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Un milione di tonnellate d’acqua contaminata finiranno in mare, nuova emergenza a Fukushima spaventa il mondo

Le autorità giapponesi non hanno un'idea alternativa. I serbatoi installati accanto alla centrale nucleare, in totale migliaia, saranno pieni entro la metà del 2022

Un milione di tonnellate dacqua contaminata finiranno in mare nuova emergenza a Fukushima spaventa il mondo
di Roberto Zonca

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E alla fine è arrivata la temuta conferma. La società Tokyo Electric Power, che gestisce la centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma e poi da uno tsunami, nel marzo del 2011, sverserà nell'Oceano Pacifico l'acqua contaminata utilizzata per raffreddare i nuclei di combustibile fuso ancora nei reattori. A darne notizia è stato il ministro dell'Ambiente Yoshiaki Harada, sottolineando che si tratta dell'unica opzione possibile.

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Per far fronte all'emergenza la Tepco aveva installato migliaia di serbatoi, all'interno dei quali, per anni, si era provveduto ad immagazzinare l'acqua tossica. Lo spazio a disposizione, a 8 anni di distanza dal disastro, è praticamente finito e, del liquido ormai altamente radioattivo, nessuno sembra sapere cosa farne. E non si parla certo di un quantitativo ridotto, ma di 1 milione di tonnellate d'acqua contaminata che a breve saranno riversate in mare... Al problema hanno cercato di trovare una soluzione esperti provenienti da tutto il mondo, ma alla fine la decisione che preoccupa e che inevitabilmente causerà un disastro ecologico che non ha precedenti nella storia dell'uomo.

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A preoccupare, spiega il sito Asia Times, è principalmente il trizio, l'unico isotopo che non si riesce a eliminare dall'acqua di raffreddamento. L'elemento, a bassa radioattività, non è facile da rilevare. La sua radiazione, precisano però gli scienziati, non riesce a penetrare la pelle umana... ma può essere dannoso se ingerito o inalato.

Le autorità avevano di recente fatto il punto della situazione, convocando al tavolo anche un nutrito numero di esperti provenienti da 22 Paesi (tra cui anche ingegneri della Corea del Sud e degli Stati Uniti), ma il problema si è rivelato insormontabile. A seconda del tipo di combustibile utilizzato nel reattore, evidenziano infatti alcuni esperti, la radioattività dei rifiuti prodotti può durare centinaia o persino migliaia di anni, costruire ancora dei serbatoi non è un’idea sostenibile nel tempo, come non non lo è neppure l’idea di svuotare l’acqua contaminata nell’Oceano. “Il Giappone - ha detto Koichiro Matsumoto, direttore della cooperazione internazionale al Ministero degli Esteri giapponese - continuerà a fornire informazioni alla comunità internazionale sulla situazione di Fukushima'.

L'annuncio fatto dal ministro dell'Ambiente Harada non è stato tuttavia formalizzato dal governo di Tokyo che dovrà decidere cosa fare nei prossimi mesi.

05/09/2019