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Uno studio sul tumore al seno mette sotto accusa i chemioterapici: cosa si rischia. Ma c’è una soluzione

La scoperta è importante per comprendere la recidiva del cancro e potrebbe indicare nuovi importanti obiettivi per prevenirla

Uno studio sul tumore al seno mette sotto accusa i chemioterapici cosa si rischia Ma cè una soluzione
di Roberto Zonca

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La chemioterapia è una delle armi più efficaci nella lotta al cancro. La tossicità dei chemioterapici, tuttavia, potrebbe essere anche la causa scatenante delle recidive. Stando a quanto scoperto da un team di ricercatori coordinato dalla dottoressa Ramya Ganesan, della Emory University (Stati Uniti), un farmaco chemioterapico standard non uccide selettivamente le cellule malate, ma danneggia anche quelle non tumorali circostanti. Questo effetto collaterale inevitabile, evidenzia l’equipe sulle pagine della rivista scientifica PLoS Biology, può occasionalmente risvegliare le cellule tumorali dormienti promuovendo la crescita del cancro. Gli scienziati hanno focalizzato l’attenzione sul tumore al seno e, benché la notizia possa apparire ad una prima lettura inquietante, hanno precisato che la scoperta è importante per comprendere la recidiva del cancro e sviluppare nuovi trattamenti più efficaci e persino in grado di prevenirle.

La chemioterapia resta un’arma efficace contro il cancro

E’ fondamentale chiarire fin da subito l’importanza del trattamento nella lotta ai tumori. La chemioterapia ha di fatto “ridotto drasticamente la mortalità” per molti tipi di cancro, compreso quello al seno. Tuttavia, fino al 23 per cento delle pazienti affette da cancro al seno, presenta una recidiva entro i primi cinque anni. Il trattamento ha lo scopo di uccidere le cellule tumorali, ma alcune di queste entrano in uno stato di dormienza, bloccando la mitosi e dunque la proliferazione delle cellule malate. In questa fase diventano però insensibili agli agenti chemioterapici. La recidiva si verifica quando le cellule dormienti si risvegliano e ripristinano la capacità di proliferazione.

Lo studio

Diversi studi, negli anni, hanno indicato la chemioterapia stessa come causa del risveglio delle cellule tumorali, ma il meccanismo non è mai stato completamente chiarito. Gli autori hanno lavorato sia con un modello cellulare che con un modello murino di cancro al seno. È importante sottolineare che il modello cellulare conteneva sia cellule tumorali che cellule stromali non tumorali, cellule del tessuto connettivo che si trovano nel seno e in altri tessuti. Hanno somministrato il farmaco chemioterapico Docetaxel a concentrazioni fisiologicamente rilevanti e hanno scoperto che, anche a dosi molto basse, le cellule stromali venivano danneggiate mentre le cellule tumorali no, e che il trattamento induceva il rientro nel ciclo cellulare nelle cellule tumorali.

A detta della dottoressa Ramya Ganesan il risveglio delle cellule dormienti è dovuto al rilascio di due molecole chiave di segnalazione cellulare, il fattore stimolante le colonie di granulociti (G-CSF) e l’interleuchina-6 (IL-6) da parte delle cellule stromali danneggiate: queste hanno agito sulle cellule stromali danneggiate, cellule dormienti, per favorirne la crescita, sia in vitro che in vivo.

La scoperta ha fornito al team nuovi bersagli, dimostrando che gli anticorpi che neutralizzano il G-CSF o l’IL-6, o un farmaco che bloccava il mediatore di tali segnali all’interno delle cellule tumorali, inibivano il risveglio dalla dormienza dovuto al trattamento con Docetaxel.

I risultati ottenuti hanno diverse importanti implicazioni

In primis evidenziano l’importanza delle cellule circostanti, e non solo delle cellule tumorali trattate, nel determinare la risposta alla chemioterapia. In secondo luogo, forniscono un possibile fondamento meccanicistico per l’osservazione che alti livelli sierici di IL-6 sono associati a recidiva precoce nelle pazienti con cancro al seno sottoposte a chemioterapia, rafforzando potenzialmente l’utilità di quel biomarcatore nella pianificazione del trattamento. In terzo luogo, forniscono nuovi obiettivi per prevenire le recidive.

La soluzione al problema esiste

“Il nostro articolo - conclude la dottoressa Ganesan - evidenzia un effetto deleterio della chemioterapia antitumorale: il rilascio di IL-6 stromale e G-CSF da parte della chemioterapia con Taxani ha risvegliato le cellule dormienti del cancro al seno, un meccanismo postulato per la recidiva del tumore. Il blocco transitorio delle citochine durante la somministrazione della chemioterapia può prevenire la recidiva del tumore”.

Altra fonte:
Eurekalert

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14/09/2023