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Questa volta parliamo di Uomini, seriamente

di Orietta Matteucci

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Si parla delle donne, di quanto hanno sofferto nel corso dei millenni, di quanto soffrono, ma si parla ancora troppo poco di ciò che provano gli uomini.

Il tema è articolato e complicato da affrontare, ma appare chiaro che va affrontato, perché le cause di molti conflitti della coppia sono da ricercarsi nella difficoltà a scendere nella vera intimità, che non è di certo quella sessuale, ma è quella dove si è capaci di mettersi 'a nudo', di esprimere emozioni, desideri, bisogni senza essere giudicati o male interpretati.

Perché scendere nella intimità affettiva appare così difficile?

Fin dall'antichità la società ha definito 'maschio' colui che è forte, lavora duro, non prova paura, che al primo posto pone il dovere verso la famiglia e la società e che considera esprimere le emozioni e mostrare i sentimenti punti di debolezza in quanto prerogative delle femmine.

Cresciuti con questo tipo di condizionamenti, quando è esploso il femminismo, gli uomini si sono trovati impreparati ad affrontare il fenomeno e, passata la sorpresa iniziale, hanno cominciato a vivere la crisi della definizione del loro sé proiettato in una nuova realtà in cui le donne sfidavano e sfidano, continuamente l'uomo in ogni settore, sia lavorativo che privato.

Sono stati pubblicati libri e girati film come 'Uomini che odiano le donne', 'Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere' per non parlare degli aforismi, battute e perfidie che vengono dette quotidianamente. Ma in realtà, non è stato fatto nulla di concreto e di veramente efficace per mettere davvero in comunicazione l’uomo e la donna, per insegnare loro a decodificare i reciproci messaggi, le reciproche emozioni e i reciproci modi di affrontare la vita.

Senza dubbio, uno degli effetti dell’emancipazione femminile è stato quello di sconvolgere la tradizionale distinzione dei ruoli uomo-donna in seno alla famiglia e poi nel mondo del lavoro.

La donna ha dovuto aggiungere alla cura della casa e della prole, l’impegno per il lavoro e per le altre realizzazioni personali. Il fatto di guadagnare uno stipendio, ha portato, in molti casi, ad avere un maggior potere, diciamo 'contrattuale', nella relazione con il partner e nella capacità di rompere la relazione stessa.

Negli anni del post femminismo, l'uomo appare disorientato di fronte alla richiesta di un cambiamento, specialmente senza sapere di quale cambiamento esattamente si tratta e di come fare per raggiungerlo. È bene ricordare una qualità maschile che è quella di agire in sequenza logica, affrontando, sviscerando un problema per volta e risolverlo nel migliore dei modi. Pertanto, l'uomo, inondato di richieste, in assenza di un progetto, potrebbe sentirsi come preso in una trappola e agire di conseguenza.

Separazioni e divorzi sono in aumento, così come gli abusi, la violenza, i femminicidi.

È d’obbligo fare una precisazione: l’aggressività da parte del maschio, quando si sente frustrato, non è l’unica reazione possibile, né tantomeno giustificata.

Tuttavia, sorgono spontanee due domande, la prima, perché per l’uomo è più facile la via dell’aggressività anziché quella della presa di coscienza della vera identità della donna e la seconda, perché la donna non risponde con la violenza fisica?

Dire che la donna ha minore forza fisica appare troppo semplicistico, perché esiste anche un’altra forma di violenza, meno evidente, non sempre rilevabile e quindi perseguibile, ma dannosa come quella fisica.

Si tratta della violenza morale, una violenza che prevede di saper riconoscere le emozioni, i sentimenti dell'altro per colpirlo nei punti deboli e che diviene particolarmente grave quando si manifesta continuativamente sottoforma di svalutazione delle capacità di maschio, con l'umiliazione o con lo svilimento di fronte a terzi e di fronte ai figli.

Questo tipo di violenza che, usando un termine attuale, si potrebbe definire quasi subliminale, fa inevitabilmente, covare nei maschi rabbia e risentimento che possono rivolgere contro se stessi, chiudendosi a riccio, oppure spingere a usare la forza fisica.

D'altra parte, dopo l’affermazione dei diritti umani e civili della donna, non è stata data rilevanza al bisogno di ricostruire o costruire per la prima volta, il dialogo uomo-donna in funzione di una parallela evoluzione maschile finalizzata anche all'emancipazione, intesa in senso lato, della reciproca convivenza in famiglia e nei luoghi di lavoro.

Tuttavia appare chiaro che molti uomini, rispetto alle donne, provano maggiori difficoltà nell'entrare in contatto con le proprie emozioni, né sono abbastanza capaci di esprimerle alle persone che amano.

Fin dalla primissima infanzia, infatti, viene inculcato nella loro mente che non devono piangere, né scappare di fronte alle difficoltà, che devono rivaleggiare con gli altri maschi per vincere. A molti viene insegnato che la forza è la qualità essenziale della maschilità da cui deriva il potere e anche il fascino e il successo con le donne. Imparano presto, quindi, a reprimere le emozioni, mentre alle femmine si insegna esattamente il contrario e il prezzo che devono pagare è quello di diventare più vulnerabili ai sentimenti e di stressarsi più in fretta, perché tollerano poco o male, frustrazioni e tensioni che accadono nella normale vita quotidiana.

Perfino una pubblicità utilizzava come slogan di un prodotto 'per l'uomo che non deve chiedere mai!'

Molti padri, si rapportano con i figli maschi incentrando la relazione su giochi fisici e rudi, disapprovando chiaramente quelli che ritengono siano propri delle femmine. Li scoraggiano dall'esprimere le emozioni come la tristezza, la paura, dall'assumere atteggiamenti considerati poco 'maschili' cioè, in pratica, cercano di farli divenire invulnerabili ai sentimenti, senza sapere che è proprio la poca dimestichezza con emozioni e sentimenti a rendere vulnerabili!

Sono ben note le conseguenze negative di tali condizionamenti, che, per esempio, possono causare stati di ansia, sensi di colpa, come è pure nota l'incapacità, una volta diventati adulti, di comprendere appieno il ruolo che, in una relazione, giocano il calore, l'affetto, l'intimità.

Capita ancora che per molti maschi avere la cena pronta, la casa a posto e la moglie pronta a soddisfarli rappresenta dei sostituti di bisogni da soddisfare, bisogni sepolti profondamente, che se insoddisfatti causano rabbia che a lungo andare può divenire incontenibile e scatenare violenza.

Per riassumere, i maschi, in base ad antiche regole e tradizioni, vengono educati a reprimere le emozioni e, in funzione di ciò, si cerca di separarli emotivamente dalla madre molto presto, anzi così presto da far permanere in loro anche nella fase adulta un forte desiderio di vicinanza affettiva, già complicato da riconoscere, figuriamoci poi da esprimere! Gli ostacoli che si frappongono alla soddisfazione di questo piacere sono insiti nelle stesse antiche tradizioni che collegano il bisogno di affetto alla paura di essere considerati poco maschi, nonché ai contenuti di vergogna associati. Sembra essere nella metafora del cane che si morde la coda!

Le ripercussioni sulle relazioni affettive future possono essere quella di evitare legami duraturi o quella di una eccessiva dipendenza dalla partner, entrambe agite inconsapevolmente e permeate sia dal desiderio infinito di unione affettiva, sia dalla paura distruggente di soffrire ancora ' qui e ora come lì e allora', cioè nel presente come nell'infanzia. Non è raro che molti cercano donne che possano soddisfare tale bisogno di vicinanza, per poi negare ogni forma di vicinanza empatica.

Alla luce di tutto ciò gli uomini, tuttavia, non possono sommariamente essere considerati immaturi o malvagi ed è preferibile immaginare che, in fondo, vogliono proteggersi dalla paura di provare un dolore le cui radici sono sepolte nel passato.

Cosa fare dunque?

Di buono c'è che molti sono arrabbiati per i recenti cambiamenti culturali e sociali, ma altri ne stanno prendendo coscienza: per questo è diventato improcrastinabile che uomini e donne imparino a parlare la stessa lingua, che abbandonino il terreno della competizione per scegliere quello, probabilmente, più complicato da percorrere, ma forse più realistico, rappresentato dalla complementarietà dei ruoli, nel rispetto di ciascuno e dei figli. 'Litigare è inevitabile...saper litigare è possibile!'

Orietta Matteucci

Presidente Bambino Oggi...Uomo Domani Onlus





19/03/2015