Fare troppo sport è dannoso, come riconoscere gli eccessi

Eccedere nell’attività fisica è sbagliato e controproducente, tanto che in alcune persone può essere un fattore scatenante di patologie e malesseri.

di Anna Simone

 

Men sana in corpore sana, sostenevano i latini. È una filosofia di vita che vale soprattutto oggi che gli studi scientifici hanno dimostrato quanto l’attività fisica sia importante per la salute di cuore e polmoni, muscoli e ossa, oltre a far bene a umore e mente. Ma attenzione a non esagerare con l’allenamento fisico, altrimenti i benefici potrebbero trasformarsi in pericoli per la salute perché oltre a stimolare eccessivamente l’apparato cardiovascolare e a non far bene al cuore, può aumentare anche il rischio di traumi e lesioni muscolo-scheletriche, oltre a incidere negativamente sulle performance sportive e sul benessere generale dell’organismo. 

Il giusto livello di esercizio

Eccezion fatta per gli atleti professionisti, dedicarsi fino a 6 allenamenti settimanali superando le 7 ore complessive rischia di mandare l’organismo in l’overtraining, cioè in allenamento eccessivo e non adeguato.
Quante ore sono consigliate? Stabilire tempi e intensità di allenamento validi per tutti è impossibile, considerando che ogni persona è diversa dall’altra. Dai 18 ai 64 anni l’Organizzazione mondiale della sanità indica almeno 150 minuti di attività fisica moderata la settimana o almeno 75 minuti di intensità maggiore, oppure un mix fra i due tipi di attività. E almeno 2 giorni a settimana l’esercizio fisico deve essere dedicato a rinforzare i principali gruppi muscolari. Inoltre, per avere effetto sulla salute cardio-respiratoria qualsiasi attività fisica dovrebbe essere svolta per almeno 10 minuti continuativi. Vanno bene tutte l’attività, anche le camminate, possibilmente a passo veloce.
Gli allenamenti settimanali dovrebbero essere legati agli obiettivi che si vogliono ottenere: se sono quelli del benessere e della salute, basta praticare un'attività di intensità lieve o moderata (55-75% della frequenza cardiaca massima per età) dalle 2 ore e mezza alle 3 ore settimanali.
Dalle 4 alle 6 ore a settimana possono essere dedicate dagli atleti mediamente impegnati da un punto di vista cardiovascolare, invece dalle 6 alle 10 ore settimanali possono essere dedicate dagli atleti competitivi e infine dalle 10 ore settimanali a salire possono essere dedicate sole dalle persone che si allenano con ritmi e carichi di lavoro molto elevati, che di solito solo atleti professionisti.

Conseguenze della troppa attività fisica

Una eccessiva attività fisica farà dimagrire, ma porterà degli squilibri a partire dallo stress ingiustificato sul sistema cardiovascolare, affaticando il cuore, ed endocrino il che incentiverà l’organismo a produrre troppi ormoni o al contrario troppo pochi, con conseguenze sul ciclo mestruale. Anche il sistema muscolare ne risentirà: in condizione di normali allenamenti l’organismo reagisce allo stress indotto dallo sforzo fisico nel periodo di recupero, dove tra l’altro sviluppa massa magra.
Un allenamento che non prevede adeguati tempi di recupero è controproducente perché non lascia tempo al muscolo di crescere andando a vanificare sia gli obbiettivi di aumento della massa sia di eventuale dimagrimento.

Sintomi

Allenarsi per troppo tempo o troppo intensamente può far scaturire una serie di sintomi che minano il nostro benessere generale. Tra quelli più frequenti spiccano la tachicardia, ossia il battito cardiaco accelerato anche a riposo; irritabilità o al contrario apatia perenne; insonnia notturna e tono dell’umore basso; perdita di peso e di appetito nonostante si brucino molte calorie; mancanza di ciclo mestruale nelle donne; indolenzimento cronico della massa muscolare; compromissione del sistema immunitario, perché un’attività intensa e prolungata porta a un indebolimento dell’organismo, che diventa più attaccabile dalle infezioni considerando che lo stress dovuto allo sforzo influisce negativamente sulle difese immunitarie.
Un corpo con questi sintomi fatica a recuperare le ore di attività fisica, quindi le prestazioni diminuiscono e anche l’equilibrio psicofisico è compromesso.