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Allarme dal Wwf, negli ultimi quarant'anni dimezzati gli animali marini

Allarme dal Wwf negli ultimi quarantanni dimezzati gli animali marini
di Alessandra Concas

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Le cause sarebbero da attribuire sia alla pesca sia ai cambiamenti del clima.

L'allarme arriva dal Wwf nell'ultimo report “Living Blue Planet”.

Nell'arco di una quarantina di anni, dal 1970 al 2012, le popolazioni mondiali di pesci e di mammiferi, uccelli e rettili marini si sono dimezzate a causa della pesca, della distruzione degli ecosistemi marini e del cambiamento climatico. A pagare il prezzo maggiore sono i pesci, con specie come il tonno e sgombro in declino di oltre il 70%.

Secondo l'associazione ambientalista, nell'arco di una generazione l'attività umana ha gravemente danneggiato l'oceano catturando pesci più velocemente di quanto gli stessi si possano riprodurre. Il declino degli ecosistemi oceanici, potrebbe innescare gravi conseguenze a livello economico, e minare la lotta contro la povertà e la malnutrizione.

L'indagine mette l'accento sul Mediterraneo, in pericolo anche in relazione al surriscaldamento perché, essendo un bacino semichiuso, registra un aumento delle temperature doppio rispetto ai più grandi oceani. Il Mediterraneo è sovrasfruttato, ogni anno vengono pescati 1,5 milioni di tonnellate di pesce, con l'85% degli stock sovrapescati e quasi il 90% esauriti. Questa situazione mina la sostenibilità dei mezzi di sussistenza di molte persone, specialmente nelle comunità costiere.

Sempre secondo il Wwf, il trend potrebbe essere invertito, se i leader mondiali si assicurassero che il recupero degli oceani e degli habitat costieri siano inclusi seriamente nell'implementazione negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu che saranno approvati nel corso di questo mese.

 

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17/09/2015