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Quanto è importante saper dire NO?

di Caterina Steri

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Quanto è importante sapere dire NO?

A due anni di vita i bambini dicono “no” in continuazione, per questo si parla di età del NO. I bimbi usano questo termine senza nessun problema per definire i loro diritti e le loro proprietà. Idealmente, sta agli adulti, insegnare ai bambini quando bisogna dire NO.

Con la crescita, dire NO può diventare problematico. Per vari motivi molte persone sono cresciute con l’idea che ad un certo punto bisogna compiacere gli altri, essere sempre buoni, che è meglio dire SI e che il NO potrebbe avere delle conseguenze negative.

Le persone con bassa autostima hanno più difficoltà a dire No e molto spesso pensano di doversi adattare a tutte le aspettative che gli altri hanno su di loro.

Soprattutto nel rapporto di coppia si può cadere nella convinzione di non avere il diritto a dire NO. Le aspettative reciproche rendono difficile il rifiuto, in particolare nelle relazioni tradizionali basate sulla divisione stereotipata dei ruoli.

La donna ha sicuramente più difficoltà ad esprimere il proprio volere perchè, essendo più materna ed accogliente prova a mettersi nei panni degli altri e non riesce a “contrastarli”.

A volte si hanno difficoltà di dire No per timore di essere giudicati, di non esaudire le aspettative altrui, essere etichettati egoisti o venire rifiutati, rimanere soli, gestire le proprie emozioni se si esprime veramente il proprio volere.

In realtà, dire Si quando invece si vorrebbe dire No, ha delle conseguenze su se stessi e verso gli altri. Genera rancore verso l’altro perché lo si ritiene un approfittatore, si ha la sensazione di non avere il controllo della propria vita e dei propri spazi, origina stress e nervosismo che si riflettono sul corpo, crea ansia per paura di non riuscire a fare tutto quello che ci si è prefissati. Ricordiamo inoltre che le persone troppo compiacenti non sempre piacciono e vengono stimate dagli altri e possono apparire false agli occhi altrui. Si diventa insoddisfatti nelle proprie relazioni perché non si è “veri”, ci si carica di troppe responsabilità o non si stimola gli altri ad assumersi le proprie, si è costantemente preoccupati di piacere e di apparire sempre al meglio, per questo si provano ansia, frustrazione, vittimismo, risentimento.

Ancora, non sapere dire NO porta anche a eseguire numerosi compiti in tempi brevi portando ad una condizione di eccessivo affaticamento fisico e psichico.

Al contrario, dire NO esprimendo il proprio volere ha dei benefici concreti perché fa sentire liberi di scegliere cosa è meglio per se stessi, quanto possano essere concreti i confini con gli altri, aumenta il rispetto degli altri nei propri confronti perché si assume un ruolo attivo nella relazione, si ha più tempo per se stessi, permette di esprimere il proprio volere e di assumersi le proprie responsabilità rispetto alle situazioni della vita, diventa una forma di rispetto e di onestà verso gli altri e verso se e identifica la persona con una buona autostima che riconosce e afferma ciò che è disposta a fare o no, avendo ben chiare le sue priorità, le sue esigenze e la sua disponibilità.

Tutti hanno il diritto di dire NO senza dover essere giudicati e senza dover dare chissà quale giustificazione. L’importante è tenere a mente i nostri diritti e doveri e quelli altrui.

Essere egoisti non connota solo un accezione negativa, ma vuole dire saper mettere al primo posto le nostre esigenze e bisogni, rispettandole.

Per contro, chi dice NO aggressivamente, senza esitazioni, senza una motivazione ragionevole e senza tener conto dei diritti altrui, crea intorno a sé un ambiente ostile e stressante che genera malessere e insoddisfazione nelle persone che ne fanno parte.

 

02/11/2011