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Salute della bocca e alito cattivo: cure e trattamenti per tornare a sorridere

Nel mondo sono sempre più diffusi disturbi e malattie orali e anche l’alitosi, che non dipende solo dalla bocca, può influire sulla qualità della vita

Salute della bocca e alito cattivo cure e trattamenti per tornare a sorridere
di Stefania Elena Carnemolla

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La salute orale, spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un indicatore chiave della salute generale, del benessere e della qualità della vita. Nel mondo sono, infatti, sempre più diffusi disturbi e malattie orali come carie, placca, tartaro, gengiviti, paradontite, perdita dei denti, cancro della bocca o della gola, manifestazioni orali d’infezione da HIV, traumi oro-dentali, noma, palatoschisi e labbro leporino.

La loro incidenza grava pesantemente sulla salute di molti paesi, in particolare di quelli a basso e medio reddito, dove “con l’aumento dell’urbanizzazione e i cambiamenti delle condizioni di vita” la loro prevalenza “continua ad aumentare”. Ciò si deve, in particolare, “all’esposizione inadeguata al fluoro (nell’approvvigionamento idrico e ai prodotti per l’igiene orale come il dentifricio) e al cattivo accesso ai servizi di assistenza orale nella comunità” mentre “la commercializzazione di alimenti e bevande ricchi di zucchero, nonché di tabacco e alcol, ha portato a un crescente consumo di prodotti che contribuiscono alle condizioni di salute orale e ad altre malattie non trasmissibili”. Il diabete mellito, ad esempio, è stato collegato allo sviluppo e alla progresssione della paradontite, mentre è certo il nesso causale tra un consumo elevato di zuccheri liberi e diabete, obesità e carie dentale.

Salute orale e prevenzione

Per una buona salute orale fondamentale è la prevenzione. EpiCentro ricorda, ad esempio, le raccomandazioni dei CDC, i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie degli Stati Uniti: “Bere acqua ricca di fluoro e usare un dentifricio a base di fluoro: la prevenzione data dal fluoro contro la carie funziona a qualunque età. Avere buona cura dei propri denti e gengive: lavarsi i denti e passare il filo interdentale riduce significativamente la formazione di placca e previene le gengiviti, la forma più leggera di disturbo alle gengive.

Evitare il consumo di tabacco: oltre a tutti gli altri rischi per la salute, i consumatori di tabacco rischiano fino a sette volte di più lo sviluppo di disturbi a carico delle gengive rispetto ai non fumatori, i fumatori hanno anche un rischio più alto di sviluppare cancro della bocca e della gola e infezioni fungine del cavo orale (causate dal fungo Candida). Limitare l’uso di alcol, che costituisce un fattore di rischio per il cancro della bocca e della gola: tabacco e alcol sono fattori di rischio indipendentemente, ma il rischio aumenta quando sono assunti contestualmente.

Mangiare correttamente: sia i bambini che gli adulti dovrebbero evitare di mangiare molti zuccheri e carboidrati, contenuti soprattutto in dolci e snack, mangiare frutta e verdura ricca di fibre durante la giornata stimola la salivazione che a sua volta favorisce la rimineralizzazione della superficie dei denti che presentano un inizio di carie. Andare regolarmente dal dentista: i controlli regolari possono identificare i primi sintomi di malattia e disturbo della bocca e favorire le appropriate contromisure, una pulizia dei denti professionale (una profilassi dentistica) può prevenire problemi del cavo orale, soprattutto in tutti quei casi in cui è difficile che una persona possa eseguire quotidianamente e correttamente la pulizia dei denti. 

I diabetici sono a più alto rischio di problemi a carico delle gengive. Se l’uso di farmaci per altri trattamenti causa la secchezza del cavo orale, chiedere al proprio medico una terapia sostitutiva. Eseguire un controllo dentistico prima di avviare qualsiasi terapia anti-cancro: la radio e la chemioterapia possono dare problemi a denti e gengive, il trattamento di problemi del cavo orale prima di iniziare queste terapie può limitare le complicazioni a carico della bocca e dei suoi tessuti”.

Pulizia orale

Come pulire bocca e denti nella quotidianità? Ad esempio, che spazzolino scegliere o come comportarsi con dentifrici e colluttori? Nella sua guida sull’igiene orale la Sociedad Española de Periodoncia y Osteointegración consiglia, ad esempio, uno spazzolino a setole sintetiche morbide e a testa piccola questo perché aiuta a raggiungere le zone più difficili della bocca.

Ci sono poi gli spazzolini elettrici, per il cui uso è sempre meglio chiedere consiglio al proprio dentista. Come spiega una pubblicazione dell’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma sull’igiene orale, lo spazzolino elettrico è considerato ad oggi lo strumento migliore per la rimozione dei depositi di placca e cibo nel cavo orale, mentre uno spazzolino elettrico ad hoc deve avere una testina tonda con tecnologia roto-oscillante e un sistema di ricarica basso.

Lo spazzolino, spiega, invece, la Sociedad Española de Periodoncia y Osteointegración, va cambiato ogni tre mesi, né va utilizzato se le setole sono piegate o deformate perché, oltre a non garantire una pulizia efficace, il suo uso può danneggiare le gengive. Infine, lo spazzolino va ripulito dopo l’uso.

Coadiuva la pulizia del cavo orale il filo interdentale, da utilizzare prima dello spazzolamento. Il filo interdentale aiuta, infatti, a rimuovere gran parte della placca che lo spazzolino non riesce a eliminare, nonché ciò che s’annida tra dente e dente.

Un altro strumento per l’igiene orale è lo scovolino, che consente un’accurata pulizia dello spazio interdentale. C’è, quindi, il monociuffo, uno spazzolino molto piccolo con un solo ciuffo di setole e con cui è possibile raggiungere zone difficili come denti del giudizio inclinati, protesi, piccole porzioni di dente o gengive.

Aiutano la pulizia orale dentifrici e colluttori. Per contrastare la carie la Sociedad Española de Periodoncia y Osteointegración consiglia dentifrici al fluoro, ricordando che esistono anche gel e colluttori con antisettici che aiutano a prevenire le malattie gengivali o, a seconda, a ridurre la formazione della placca batterica. Ci sono, quindi, i prodotti per la riduzione del tartaro o dell’ipersensibilità dentale. In commercio sono, invece, sempre più diffusi i dentifrici agli estratti vegetali, ad esempio, di mirra, tiglio, hamamelis, edera, rosmarino, elicriso, tormentilla, limone, liquirizia, camomilla per la sua azione coadiuvante e lenitiva delle gengive, malva per le sue proprietà emollienti, salvia, dall’azione rinfrescante. Tra gli ingredienti si segnala anche l’eugenolo, che si ricava dall’olio essenziale di chiodi di garofano e utilizzato per la sua azione antisettica, disinfettante e antinfiammatoria.

Dentifricio in pasta classica o in gel? Le formulazioni in gel sono sempre più diffuse questo perché il gel, rispetto alla classica pasta, ha un basso indice di abrasività, proteggendo, in tal modo, lo smalto dei denti. Il gel garantisce, inoltre, l’intero l’assorbimento del fluoro, importante perché aiuta a rinforzare e a proteggere i denti e a rimineralizzare lo smalto.

Rimedi casalinghi

Il libro sulle erbe officinali di Bonomelli, la storica azienda italiana di camomille, tisane e infusi, consiglia come curare la salute della bocca anche in casa. Per rinfrescare e disinfettare la bocca, profumare l’alito, sbiancare i denti e tonificare le gengive c’è l’elisir ai semi di anice: “Miscelare bene, in un recipiente che si possa tappare ermeticamente, 50 g di semi di anice in polvere, 8 g di chiodi di garofano in polvere, 10 g di cannella macinata, un grammo di essenza di menta e 850 ml di acquavite. Lasciare macerare per 10-15 giorni, quindi filtrare e conservare in una bottiglietta di vetro scuro. Utilizzare l’elisir (qualche goccia in un bicchiere di acqua tiepida) per fare sciacqui e gargarismi due volte al giorno”.

Per purificare l’alito aiuterà anche la melissa: “Versare 100 g di fiori di melissa in 800 g di grappa oppure di acquavite; lasciare macerare per 5 giorni, poi filtrare e conservare in una bottiglia con tappo. Diluire mezzo cucchiaino del liquido filtrato in un bicchiere d’acqua tiepida e fare frequenti sciacqui e gargarismi nel corso della giornata”.

O la lozione di semi di carvi: “Preparare un decotto con 5-10 g di semi in 100-200 ml di acqua; fare bollire per 10 minuti, lasciare raffreddare, quindi filtrare e utilizzare per fare sciacqui e gargarismi due volte al giorno. Conservare la lozione in una bottiglia di vetro in un luogo fresco e asciutto. In alternativa, diluire qualche goccia di olio essenziale in un bicchiere d’acqua e fare sciacqui e gargarismi”.

Per deodorare l’alito, rinfrescarlo e profumarlo si possono anche masticare semi di coriandolo, mentre contro l’alito cattivo si possono fare degli sciacqui con una tazza d’infuso di semi di finocchio oppure masticando qualche seme. Purifica l’alito anche la liquirizia, mentre per rinfrescare l’alito si può preparare un colluttorio alla menta: “Bollire 600 ml di acqua minerale naturale e mettervi in infusione, per 20 minuti, 2 cucchiaini di foglie di menta e un cucchiaino di semi di anice. Una volta raffreddato, filtrare e usare per gargarismi”.

Per il benessere di denti e gengive aiuterà il limone, strofinando una fetta di limone fresco sui denti per sbiancarli e sulle gengive per rinforzarle.

In casa si possono anche preparare dentifrici, come, ad esempio, alla menta: “Mescolare un cucchiaino di bicarbonato di sodio, uno di carbone di legna o di radice di fragola in polvere e 2 gocce di olio essenziale di menta con una quantità di acqua sufficiente a formare una pasta. Utilizzare almeno due volte al giorno”.

Con il timo si può, invece, preparare un denficio antisettico e disinfettante: “Amalgamare bene un cucchiaino di bicarbonato di sodio, uno di carbone di legna o di radice di fragola in polvere e 2-3 gocce di olio essenziale di timo; aggiungere la quantità d’acqua necessaria a ottenere un impasto cremoso e denso, mescolare il tutto e utilizzare”.

Per denti sani e belli e ridurre il rischio di carie si può, invece, preparare un dentifricio liquido alla mela: “Aggiungere qualche goccia di limone a un bicchiere di succo di mela centrifugato, mescolare bene, immergervi lo spazzolino e strofinare i denti energicamente come di consueto”.

Alitosi

Un problema che affligge molte persone è l’alito cattivo o alitosi, un problema che incide, in particolare, sulla qualità della vita: “La consapevolezza di soffrire di alitosi o alito cattivo” spiega l’ Istituto dell’Alito “ha conseguenze psicologiche, con manifestazioni comportamentali visibili come l’atto di coprirsi la bocca mentre si parla, mantenere una maggior distanza interpersonale o evitare i rapporti sociali. Questo succede perché il semplice atto di odorare è pervaso da un’importante carica emozionale e può portare all’avvicinamento o al rifiuto o anche stimolare la memoria. La percezione di un alito sgradevole, in genere, provoca un aumento immediato di emozioni negative, come irritabilità, malessere, nervosismo e agitazione”.

Esistono diversi tipi di alitosi: genuina, persistente, immaginaria, transitoria, mentre le cause non hanno solo origine nella bocca. Possono, infatti, essere anche extraorali e legate all’apparato respiratorio superiore e inferiore, all’apparato digerente, alla sistemica o avere un’origine neuro-psicologica. Se la causa è la bocca, spiega l’Istituto dell’Alito, l’alitosi può essere dovuta a cattiva igiene, lingua saburrale, malattie periodontali, iposalivazione e/o xerostomia, noma, carie molto estese, ascessi, alveolite secca, pericoronite, retenzioni alimentari interdentali, sanguinamenti gengivali, esposizione della polpa, restauro trabordante, stomatite, ferite chirurgiche, candida, protesi porose, piercing alla lingua, cisti odontogene, miasi, istiocitosi, scorbuto, leucemia, neoplasie. Se, invece, è nell’apparato respiratorio, il problema può essere dovuto a rinosinusite, respirazione orale, ostruzione nasale, rinorrea posteriore, deviazione del setto nasale, adenoidi, tonsillite, tonsillite criptico-caseosa, presenza di un corpo estraneo, ozena, ascesso nasofaringeo e retrofaringeo, carcinoma della laringe, bronchite, bronchiectasia, polmoniti, ascessi polmonari, carcinoma del polmone.

Se la causa è nel tubo digerente, l’alitosi, continua l’Istituto dell’Alito, può essere dovuta a diverticolo faringoesofageo o di Zenker, reflusso gastroesofageo, neoplasia, gastrite, ulcera, presenza di Helicobacter pylori, ernia iatale, vomito, presenza di un corpo estraneo nella faringe, eruttazione, malattia infiammatoria intestinale. Se la causa è sistemica il problema può essere, invece, dovuto ad alimenti con odore forte come aglio e simili, tabacco, medicine dal forte odore, disidratazione, stato febbrile, assorbimento tramite pelle o mucosa, ipoglicemia dovuta a digiuno prolungato o una dieta povera di carboidrati, alterazioni intestinali, epatiche e renali varie, diabete, trimetilaminuria. L’alitosi può anche avere cause di natura psicologica o neurologica, si parla, in questo caso, di alitofobia, stress, disgeusia, sindrome da riferimento olfattivo.

Diversi i metodi per diagnosticare l’alitosi: autopercezione, prove organolettiche olfattive, misurazione dei gas dell’alito e analisi di laboratorio mentre individuare la causa è fondamentale per il giusto trattamento del disturbo. È, invece, possibile prevenirla? Il professore Jonas Nunes dell’Istituto dell’Alito invita a distinguere l’alitosi fisiologica, che si manifesta al risveglio o dopo digiuni prolungati, da quella patologica o cronica, che si manifesta, invece, poco dopo aver mangiato o aver lavato i denti. “L’alitosi patologica” spiega “è molto difficile da prevenire. Il modo di evitarla non è la prevenzione ma il trattamento, una volta che si è potuta determinare la causa. L’alitosi fisiologica, che in molti casi è collegata a cattive abitudini, si può evitare usando diverse strategie: mangiare ogni quattro ore; evitare le pietanze troppo condite e odorose; non bere alcol e caffè; evitare il tabacco; le diete iperproteiche e quelle ipocaloriche; le pietanze ricche di grassi; bere 1,5 litri di acqua al giorno; evitare di respirare con la bocca e mantenere buone abitudini di igiene orale grazie all’uso del filo interdentale e alla pulizia della lingua”. Il professor Nunes ricorda anche che nella prevenzione dell’alitosi aiutano più l’uso regolare del filo interdentale e la pulizia della lingua che il colluttorio, ricordando che i dati sui collutori “di solito non vengono divulgati, forse perché ci sono molti interessi commerciali coinvolti”.

Contro l’alito cattivo una soluzione può essere masticare gomme, ad esempio, alla menta o alla cannella? “La grande maggioranza delle gomme da masticare” spiega il professor Nunes “provocano almeno due effetti: aumentano la salivazione come conseguenza naturale della masticazione e possono nascondere l’alito cattivo esistente perché rilasciano un odore più intenso come menta, cannella, eccetera. I pazienti sanno che il loro effetto di maschera dura molto poco e quindi sarebbe improprio assicurare che questi effetti eliminino l’alito cattivo. Qualche effetto benefico deriva dall’aumento della secrezione salivare in pazienti con la bocca secca, però pochi minuti dopo aver smesso di masticare, i problemi ritornano, come l’alito cattivo e/o la bocca secca eccetera. Di conseguenza, le gomme non sono una terapia consigliabile per curare l’alito cattivo o i problemi di bocca secca. L’uso continuato di gomme può provocare problemi a livello dell’articolazione associata all’apertura e chiusura della bocca - l’articolazione temporo mandibolare - con rumori, danneggiamento delle superfici articolari, dolore, infiammazione, eccetera - e produrre eccessiva acidità di stomaco come riflesso neuronale derivante dalla masticazione che si può trasformare in gastriti, ulcere, eccetera”.

Il professor Nunes ricorda, quindi, alcuni alimenti contenenti sostanze che possono aiutare a neutralizzare i brutti odori tipici dell’alitosi e quindi alcuni tipi di funghi, tè verde, frutta cruda come mele, prugne, kiwi, cachi, mirtilli e ancora prezzemolo, basilico, lattuga, asparagi, patate dolci, melanzane. Precisando, tuttavia: “Gli effetti benefici di alcuni elementi con odore gradevole come prezzemolo, anice, eccetera o anche alcune capsule che certe marche commercializzano, non fanno sempre effetto su tutte le persone e, quando lo fanno, raramente durano più di un’ora. Questa non è né una cura, né un trattamento”.

Alitosi e falsi miti

Miti o realtà? Tante sono le domande intorno all’alitosi, domande cui l’Istituto dell’Alito ha provato a rispondere. 

I problemi digestivi sono spesso causa di alitosi

Mito. Nonostante la frequente credenza che l’alito cattivo sia dovuto a disturbi di digestione, alcuni studi recenti hanno rivelato che soltanto il 3% dei casi di alitosi ha origine nello stomaco.

L’alito cattivo provocato da alcuni alimenti come l’aglio o la cipolla può restare per più di sei ore

Vero. Qualche ora dopo l’ingerimento, i composti di cattivo odore contenuti in alimenti forti come l’aglio o la cipolla vengono assorbiti dall’intestino, passano nel sangue e si volatilizzano attraverso gli alveoli polmonari. L’alito cattivo può durare, in questo caso, più di sei ore.

La carie dentaria è spesso causa di alitosi

Mito. Di solito nel momento in cui una persona prende coscienza di soffrire di alitosi decide di consultare un dentista per individuare possibili carie. Tuttavia, i trattamenti contro le carie non hanno nessun effetto benefico contro l’alitosi.

Le persone che fumano soffrono più di alito cattivo rispetto alle persone non fumatrici

Mito. Non ci sono grandi differenze fra l’alito delle persone non fumatrici e quelle fumatrici, una volta trascorse due ore dall’ultima sigaretta. Nonostante ciò, il tabagismo è un fattore di rischio per le malattie associate all’alitosi, come la malattia parodontale.

La mestruazione può provocare alito cattivo

Vero. Durante la mestruazione, i composti del cattivo odore, derivanti dalla scomposizione del sangue, vengono assorbiti dalla mucosa vaginale ed entrano nella corrente sanguigna per essere poi espulsi con l’aria espirata.

Lo stress può provocare l’alito cattivo

Vero. Quasi il 15% dei pazienti affermano di rilevare un aggravarsi dell’alitosi in situazioni di stress. Si deve all’influenza del sistema nervoso nella diminuzione della secrezione salivare, che a sua volta intacca il rinnovamento e la funzione di pulizia della saliva.

L’alito cattivo può trasmettersi attraverso il contagio, per esempio con un bacio

Mito. Nonostante sia difficile dimostrarlo, al giorno d’oggi non sono stati riportati casi di alitosi derivanti da una trasmissione per contagio.

La maggioranza delle persone che hanno l’alito cattivo, lo sanno

Mito. Le persone che hanno un’alitosi vera, o rilevata da altre persone, spesso non la notano per fenomeni di affaticamento olfattivo (sono abituate al proprio odore).

Annusare la propria saliva è un modo affidabile di confermare la presenza di alitosi

Mito. Non esiste nessuna associazione tra l’odore percepito dalla persona stessa in queste situazioni e l’esistenza di alitosi. Una persona può avere l’alito cattivo e non rendersene conto e viceversa.

Lavarsi i denti più di quattro volte al giorno previene il manifestarsi dell’alitosi

Mito. Un lavaggio dei denti ogni otto ore (sempre che sia efficace ed elimini la placca batterica) è sufficiente per controllare la produzione di cattivo odore. Se si manifesta l’alitosi in questo periodo è dovuto al fatto che esiste una patologia soggiacente.

Esistono strumenti che diagnosticano l’alitosi

Vero. Nei centri specializzati in alitosi si usano strumenti capaci di identificare in modo preciso un’ampia gamma di composti e misurare la loro concentrazione. Questi dispositivi permettono di ottenere campioni di aria espirata, dalla bocca o dal naso, per la loro successiva analisi.

In alcuni casi l’alitosi può avere una componente ereditaria

Vero. Nonostante non ci siano geni specifici dell’alitosi e nonostante la stragrande maggioranza delle condizioni che favoriscono il suo manifestarsi non abbiano un fattore ereditario, esistono eccezioni. La rinite allergica e il diabete sono esempi di patologie di componenti ereditari associati all’alitosi.

Quando i professionisti della salute rilevano la presenza di alitosi, sono soliti comunicarlo ai loro pazienti

Mito. I professionisti della salute adducono come motivi fondamentali per non informare i propri pazienti, da un lato il timore di una reazione negativa e, dall’altro, la mancanza di competenze mediche per affrontare questa patologia in modo efficace.

Nella maggioranza dei casi l’alitosi non ha una soluzione medica

Mito. Un centro specializzato in alitosi, dotato di tecnologia di diagnosi, munito di protocolli clinici scientificamente fondati e con professionisti esperienti, può ottenere tassi di successo molto elevati nel trattamento dell’alitosi.

Abbiamo parlato di:

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24/04/2020