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Cimice asiatica: come proteggere casa, orto e giardino

Insetto esotico invasivo da qualche anno anche in Italia, flagello del mondo vegetale e ospite indesiderato per l’uomo: consigli pratici per contrastarlo

di Stefania Elena Carnemolla

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Dagli sciami di cavallette, cronaca degli ultimi giorni, nelle campagne del nuorese, in Sardegna, all’esercito nel Nord Italia di cimici asiatiche, piaga dei frutteti e con i cittadini, denuncia Coldiretti, costretti a “barricarsi in casa con porte e finestre chiuse”. Tutta colpa delle alte temperature scatenatesi all’improvviso, è stata la spiegazione, anche se, come vedremo, la presenza della cimice asiatica in questo periodo dell’anno è coerente con il suo ciclo vitale.

Un insetto esotico invasivo

Il suo nome scientifico è Halyomorpha halys (Stål 1855) ed è originaria dell’Asia orientale, dove è presente in Cina, nelle due Coree, Giappone e Taiwan. La specie, altamente invasiva, è stata introdotta accidentalmente dall’uomo con i traffici commerciali prima negli Stati Uniti quindi in Europa, con la specie che ancora oggi viene involontariamente trasportata attraverso veicoli, macchinari e bagagli, mentre col tempo è stata sempre più spesso segnalata su automezzi, nelle stazioni ferroviarie, nei porti, negli aeroporti, nei terminal di smistamento delle merci, nelle vie di comunicazione stradali e ferroviarie, nella aree verdi, tra le colture e nei centri abitati. Secondo alcuni calcoli le sue ninfe possono percorrere 20 metri in 5 ore e gli adulti possono volare fino a 26 metri di altezza per 2 km al giorno, raggiungendo una distanza massima di 116 km.

L’insetto, che non è pericoloso per l’uomo - non lo punge, né gli trasmette malattie, anche se con l’arrivo dei primi freddi cerca rifugio in particolare nelle abitazioni - lo è, invece, per il mondo vegetale. La cimice asiatica è, infatti, un fitofago polifago attratto dalle specie coltivate, spontanee e ornamentali, con predilezione per piante arboree e arbustive. Ama, in particolare, pesco, pero, melo, kiwi, ulivo, albicocco, ciliegio, susino, vite, pomodoro, peperone, fagiolini, soia, girasole, fagioli, mais, frumento, mentre sotto tiro sono anche acero, nocciolo, frangola, ailanto, sanguinello, catalpa e pawlonia. È anche capitato che durante inverni miti, invece di spostarsi dai campi verso le abitazioni o altri luoghi riparati, abbia svernato nei frutteti sulle reti anti-grandine o anti-insetto o su copripali di plastica.

In Italia, dove ormai ha colonizzato diverse regioni e completa due generazioni l’anno, fu catturata per la prima volta nel settembre del 2012 a Magreta, un centro abitato in provincia di Modena, da uno studente dell Università di Modena e Reggio Emilia durante una raccolta di insetti a scopo didattico. La notizia fu data nel giugno successivo sulla rivista Agricoltura della Regione Emilia-Romagna con l’annuncio del ritrovamento di una cimice esotica dannosa per i frutteti, di cui ancora oggi è considerata un flagello.

“Per alimentarsi” spiega Rentokil Italia, azienda di disinfestazione e derattizzazione “pratica, mediante l’apparato boccale, delle punture per la suzione della linfa; la saliva determina reazioni biochimiche che provocano la successiva necrosi dei tessuti vegetali. Nei frutti colpiti si osservano anche gravi deformazioni e degli indurimenti in corrispondenza della puntura. Spesso si rilevano anche dei danni indiretti dovuti alle deiezioni della cimice che imbrattano i frutti e possono dar luogo alla formazione di fumaggini. Nel complesso si ha quindi un deprezzamento della produzione o una perdita totale dei requisiti di commercializzazione. Gli attacchi più rilevanti, imputati soprattutto alla cimice asiatica, a livello mondiale sono stati segnalati su melo, pero, pesco, nettarine, actinidia, ma anche su colture erbacee come soia e fagiolo”.

Dibattito al Senato

Da quando la cimice asiatica è arrivata in Italia si sono susseguiti studi, seminari, convegni alla ricerca di soluzioni per contrastare un insetto tanto dannoso per il mondo agricolo. Considerato ormai un’emergenza nazionale, l’insetto è approdato al Senato dove lo scorso 12 giugno l’assemblea ha approvato la risoluzione - Doc. XXIV n. 5, a sua volta approvata nella seduta del 16 aprile della 9a commissione permanente agricoltura e produzione agroalimentare. 

Con tale risoluzione, preso atto dell’inefficacia di pesticidi e altre sostanze chimiche, i cui principi attivi a largo spettro potrebbero avere gravi ricadute sui sistemi produttivi colpiti dall’insetto, nonché dell’impiego di insetti antagonisti autoctoni, come, ad esempio, le vespe, e considerati, al contrario, i buoni risultati di laboratorio ottenuti con il Trissolcus japonicus (Ashmead, 1904), la vespa samurai, anch’essa originaria dell’Estremo Oriente e antagonista naturale della cimice asiatica, è stato, quindi, proposto di avviare una lotta biologica contro la seconda utilizzando la prima - introdotta in Italia, previo permesso ministeriale, in condizioni di quarantena e solo a fini di studio di laboratorio -, cosa ora possibile dopo la modifica dell’art. 12 del D.P.R. 357/1997 - a sua volta recepimento della direttiva europea 43/1992 -, modifica che in “presenza di motivate ragioni di interesse pubblico” consentirà di “derogare al divieto di introduzione di specie o popolazioni non autoctone” sulla base di “studi che evidenzino l’assenza di effetti negativi sull’ambiente”.

Durante la discussione in Senato, con l’assemblea sostanzialmente favorevole al documento, la senatrice Loredana De Petris ha, tuttavia, rivolto un invito alla prudenza, consigliando di valutare i rischi connessi all’introduzione del “nostro ecosistema” e “senza le dovute accortezze” di un’altra specie aliena come, per l’appunto, la vespa samurai: “Noi dobbiamo stare attenti e non accelerare, perché rischiamo di produrre ancora più danni e abbiamo già avuto esperienze passate di leggerezza, anche se non con riferimento specifico alla vespa. Pertanto, sapendo perfettamente che c’è una emergenza e che è un’emergenza grande, come sappiamo tutti perfettamente, il mio invito è a essere molto cauti e a chiedere ancora di più, anche in termini di tempo, con molte possibilità di verifica e con tutto il supporto dal punto di vista scientifico per evitare di produrre danni peggiori di quelli che ci sono attualmente con la cimice. Torno a ripetere che un’immissione non così accuratamente e scientificamente verificata potrebbe produrre danni molto forti alla biodiversità agricola”.

Come riconoscere la cimice asiatica

Cosa si può fare nella quotidianità per contrastarla? Primo passo è conoscerne innanzitutto l’aspetto e distinguerla dalla Rhaphigaster nebulosa (Poda, 1761) o cimice screziata, un fitofago autoctono dalla colorazione mimetica brunastra picchiettata di nero - la cimice asiatica ha, invece, il dorso di colore marmorizzato nei toni del grigio e del marrone - e che s’incontra su piante, siepi, muri soleggiati, foreste, parchi e giardini. Aiuterà in questo senso una scheda del Servizio fitosanitario della regione Emilia-Romagna con le due specie a confronto.

Questi, invece, i luoghi dove è possibile incontrarla: ambito rurale, ambito cittadino, colture, boschi, riserve naturali, edifici in centro abitato, edifici in campagna, orti, giardini, arbusti, siepi, balconi, terrazzi, verde pubblico, mezzi di trasporto oltre, come s’è detto, in terminal merci, stazioni, aeroporti.

Ciclo vitale della cimice asiatica

È importante anche conoscere il suo ciclo vitale. In primavera, intorno ad aprile-maggio e con l’arrivo dei primi caldi, gli adulti lasciano i loro ricoveri autunnali e invernali e raggiungono la vegetazione, dove iniziano a nutrirsi per poi accoppiarsi. Tra giugno e luglio le femmine depongono le uova a gruppi di 20-30 nella pagina inferiore delle foglie. Dopo la schiusa delle uova e 5 stadi di sviluppo, tra agosto e settembre la specie raggiuge lo stadio adulto.

Con i primi freddi gli adulti si aggregano in massa per svernare, prendendo d’assalto in particolare le abitazioni, causando, come osservato in diversi studi, avversione e disgusto anche a causa del loro odore sgradevole, che emettono quando si sentono minacciati.

Un ospite indesiderato

La cimice asiatica è un ospite indesiderato, ricorda un vademecum della Regione Piemonte e Agrion, fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese. Come comportarsi, allora, in sua presenza? Dove si nasconde per svernare? Nelle zone più riparate delle abitazioni, ricorda il vademecum, come mansarde, sottotetti, cassonetti delle tapparelle, ripostigli, infissi ed intercapedini. Poter debellare le popolazioni di cimici asiatiche prima del loro risveglio è, infatti, importante. Individuate le zone di ricovero, spiega il vademecum, si possono catturare manualmente o con l’aiuto di aspiratori muniti di sacchetto o bloccandole spruzzando ghiaccio secco. Gli insetti catturati vanno immersi in contenitori con acqua e sapone per impedirne la fuga e causarne, così, la loro “rapida eliminazione”. Le cimici raccolte, raccomanda, infatti, il vademecum, vanno eliminate e non semplicemente allontanate.

Un altro vademecum - S.O.S. Cimici asiatiche. Teniamole fuori dalle nostre case! - è quello del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna. Per impedire l’ingresso delle cimici asiatiche in casa, consiglia il vademecum, una buona soluzione sono le zanzariere o le reti antinsentto da collocare alle finestre, intorno ai comignoli di camini non in uso, sulle prese d’aria e alle finestre dei sottotetti, sigillando, quando possibile, crepe, fessure e tutti quegli accessi, come tubazioni, canalizzazioni, feritoie, profilati e altre aperture, che agevolano il passaggio dell’insetto.

Per stanare le cimici nascoste, ad esempio, nei cassonetti, infissi e tubature, il vademecum consiglia l’utilizzo di strumenti di pulizia per la casa a vapore, utilizzando l’aspirapolvere per raccogliere quelle nei posti più raggiungibili come soffitti o verande od ancora quelle “stanate col vapore”. Anche questo vademecum consiglia l’uso di bombolette di ghiaccio spray per far cadere le cimici a terra prima di raccoglierle, raccomandandosi: “Le cimici raccolte vanno eliminate immediatamente! La soluzione più semplice è quella di immergere il contenitore utilizzato per raccoglierle in una bacinella d’acqua saponata per qualche minuto. Il sapone impedisce loro di galleggiare causandone il rapido annegamento. In seguito, le cimici morte possono essere smaltite nei contenitori dell’organico. Le cimici raccolte non vanno liberate all’esterno per impedire che si vadano ad annidare in altri edifici e che la primavera successiva ritornino in campagna a danneggiare le coltivazioni e non vanno mai buttate nel water in quanto l’acqua presente, se non saponata, non è sufficiente per annegarle”.

Una raccomandazione riguarda l’uso degli insetticidi per impiego domestico, sconsigliati negli ambienti a uso abitativo, limitandone, tuttavia, l’utilizzo per il trattamento della parte esterna degli infissi, dove oltre ad eliminare le cimici già presenti, ne potrebbero impedire l’ingresso nelle abitazioni; quindi, nei cassonetti o in altri punti critici “solo ed esclusivamente se si lascia l’abitazione per alcuni giorni”, sfruttando l’azione repellente di alcuni insetticidi, ad esempio, i piretroidi; in ambienti abitativi dove non vi siano, però, prodotti alimentari come magazzini, capannoni, solai e garage.

Rentokil, ad esempio, consiglia di rinchiudere le cimici catturate in un contenitore, liberandole in acqua e sapone liquido di Marsiglia, ricordando come la sola acqua non ne consenta l’annegamento. Uno spray al sapone di Marsiglia, consiglia ancora, può essere utilizzato “di tanto in tanto” sulle piante come repellente naturale, impiegando, in alternativa, uno spray all’aglio: “Si sa che l’aglio è uno degli antiparassitari naturali più efficaci per proteggere dagli insetti orto e piante in vaso. Potreste piantare un bulbo d’aglio nei vasi del vostro orto sul balcone o nell’orto piantare delle file di bulbi d’aglio tra un’aiuola e l’altra”. Un altro accorgimento, spiega Rentokil, sono le luci esterne, preferendo le lampadine a luce gialla o calda. Quindi, una raccomandazione: “Controllare il bucato, perché capita non di rado che le cimici si nascondano tra i panni stesi all’esterno”.

C’è, quindi, chi consiglia di spruzzare acqua saponata in angoli dove potrebbero rifugiarsi oltre che lungo porte e finestre; di pulire le foglie delle piante, dove la cimice asiatica depone le uova, con olio naturale di Neem; di nebulizzare le piante con un antiparassitario casalingo a base di bicarbonato, con un cucchiaino di bicarbonato disciolto in acqua con tre cucchiai di olio; di usare il tabacco come repellente - le cimici sono allergiche alla nicotina - mettendo a macerare in abbondante acqua il tabacco di un pacchetto di sigarette, filtrando quindi il liquido e aggiungendovi qualche goccia di detersivo per piatti e spruzzando il tutto direttamente sulle cimici. C’è chi, infine, consiglia di stecchire le cimici con lacca per capelli e chi di metterle al tappeto spruzzandovi contro una soluzione a base di acqua e peperoncino piccante.

Abbiamo parlato di:

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Università di Modena e Reggio Emilia Website | Twitter | Facebook | Instagram | LinkedIn

Trovata una cimice esotica dannosa per i frutteti Articolo

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Rentokil Italia Website | LinkedIn

Senato della Repubblica Website | Twitter | Instagram

Documento XXIV n. 5 cimice asiatica Scheda

Regione Piemonte Website | Twitter | Facebook | Flickr | LinkedIn

Agrion Website | Facebook

 

19/06/2019