Veleno di insetti e rischio anafilattico. La guida per proteggersi

Tra le cause dell’anafilassi c’è il veleno dovuto alle punture di imenotteri come vespe, api, calabroni, bombi. Il pericolo della saliva del tafano

di Stefania Elena Carnemolla

Shock anafilattico o anafilassi? In realtà non sono sinonimi. L’anafilassi è una reazione allergica acuta, dal quadro clinico complesso, che si manifesta rapidamente dopo il contatto con un allergene come pollini, veleno d’insetti, farmaci, ormoni, enzimi, lattice, coloranti, conservanti, alimenti ‒ in particolare arachidi, frutta a guscio, soia, crostacei, molluschi, pesce, latte, uova, cereali. Lo shock anafilattico è, invece, una reazione anafilattica con gravi ripercussioni sul sistema cardio-circolatorio, con un brusco crollo della pressione arteriosa, con il cuore che, a causa della forte vasodilatazione, inizia a battere sempre più velocemente, un meccanismo che può portare all’arresto cardiocircolatorio.  Né è un caso che davanti a una reazione anafilattica venga consigliato di sdraiare la persona e sollevarle le gambe per aiutare il sangue circolante a concentrarsi nella testa e nell’addome ed evitare che la pressione scenda ulteriormente. 

Una tecnica con alcune eccezioni: “In caso di anafilassi” spiega ISSalute “la persona deve essere collocata in una posizione comoda e dovrebbe rimanere distesa tranne in caso di: gravidanza, le donne incinte dovrebbero distendersi sulla parte sinistra per evitare di fare troppa pressione sulla grande vena che porta sangue al cuore; difficoltà di respirazione, la persona dovrebbe rimanere seduta per facilitare la respirazione; situazione di incoscienza, la persona deve essere posta in posizione di recupero per assicurare che le vie aeree rimangano aperte e libere, posizionarla su un lato, assicurandosi che sia sostenuta da una gamba e da un braccio e aprire le vie aeree sollevando il mento; arresto respiratorio o cardiaco, in questo caso deve essere eseguita immediatamente la rianimazione cardiopolmonare”.

ANAFILASSI

Come si riconosce l’anafilassi? A seconda della gravità dei sintomi esistono, spiega la Initiative Insektengift-Allergie, quattro stadi. Il primo si manifesta con eruzione cutanea in diverse parti del corpo, prurito, gonfiore sottocutaneo, ansia. Il secondo presenta gli stessi sintomi del primo più gonfiori, nausea, vomito, crampi addominali, diarrea, naso che cola, raucedine, affanno, rapida eruzione cutanea, calo della pressione arteriosa, vertigini. Il terzo, oltre agli stessi sintomi dei primi due stadi, sibilo respiratorio, affanno, gonfiore della laringe, problemi a deglutire e a parlare, pallore, sudore freddo con segnali di forte calo pressorio, colorazione bluastra di cute, labbra, mucose, unghie, stordimento, debolezza, paura di morire. Il quarto stadio, infine, oltre ai sintomi dei primi tre stadi, incontinenza, collasso, perdita di conoscenza, arresto respiratorio e circolatorio.

VELENO DI INSETTI

In estate molto temute sono non solo le punture di zanzara, ma anche di tafano e imenotteri come api, vespe, bombi, calabroni. Come si fa, ad esempio, a capire che si è allergici al veleno degli imenotteri? Le loro punture, spiega FederAsma e Allergie, possono provocare reazioni locali o generali/sistemiche. Le prime, a causa delle sostanze tossiche del veleno, si manifestano con arrossamenti e/o gonfiore nella sede della puntura o come reazioni allergiche dovute a componenenti del veleno che stimolano, in caso di soggetto allergico, la formazione di anticorpi. Le reazioni allergiche generali/sistemiche, spiega FederAsma e Allergie, si manifestano entro mezz’ora dalla puntura con sintomi come gonfiore, vertigini, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, mancanza di respiro, stordimento, confusione mentale, calo della pressione sanguigna, perdita di coscienza, shock anafilattico.

TEST ALLERGICI

Se pochi minuti dopo una puntura si manifestano sintomi come orticaria, vertigini, respiro affannoso o una reazione locale molto estesa è presente per più di 24 ore, bisogna allora rivolgersi a un allergologo che proverà a diagnosticare l’eventuale allergia al veleno di imenotteri. Dopo l’amnesi l’allergologo procederà alla diagnosi attraverso test cutanei o ematici, cioè, del sangue.

I test cutanei, spiega la Initiative Insektengift-Allergie, sono di due tipi: prick test e intradermico. Nel primo alcune gocce di una soluzione a base di veleno di insetti, estremamente diluito, vengono applicate sulla pelle per poi pungere lo strato cutaneo più superficiale. In base alla reazione cutanea, tipo pomfi e prurito, lo specialista accerta un’allergia al veleno di insetti. Nel secondo una piccola quantità di soluzione viene, invece, iniettata nello strato cutaneo intermedio. “Questo test” spiega la Initiative Insektengift-Allergie “dà luogo a reazioni più forti rispetto al prick test. Il test intradermico viene normalmente eseguito nei casi in cui il prick test abbia dato esito negativo”.

Il test ematico consiste, invece, in un esame di laboratorio con l’analisi del sangue per individuare l’eventuale presenza di anticorpi specifici delle allergie. “Dopo il primo contatto con un allergene” spiega, infatti, la Initiative Insektengift-Allergie “l’organismo, sensibilizzandosi contro tale allergene, crea i rispettivi anticorpi. La sensibilizzazione è confermata dalla presenza nel sangue di anticorpi contro il veleno di api o vespe”.

KIT DI EMERGENZA

Una volta accertata l’allergia al veleno di insetti, l’allergologo, spiega la Initiative Insektengift-Allergie, prescrive normalmente un kit di emergenza per anafilassi, che i soggetti allergici, in questo caso al veleno di insetti, devono sempre avere con sé, in particolare durante la stagione estiva. Il kit contiene un autoiniettatore di adrenalina – potente vasocostrittore e, quindi, utile in caso di crollo della pressione arteriosa tanto da essere considerata un prezioso salvavita –, nonché antistaminici in gocce o in compresse da sciogliere in bocca, cortisone.

IMMUNOTERAPIA

Una soluzione, il cui effetto può durare per diversi anni, è anche l’immunoterapia specifica o iposensibilizzazione o vaccinazione antiallergica, con cui l’organismo viene abituato lentamente al veleno d’insetti. L’immunoterapia, spiega la Initiative Insektengift-Allergie, è indicata per adulti e bambini a partire dai 5 anni e, in alcuni casi, anche di età inferiore, quindi, in particolare, per quei soggetti che dopo una puntura abbiano sofferto di shock allergico con collasso circolatorio o ancora per chi abbia problemi cardiocircolatori. Quali sono gli step? “La terapia” spiega la Initiative Insektengift-Allergie “deve essere avviata da un medico specialista; le iniezioni devono essere praticate unicamente sotto attenta sorveglianza medica; il medico curante deve essere informato in merito a malattie pre-esistenti e/o medicinali assunti; in caso di trattamento ambulatoriale occorre evitare sforzi fisici, pasti abbondanti, bagni caldi, sauna e alcol; in caso di nuova puntura di insetto è necessario rivolgersi immediatamente al medico”.

PUNTURE 

Come pungono vespe, api, bombi, calabroni, tafani? Dopo la puntura, spiega, ad esempio, la Initiative Insektengift-Allergie, la vespa ritira il pungiglione dalla pelle a differenza dell’ape, il cui pungiglione rimane attaccato alla pelle, con l’insetto che muore dopo la puntura. Il pungiglione va rimosso con una pinzetta, applicando del ghiaccio sulla zona colpita, mentre un errore da non fare è quello di schiacciare la pelle intorno al pungiglione, con il rischio di far entrare in circolo il veleno. Il bombo, il cui veleno è simile a quello dell’ape, manifesta la volontà di pungere “sollevando la zampa mediana o sporgendo l’addome contro l’aggressore”, segnali inequivocabili.

Le punture di calabrone sono molto dolorose, spiega ancora la Initiative Insektengift-Allergie, con il veleno dell’insetto che contiene allergeni simili a quelli del veleno di vespa. Molto dolorose sono anche le punture di tafano, un tipo di grande mosca, questo perché a differenza delle zanzare, spiega la Initiative Insektengift-Allergie, che con la loro proboscide succhiano il sangue della vittima, il tafano morde la pelle, lasciandovi dei veri e propri fori. Le reazioni allergiche dovute alla puntura sono causate dalla saliva, che nei soggetti allergici può provocare shock, gonfiore, affanno, mentre nei soggetti non allergici la puntura di tafano, spiega la Initiative Insektengift-Allergie, può provocare pomfi, anche evidenti, dolore, forte prurito.

PREVENZIONE

La Initiative Insektengift-Allergie ha realizzato un vademecum su come prevenire le punture di insetti, spiegando quali sono i comportamenti a rischio: “Evitare movimenti bruschi se vi sono api o vespe nelle vicinanze. Se un’ape o una vespa si appoggia su una parte del corpo, scuoterla di dosso o farla scivolare, senza colpirla. Evitare di avvicinarsi a fiori, frutti molto maturi e frutta caduta a terra: sono i luoghi preferiti di api e vespe. Fare attenzione durante le attività di giardinaggio, la raccolta di frutta e fiori. Coprire la maggiore superficie possibile del corpo, in particolare durante le attività di giardinaggio: copricapo, vestiti a maniche lunghe, pantaloni lunghi, scarpe chiuse, guanti. Non indossare abiti ampi in cui possano impigliarsi insetti. Indossare abiti chiari piuttosto che colorati. Non camminare a piedi nudi sull'erba, perché le api raccolgono miele sul trifoglio. Prestare attenzione in caso di attività sportive o giochi all’aperto, il sudore attira numerosi insetti che pungono.

Se possibile, rinunciare ai picnic, perché i cibi dolci attirano gli insetti (oppure coprire cibi e bevande e gettare i rifiuti). Non bere mai direttamente dalla bottiglia o dalla lattina, ma utilizzare preferibilmente una cannuccia. Prudenza nelle vicinanze di cestini e cassonetti dei rifiuti, perché le vespe amano questi luoghi, teneteli di conseguenza sempre chiusi e puliti. Evitare i luoghi in cui si cibano gli animali (cani), i residui di cibo attirano le vespe. Lavarsi le mani e sciacquarsi la bocca dopo i pasti (soprattutto i bambini).

Non utilizzare profumi, spray per capelli, cosmetici o creme dal profumo intenso. In auto/casa tenere chiusi/e finestrini/finestre durante il giorno e/o utilizzare zanzariere su finestre e portefinestre di balconi. Evitare di avvicinarsi a nidi di api e vespe (ad es. tronchi cavi, ceppi, sottotetti, capanni, siepi) e alle zone limitrofe. In presenza di nidi di vespe nella propria abitazione (ad es. sottotetto, cassonetti delle tapparelle) o in giardino, consultare un esperto ed eventualmente farli rimuovere. Prestare particolare attenzione nei giorni più afosi, poiché gli animali sono particolarmente aggressivi”.

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