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Avanguardia bio nelle colline perugine

Avanguardia bio nelle colline perugine
di La nuova ecologia

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Essere i primi a vantare la certificazione di agricoltura biologica in Umbria e non accontentarsi. È questo che ha portato Torre Colombaia, azienda che produce gli unici semi di girasole tostati in Italia, a diventare un’eccellenza nel campo dell’efficientamento e della coltivazione low carbon. Si trova a San Biagio della Valle, tra le colline perugine, in terreni appartenuti ai frati benedettini per un millennio fino alla fine del diciannovesimo secolo, e poi acquistati dal quadrisavolo di Alfredo Fasola Bologna, titolare dell’azienda dal 1987.

L’azienda è stata coinvolta, fra il settembre 2010 e il dicembre scorso, nel progetto Life “Agri climate change” per combattere il cambiamento climatico attraverso le attività agricole, a cui hanno partecipato Italia, Francia, Spagna e Germania. Dall’avvio del progetto i consumi energetici complessivi di Torre Colombaia sono passati da 1.302 a 1.012 gigajoule, con una diminuzione del 22%, mentre le emissioni lorde di gas serra sono decresciute da 90 a 47 tonnellate, pari a 0,8 per ettaro, ossia un 47,7 % in meno. Merito di azioni mirate, prima fra tutte la riduzione dell’impiego di Gpl e gasolio nella coltivazione, la lavorazione e il trasporto dei prodotti.

«Sono stati installati tre impianti fotovoltaici con i quali si alimentano i macchinari, il mulinetto a pietra, lo spremitore a freddo per i semi di girasole, la cella frigorifera «fondamentale per la conservazione di prodotti trattati biologicamente – racconta Alfredo Fasola – allo stesso tempo riforniamo di elettricità metà delle abitazioni del paese di San Biagio della Valle. Produciamo 220 kW di energia su appena un terzo d’ettaro, coprendo lo 0,5% di tutta la superficie aziendale, per un totale di 250mila kWh. La produzione di energia permette ancheuna resa economica di 25-30 mila euro l’anno». L’azienda si estende su 160 ettari, di questi 100 sono di bosco, che contribuisce all’assorbimento di CO2. «Abbiamo lasciato intatta almeno la parte interna del bosco, senza disturbare l’equilibrio floro-faunistico, mentre eseguiamo i tagli solo esternamente», racconta Fasola Bologna.

L’impegno dell’imprenditore per il futuro comprende la partecipazione al progetto di “museo diffuso” per la valorizzazione del bosco con la creazione di percorsi e la ristrutturazione delle casette un tempo adibite alla caccia. Altri risparmi sulle emissioni derivano dalla filiera di vendita, che non è a km 0, ma concentrata principalmente in Umbria e a Roma. Fra le iniziative virtuose di Torre Colombaia c’è anche la riduzione della pollina per fertilizzare da 50 a 7,4 tonnellate, distribuite su 60 ettari coltivati a grano, girasole, lenticchie, miglio, favino, lino. La filiera del lino comprende anche il riutilizzo delle fibre di scarto per la produzione di indumenti, mentre i residui di lavorazione del girasole costituiscono un foraggio di cui vanno ghiotti gli animali. La prossima sfida per Torre Colombaia è diventare la prima azienda italiana a produrre amaranto biologico. Pianta simile ai cereali, il cui contenuto aminoacidico è del tutto simile a quello dei prodotti animali. È priva di glutine, non necessita di molta acqua, ed essendo molto resistente, non ha bisogno di tanto fertilizzante. 

30/05/2014