio corpo durante la gravidanza e agli eventi successivi, ad essere meno vulnerabile e a tenere più sotto controllo la tensione e lo stress nel momento opportuno.

Domanda - Le scrivo perché non so più come gestire la situazione. Non so che fare. Ho litigato già diverse volte con il mio ragazzo (32 anni e io 28, stiamo insieme da due anni, si parla di matrimonio) perché su facebook faceva l'idiota con le sue amiche. Alla fine l'ha chiuso perché ero intenzionata a lasciarlo ma ha sempre detto che il suo era solo un modo, a parole, di gratificare il suo ego cercando attenzioni altrui e che quelle ragazze non gli interessavano, tant'è che non è mai passato ai fatti. Da allora è cambiato, ha promesso di fare il bravo e lo fa, è molto attento e premuroso, in tutto e per tutto il fidanzato ideale. Ma ho scoperto che fa spesso tardi la notte cercando su siti di incontri ragazze che gli inviino foto hot e scambino email con lui. Ora, io capisco il bisogno e la curiosità maschile. Posso ammettere anche il porno entro un certo limite, ma non riesco ad ammettere queste cose! Cosa posso fare? Ok, ne posso parlare con lui, ma troverà sempre scuse banali ed evasive (tipiche maschili), quindi sarebbe inutile. Io voglio capire se questa continua ricerca del trasgressivo, che pare fermarsi alle parole, alle email, può essere pericolosa o no, se nasconde altro. Mi verrebbe di lasciarlo ma prima voglio capire se è una cosa fine a se stessa, con lo scopo della gratificazione, o malsana, cioè potenzialmente concreta. Non voglio diventare il suo cane da guardia, voglio stare tranquilla, ma solo e soltanto se questa cosa non ha effetti di nessun tipo e resta un gioco notturno - cioè fatti squisitamente suoi - e nella notte stessa si conclude. Spero che Lei sappia darmi un consiglio. La saluto cordialmente, Manuela.

Risposta - Cara Manuela, sono tanti gli uomini che guardano film pornografici anche grazie alla facile reperibilità di questo materiale su Internet. Spesso ciò non è indice di una insoddisfazione del rapporto, ma serve alla persona per rifugiarsi nel suo mondo di fantasie sessuali. Lo scambio di email e di foto hot con altre ragazze è invece un’attività che va al di là della fantasia, ma è un mettere in pratica ciò che si immagina o si desidera. C’è da chiedersi se la vostra intimità sessuale è buona o se ci sono problemi. Al di là di questo il comportamento del tuo ragazzo indica una grave mancanza di rispetto nei tuoi confronti perché, anche se solo virtualmente, lui ti “tradisce” cercando rapporti intimi (anche se solo visivi) con altre donne. Penso che tu debba chiarire bene questa sua indole per capire se è un problema suo o se ci sono oggettive difficoltà all’interno della vostra relazione.

Domanda - Sono un ragazzo di 24 anni, da poco la mia ragazza mi ha lasciato (1 mese), siamo stati poco insieme (4 mesi) ma io l'amavo profondamente. Ci sono stati vari intoppi e miei comportamenti errati ma mi vorrei soffermare su una tematica. Non abbiamo mai fatto sesso, abbiamo fatto molto petting, sesso orale, ma un rapporto completo mai perché io ho avuto e ho ancora (in attesa di consulto medico) un problema al frenulo (credo sia breve) che mi dava dolore anche nella semplice penetrazione. Non posso chiederle di interpretare un pensiero della mia ex (in quanto non la conosce), ma lei crede che in una relazione di 4 mesi, un problema del genere possa essere abbastanza pesante per una ragazza, tale da farle decidere di lasciarmi? Sicuramente non è il solo motivo. Io il problema lo sto affrontando ma quando stavo con lei, non l'ho affrontato in famiglia e quindi rivolgendomi ad una struttura pubblica ero in attesa (ci sarebbero voluti mesi) di un consulto urologico. Potrebbe aiutarmi? Saluti

Risposta - Caro lettore, non credo che il motivo della rottura sia stato il tuo problema al frenulo. La tua ex ragazza sapeva che si trattava di qualcosa di temporane.o che poi avrebbe avuto una soluzione. Quindi penso che tu debba orientarti su quali sono stati gli intoppi e i comportamenti errati da parte tua di cui però non fai cenno in modo più approfondito nella tua email. Piuttosto ti consiglio di parlare con i tuoi familiari del problema che devi curare.

29/12/2011