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Stop agli sprechi alimentari: la legge italiana approda alla Camera dei Deputati

Stop agli sprechi alimentari la legge italiana approda alla Camera dei Deputati
di Stefania Elena Carnemolla

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Prima o poi l’Italia ci sarebbe arrivata ed è un primo traguardo che segna un punto di svolta: la lotta agli sprechi alimentari, piaga delle società opulente, è approdata in Parlamento, con i primi legislatori uniti nel dire stop.

Il 10 marzo la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha, infatti, espresso parere favorevole al testo unificato di alcune proposte di legge: la pioniera, la 3057 del 17 aprile 2015 per la “limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale”; la 3163 dell’8 giugno 2015 per il “contrasto dello spreco di generi alimentari mediante l’introduzione dell’obbligo di donazione delle eccedenze da parte degli esercizi di grande distribuzione commerciale”; la 3167 del 10 giugno 2015 per la modifica della legge 155 del 25 giugno 2003 per la “riduzione dello spreco alimentare”; la 3191 del 22 giugno 2015 per la “cessione di beni alimentari alle persone indigenti”, nonché “l’avvio di una campagna di informazione sulla necessità di ridurre gli sprechi alimentari”; la 3196 del 24 giugno 2015 per il contrasto del “fenomeno degli sprechi alimentari”, l’adozione del “codice di educazione alimentare e introduzione del relativo insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado”, la “cessione di scarti alimentari ai consorzi agrari costituiti in società cooperative”; la 3237 del 16 luglio 2015 per la “distribuzione di prodotti a fini di solidarietà sociale” e la “riduzione degli sprechi alimentari”; la 3248 del 22 luglio 2015 per il “contrasto dello spreco alimentare” e lo “sviluppo del consumo critico e sostenibile”; la 3274 del 4 agosto 2015 per il “recupero e la distribuzione di beni alimentari per fini di solidarietà sociale”, il contrasto allo “spreco alimentare” e la “riduzione della produzione dei rifiuti”.

Sarà ora la Camera dei Deputati, in seduta plenaria, a decidere del provvedimento. 

Complice Expo 2015, i temi dello spreco alimentare e della sostenibilità ambientale hanno avuto vasta eco nel dibattito pubblico, sensibilizzando anche il legislatore. “Questa proposta di legge” così’, l’onorevole Maria Chiara Gadda, prima firmataria della 3057 “raccoglie l’eredità immateriale dell’esposizione universale”. Un concetto ripreso dal ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, che ha salutato con favore l’approdo della proposta di legge in Aula, legge che “rappresenta una delle eredità dirette di Expo Milano 2015”. “Finalmente l’Italia”, così, ancora il Ministro “si potrà dotare di una norma che rafforza il lavoro di contrasto a un fenomeno che solo da noi vale più di 12 miliardi di euro all’anno. Puntiamo a far crescere la consapevolezza nei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, e a semplificare le donazioni per le aziende e per la prima volta anche per l’agricoltura si disegna un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti. Sotto questo versante l’Italia rappresenta già una buona pratica a livello internazionale: ogni anno recuperiamo 550 mila tonnellate di eccedenza in tutta la filiera. Nel 2016 vogliamo arrivare a 1 milione”.

Il testo unico o Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi è in diciotto articoli. Quali, in concreto, gli obiettivi della legge? Favorire, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari – destinandole in via prioritaria all’utilizzo umano –, nonché  di prodotti farmaceutici e altri prodotti; contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali attraverso una minor produzione di rifiuti, promuovendo riuso e riciclo; contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e del Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, nonché alla riduzione della quantità dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica; contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni sulle materie oggetto della legge, con “particolare riferimento alle giovani generazioni”.

Il testo unico chiarisce, in particolare, i concetti di eccedenze alimentari e spreco alimentare.

Eccedenze alimentari sono i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari, pur sempre provvisti dei requisiti di igiene e sicurezza, che risultino “invenduti o non somministrati per carenza di domanda”, “ritirati dalla vendita” poiché “non conformi ai requisiti aziendali di vendita”. A tale categoria appartengono anche le “rimanenze di attività promozionali” o di “prove di immissione in commercio di nuovi prodotti”, e ancora, prodotti “prossimi al raggiungimento della data di scadenza”, “invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici” o di “errori nella programmazione della produzione” o perché “non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell’imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni di conservazione”. 

Per spreco alimentare s’intende, invece, l’insieme dei prodotti alimentari scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche o perché vicini per alla data di scadenza, e che, sebbene “ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale”, vengono smaltiti “in assenza di un possibile uso alternativo”.

Interessante, nel progetto di legge, il richiamo all’importanza della “promozione, formazione e misure preventive in materia di riduzione degli sprechi”. E se molto viene chiesto ai ministeri – da quello delle Politiche Agricole a quello del Lavoro e Politiche Sociali, da quello dell’Ambiente a quello della Salute, passando per quello dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica – la Rai è chiamata a svolgere il suo ruolo di servizio pubblico attraverso “un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all’informazione e alla sensibilizzazione su comportamenti e misure idonei a ridurre sprechi alimentari, energetici o di altro genere”.

Una novità riguarda anche il mondo della ristorazione, con le Regioni che potranno “stipulare accordi o protocolli d’intesa per promuovere comportamenti responsabili e pratiche virtuose” tali da “ridurre lo spreco di cibo” e “dotare gli operatori della ristorazione di contenitori riutilizzabili, realizzati in materiale riciclabile, idonei a consentire ai clienti l’asporto dei propri avanzi di cibo”.

 

Per un approfondimento:

Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi Testo

Camera dei Deputati Atto 3057 Documentazione

Norme per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale Testo

Cibo del dopo feste: cresce in Italia la cultura del consumo degli avanzi Articolo Tiscali

 

14/03/2016