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Strategie per liberarsi da un falso amore, dalla teoria alla pratica

Strategie per liberarsi da un falso amore dalla teoria alla pratica
di Caterina Steri

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Spesso capita di rimanere incastrati in relazione “amorose” anche per anni, se non una vita, pur non essendo felici e nonostante si siano susseguiti dei chiari campanelli di allarme che per motivi più o meno consapevoli si è deciso di ignorare.

Uno dei primi ad esempio è la sensazione che all’inizio quella persona a cui siamo legati non ci piaceva, ma proprio perché ormai la relazione era iniziata, per senso di colpa, mancanza di coraggio nel lasciare qualcuno, speranza che prima o poi le cose potessero cambiare, non siamo riusciti ad esularci da quella storia a due.  O al contrario può essere capitato che l’altro abbia cercato più volte di scappare da noi, ma con delle manovre certosine, siamo riusciti a tenerlo legato perché ormai avevamo perso la testa.

Quando una relazione non deve andare bene, sin da subito quindi ci possono essere dei segnali molto forti che possiamo decidere o meno di trascurare.

Un altro di essi è la mancanza di intesa sessuale. Parte fondamentale nella vita di coppia che tanti invece non considerano tale.

Ci sono quindi degli amori (paradossalmente li chiamiamo così), talmente impossibili che non possono avere mezze misure: o decidiamo di starci pur soffrendo, oppure li portiamo a termine.

Apparentemente la prima soluzione sembra la più facile perché è quella conosciuta e perché, nonostante le sofferenze,  la mancanza di lucidità, di fiducia in se stessi e nel futuro non permette di prospettare delle alternative.

La seconda soluzione invece richiede determinazione, coraggio e amore per se stessi. E’ difficile da praticare, ma è quella che porta alla libertà, alla rinascita.

Tanti vengono in studio da me, quasi chiedendo a bassa voce come sarebbe possibile liberarsi delle relazioni infelici e soprattutto come trovare il coraggio per farlo?

Una delle prime cose da fare naturalmente è credere in se stessi e nella capacità personale di riuscire a stare soli. O meglio, in compagnia di se stessi e non di qualcuno che ci illude di stare con noi.

Altro passo da effettuare è quello di smettere di idealizzare l’altro e conferirgli capacità che in realtà abbiamo noi ma, che per tante motivazioni, abbiamo smesso di usare delegandole perché convinti di essere dipendenti dal partner.

Nel caso contrario può invece accadere di pensare che siccome l’altro non riesce, dobbiamo per forza prendercene cura noi. Proprio per questo, mettere da parte i sensi di colpa è fondamentale.

Questa è solo una parte della teoria, la pratica potrebbe essere molto difficile da mettere in atto e richiede spesso un totale stravolgimento e riorganizzazione nella quotidianità delle persone.

Bisogna mettere se stessi al centro del proprio mondo. E questa, sembra una delle cose più difficili che la maggior parte degli umani possa fare.

Specie per quelli che sono cresciuti con la convinzione di doversi sempre sacrificare per gli altri o che non sia possibile andare avanti con le sole forze personali.

E’ vero che abbiamo bisogno delle altre persone per vivere perché siamo animali sociali. D’altro canto esiste una differenza tra vivere per stare bene e sopravvivere. Nel senso che per stare bene abbiamo bisogno di credere in noi stessi, di amarci e di circondarci di persone con le quali possiamo sentirci felici. Persone che ci amano e che noi amiamo. Persone alle quali non dobbiamo elemosinare affetto e attenzioni. Persone con le quali possiamo esprimerci per come siamo veramente e che aiutano a migliorarci e a sentirci vivi, non ad accontentarci per la paura di stare soli.

 

10/03/2017