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Suicidi e omosessualità: se esistono realtà diverse un motivo ci sarà?

di Caterina Steri

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 “All your two-bit psychiatrists

are giving you electric shock

they said they’d let you live

at home with mom and dad

instead of mental hospitals

But every time you tried to read a book

you couldn’t get to page 17

’cause you forgot where you were

so you couldn’t even read” Lou Reed- Kill your sons-

“Tutti i tuoi psichiatri da strapazzo  ti fanno l’elettroshock.Hanno detto che ti avrebbero lasciato vivere  a casa con mamma e papà  invece che in ospedali psichiatrici  ma ogni volta che provavi a leggere un libro  non riuscivi ad arrivare a pagina 17  perché avevi dimenticato dov’eri, così non riuscivi neanche a leggere”

Lou Reed, leader dei Velvet Underground, racconta in Kill your sons (1974), il suo dramma dell'elettroshock subito quando ancora era adolescente, a causa della bisessualità che aveva manifestato.

Nel giorno della sua scomparsa, domenica 27 ottobre 2013, leggo di un’altra vita interrotta, l’ennesima, questa volta per scelta. A Roma un ragazzo di ventuno anni ha deciso di togliersi la vita lasciando una lettera in cui avrebbe scritto di essere gay e  che 'L'Italia  è un Paese libero ma esiste l'omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza'.

Purtroppo questo episodio è solo uno dei tanti.

Da Lou Reed (ma aggiungerei da sempre), ad oggi quali sono stati i passi fatti per combattere l’omofobia e considerare l’omosessualità come normale?

In Italia la situazione è drammatica. Pregiudizi, mancanza di interesse, di informazione e di un’educazione familiare e scolastica adeguata, movimenti religiosi che condannano il “diverso”, questa è la routine.

Ancora il diverso dall’eterosessuale significa essere sbagliato? La risposta è si, purtroppo.

Quando avvengono tragici eventi allora si palesa nuovamente la necessità di una legge contro l’omofobia, poi dopo qualche giorno tutto tace.

Ciò che mi preoccupa è che nemmeno una legge sarebbe sufficiente a marginare il problema. Sono d’accordo sul punire l’omofobia, ma mi pare urgente la prevenzione.

Perché non iniziare ad educare le giovani generazioni al rispetto di tutte le razze, le culture, le religioni e anche della natura sessuale di ognuno? Anche qui dovrei aprire un vaso di pandora affermando che il problema non sono i bambini e i ragazzi, che se ben educati si aprirebbero a qualsiasi forma mentis, ma gli adulti che impongono il loro pensiero sui figli. Pensiero che spesso è rigido, che non guarda al di là del proprio naso e non accetta di vedere, conoscere e accettare l’altro da se.

Se ancora ci sono persone omosessuali che ritengono di doversi nascondere è perché la società con i suoi rigidi canoni lo impone.

Vogliamo dare o no una svolta alla situazione e aprirci davvero al mondo e alla sua eterogeneità? Se esistono tante realtà un motivo ci sarà o no?

Ognuno potrebbe dare il proprio contributo: dalla scuola alla famiglia, alla cultura, al cinema, al governo, alla politica.

Io oggi ho voluto dare il mio con questo post.

04/11/2013