Strategie per costruire una relazione gratificante e duratura

di Orietta Matteucci

Abbandonare la competizione a favore della complementarietà dei ruoli è la mossa giusta per costruire una relazione gratificante e duratura.

La carta dei diritti umani fondamentali dell'Unione Europea ha dichiarato che uomo e donna hanno uguali diritti. Avere pari diritti, però, non significa essere uguali dal punto sessuale, culturale e comportamentale e l'uomo e la donna sono differenti.

E' fuori discussione che le differenze sono una cosa e disuguaglianze e discriminazioni un'altra.

Nel corso del tempo, sono avvenuti cambiamenti di usi e consuetudini, per cui il gap tra i differenti modi di comportarsi tipici di ciascun sesso, oggi è meno ampio del passato e meno stabile, in quanto, prerogative di un sesso si ritrovano anche nell'altro sesso. Per quanto riguarda l'origine di queste differenze la questione non è risolta, anzi è oggetto di continue discussioni tra chi la vuole correlata alle differenze fisiche e chi invece, all'educazione e alla cultura che hanno dettato gli stereotipi maschile e femminile. Tuttavia, nonostante ci siano ancora vivaci discussioni, l'importante è che le differenze, innate o acquisite che siano, risultino complementari.

Nelle migliaia di anni dall'inizio dell'umanità, le donne erano occupate dal susseguirsi di gravidanze e dall'allevamento della prole, mentre gli uomini dalla guerra e dalla caccia al cibo. Entrambi, quindi, hanno sviluppato le abilità più favorevoli alla sopravvivenza della specie:  l'uomo, il senso di orientamento nello spazio e l'aggressività fisica; la donna, la comunicazione verbale e non verbale, l'empatia e la manualità.

È noto che l'emisfero sinistro del cervello è specializzato nei processi cognitivi e nella percezione analitica della realtà, mentre il destro nella percezione globale e complessiva degli stimoli e delle emozioni. I due emisferi sono strettamente connessi tra loro e caratterizzati da un continuo scambio di informazioni. Dallo sviluppo di entrambi dipende lo sviluppo armonico della personalità sia dei maschi che delle femmine.

Dagli anni '90 si parla, infatti, di intelligenza emotiva quale uno degli aspetti dell'intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie e le altrui emozioni. Secondo Goleman, sviluppare questo tipo di intelligenza costituisce un fattore determinante nel raggiungimento dei propri successi personali e professionali!

Purtroppo, i sistemi educativi del passato, e molti di quelli tutt'ora in uso, considerano ancora che essere intelligenti vuole dire essere razionali, logici e matematici.

Ora mentre le femmine oggi sono presenti nelle attività che prima erano appannaggio dei maschi, di questi nessuno sembra aspirare a fare il colf e il baby sitter, né tantomeno ad addentrarsi nella sfera delle emozioni, considerandole una roba da femmine.

Inoltre, molte donne sono entrate in forte competizione con gli uomini e, quando la competizione viene riportata anche nella vita affettiva, fatalmente, nascono incomprensioni, frustrazioni, litigi.

Sarebbe bello, dunque, che uomo e donna riconoscessero e accettassero le reciproche differenze per quello che sono, cioè semplicemente differenze e abbandonassero la competizione a favore della complementarietà dei ruoli sia fisica che comportamentale.

Solo in questo modo sarà possibile costruire relazioni, stabili e gratificanti per la coppia, ma anche per il contesto sociale.

In definitiva, si tratta di un cambiamento culturale, di stili di vita e di comportamenti che richiede umiltà, spirito di sacrificio e senso di responsabilità, ma i benefici saranno a vantaggio del bene di tutti, in particolare della sana crescita delle nuove generazioni.

 

Orietta Matteucci presidente Bambino Oggi Uomo Domani Onlus