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Disastro del Vajont 50 anni dopo, una lezione dimenticata

Disastro del Vajont 50 anni dopo una lezione dimenticata
di La nuova ecologia

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Il Vajont avrebbe dovuto insegnare, soprattutto agli amministratori, ad avere una maggiore attenzione alla prevenzione, alla gestione e alla tutela del territorio, ma purtroppo ha insegnato ancora troppo poco.

'Eventi del genere non dovrebbero più a ripetersi invece ogni anno siamo di fronte a situazioni di difficoltà e calamità alle quali troppo spesso non siamo pronti'. È amaro il commento del giovane sindaco di Longarone, Roberto Padrin a cinquanta anni dalla tragedia del 9 ottobre 1963 che si portò via la vita di 1.910 persone. La frana del monte Toc nell'invaso del Vajont, quell'onda alta duecento metri, interi paesi spazzati via per errori, colpe e interessi dell'uomo.

Le amare parole del sindaco sono ben rappresentate nel piccolo ma ricchissimo e ben realizzato museo di Longarone. Il 'prima' e il 'dopo', i ricordi, le testimonianze, i dati tecnici, le analisi, foto e oggetti. E nell'ultima stanza un cartello col lungo elenco dei disastri cosiddetti 'naturali' (frane, alluvioni, terremoti) che hanno colpito l'Italia in questi 50 anni, esempio drammaticamente concreto che davvero il Vajont ha insegnato 'troppo poco'. E continua a non insegnare.

Se non bastasse questo terribile elenco, aggiungiamo alcuni numeri incredibili contenuti in un recente dossier del ministero dell'Ambiente. In base agli accordi sottoscritti con le Regioni nel 2010 erano stati stanziati 2.075 milioni (fondi Fas, ministeriali e regionali) per 1.500 interventi necessari alla messa in sicurezza delle popolazioni e dei territori dal rischio idrogeologico. Ebbene, come si legge nel dossier, dopo tre anni solo 134 interventi per 34 milioni sono stati conclusi, altri 216 per 283 milioni sono in esecuzione, 484 per 594 milioni sono solo alla fase di progetto, mentre 254 per 407 milioni sono ancora da avviare. Dei restanti 775 milioni non si ha notizia.

E come sempre il panorama cambia da zona a zona. Scorrendo i dati regione per regione ci si accorge che, ad esempio, la Calabria non ha completato nessuno dei 185 interventi previsti e finanziati, così anche il Lazio per i suoi 90 o la Puglia per i suoi 91. Non molto meglio le altre regioni: Basilicata 1 su 107, Campania 1 su 97, Piemonte 2 su 239, Toscana 5 su 107, Sicilia 15 su 205, Lombardia 9 su 163. E ricordiamo che sono tutte regioni con gravissime situazioni di rischio. L'unica regione sulla buona strada, anche se sotto il 50%, è l'Emilia Romagna con 101 interventi ultimati su 256.

Davvero, ahimè, il Vajont non ha insegnato e continua a non insegnare.



08/10/2013