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La Sindrome dell'abbandono può essere superata con l'aiuto della psicoterapia

di Caterina Steri

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 Un comune denominatore che spesso si presenta tra le persone è la paura dell’abbandono, ovvero il timore di rimanere soli, privi di un legame affettivo, senza che nessuno si occupi di loro. Tutti possiamo sentire il timore di essere abbandonati, ma la maggior parte ci convive senza nessuna conseguenza specifica.

Quando questa paura non viene gestita si trasforma in una vera e propria sindrome attraverso la manifestazione di un forte disagio che può portare dall’angoscia alla depressione.

Ne possono soffrire sia i bambini (soprattutto nei confronti della figura materna), sia gli adulti nei confronti di una persona significativa. Si ha paura che l’altro possa morire o andare via e si resta sempre della convinzione che nonostante le cose vadano bene prima o poi si finirà soli. Ci si sente emotivamente dipendenti dall’altro e non si tollerano le separazioni, anche brevi, a causa della paura di perdere il legame di intimità.

Per capire dove ha origine la sindrome dell’abbandono sarebbe opportuno fare un salto nel passato. Una predisposizione naturale o famiglie in cui ci sono stati veri e propri abbandoni, lutti, in cui si è stati trascurati o ancor peggio ignorati, possono causare sia nei bambini che negli adulti la sindrome che fa cadere in un meccanismo patologico di cui non si riesce a tenere il controllo. Una delle convinzioni di cui si è vittime è che qualcuno per forza debba prendersi cura di noi e non ci si rende conto che lo si può fare anche da soli. Un discorso a parte dovrebbe essere fatto nei confronti dei bambini che invece hanno l’esigenza di essere accuditi da una figura matura.

Nell’adulto che soffre di sindrome di abbandono è come se prevalesse una parte bambina che ha bisogno di cure e più o meno consapevolmente queste vengono richieste alle persone vicine. Quel bambino triste rappresenta la parte infantile che è stata trascurata emotivamente. Non ci si rende conto che le cure verso quel “fanciullo abbandonato” possono essere date dall’adulto che si è diventati.

Da questa fragilità interiore si manifestano tutta una serie di comportamenti malsani finalizzati ad esorcizzare l’abbandono da parte dell’altro: gelosia eccessiva, manipolazione, controllo, ricatti morali, annullamento di sé e la perdita di obiettività nei confronti della relazione. Tutti indici che se non sono tenuti a bada portano inevitabilmente allo sfociare di una dipendenza affettiva, con tutte le conseguenze che ben conosciamo.

Qualsiasi sia la manifestazione di questa sindrome e l’età di chi la subisce è sempre utile una psicoterapia per fare un “salto nel passato”, prendere consapevolezza del proprio vissuto emotivo, far emergere emozioni, sentimenti, pensieri così da imparare a conoscerli e a gestirli.

Se si creano le basi per una maggiore autostima, per l’acquisizione di una consapevolezza che noi dobbiamo essere i primi a prenderci cura di noi stessi, per una maggiore cognizione di sè e delle proprie azioni si può superare il timore della perdita. La possibilità di poter contare su noi stessi diventerà inversamente proporzionale alla paura di essere abbandonati e quindi alla dipendenza dall’altro.

Inoltre si arriverà ad avere la consapevolezza che vivere una relazione sana significa dare alla propria identità la possibilità di manifestarsi e non annullarsi in toto nei confronti dell’altro per paura di perderlo e per esserne accuditi.

22/04/2013