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Ekomille: il dispositivo per la derattizzazione ecologica contro i più pericolosi roditori

Ekomille il dispositivo per la derattizzazione ecologica contro i più pericolosi roditori
di Stefania Elena Carnemolla

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Nel 2014 venne utilizzato a bordo del relitto della Costa Concordia dal Centro Disinfestazione Livornese contro i roditori che avevano invaso la nave: quattro dispositivi per la derattizzazione collocati su tre ponti, come esca, nessun veleno, ma attrattivi alimentari secchi come mangime per cani, semi di girasole, pinoli e grasso di maiale. Il dispositivo si chiama Ekomille ed è un dispositivo, prodotto da Ekommerce, per la cattura ecologica di ratti e topi.

Una vera novità nel campo della derattizzazione perché non usa sostanze tossiche ma solo esche naturali ad alto potere attrattivo e a lunga conservazione: semi di girasole, grasso animale, pinoli, grasso di maiale, pellet, pastura rossa fragola con cereali, farina di aringa 999 certificata, mix di semi e farina di aringa 999, crisalidi intere grassate con olio di pesce, risone alimentare. L’assenza di veleni o di sostanze chimiche velenose lo rende, inoltre, rispettoso per l’ambiente, garantendo, al tempo stesso, la massima igiene poiché le carcasse non vengono disperse nell’ambiente ma trattenute al suo interno per essere smaltite, in base alla normativa vigente, come rifiuti biodegradabili in discariche per rifiuti urbani. Adatto ad ogni ambiente, interno, esterno, a pavimento o sospeso, suo campo di impiego sono le aziende zootecniche o della filiera agro-alimentare, industria del turismo, strutture ed edifici pubblici, parchi e verde pubblico, centri commerciali, abitazioni private.

Il dispositivo, in plastica ABS, meccanismi in ottone, acciaio inox e rydon, con un peso di 7,5 kg, è alimentato da una batteria da 9 volts, con un’autonomia pari ad oltre 5000 cicli. Della confezione fanno parte il dispositivo, un kit di esche Ekofood, una paletta di raccolta, la batteria, un paio di guanti in lattice, un manuale. Come funziona? L’animale attirato dall’odore degli adescanti naturali, viene catturato non appena tenta di mangiare, mentre sensibilissimi congegni elettronici consentono catture multiple e continue. Il sistema consente, inoltre, il controllo periodico delle catture e il prelievo degli animali catturati.

Suoi infestanti target sono il Mus musculus domesticus, il Rattus norvegicus e il Rattus rattus. Con l’aiuto dell’azienda produttrice, cerchiamo di capire chi sono e perché è importante allontanarli dai luoghi dove si vive o si lavora.

Il Mus musculus domesticus è il topo domestico. Assai diffuso nel mondo, predilige gli ambiti urbani, suburbani e le aziende alimentari. Che danni provoca? Erode materiali, rosicchia confezioni, coibentazioni, imballi e cavi elettrici, mentre in archivi, biblioteche e musei, può danneggiare opere d’arte, manufatti lignei e distruggere libri, archivi, carte e pergamene. È, inoltre, vettore di numerose malattie, in alcuni casi anche mortali per l’uomo. Contaminando alimenti e superfici con peli, urina ed escrementi può, infatti, veicolare microorganismi patogeni responsabili di leptospirosi, salmonellosi, tifo, toxoplasmosi, coriomeningite linfocitaria, vaiolo bovino, tifo murino, febbre bottonosa mediterranea, criptosporidiosi, diarree, mentre studi recenti hanno provato come il topo domestico sia anche portatore del virus del tumore mammario del topo, che si pensa possa essere correlato al carcinoma mammario. È, inoltre. veicolo di pericolosi artropodi ectoparassiti come pulci, zecche, pidocchi e acari.

Il Rattus norvegicus è, invece, conosciuto come ratto delle chiaviche o ratto di fogna o ratto grigio, ratto originario dell’Asia, diventato cosmopolita. Ama gli ambienti naturali e quelli antropizzati. Frequenta fogne, canali di scolo, pozze, sponde di corsi d’acqua, discariche. Negli edifici penetra attraverso le reti fognarie o da fessure, buchi o anfratti non sigillati. È altamente attratto da cibo e alimenti proteici. Come il primo erode materiali, rosicchia confezioni, coibentazioni, imballi e cavi elettrici. Peste nera di ambienti rurali, allevamenti e canili, dove sottrae notevoli quantità di cibo agli altri animali, se non quando attaccandoli in porcilaie, allevamenti cunicoli e avicoli. È causa di malattie pericolose sia per l’uomo che per gli animali. Contaminando alimenti e superfici con peli, urina ed escrementi può veicolare microorganismi patogeni responsabili di febbre emorragica con sindrome renale, tifo murino, febbre bottonosa mediterranea, febbre Q, tifo, borreliosi di Lyme, leptospirosi, salmonellosi, febbre da morso del ratto, toxoplasmosi, leishmaniosi, criptosporidiosi, giardasi, angiostrongilosi e diarree. Come il primo è veicolo di pulci, zecche, pidocchi e acari.

Il Rattus rattus è il ratto nero o ratto dei tetti. Probabilmente originario dell’Asia, si pensa sia giunto in Occidente con le navi di ritorno dalle Crociate. Nel Medioevo fu responsabile della Grande Peste. Ama gli ambienti naturali e quelli antropizzati e, in particolare, quelli ricchi di cibo. Suo rifugio sono, in particolare, tetti, sottotetti e solai, mentre allo stato selvatico si rifugia su alberi come cipressi, palme, pini, siepi. Causa notevoli danni erodendo materiali, rosicchiando confezioni, coibentazioni, imballi, cavi elettrici, con le sue rosure che possono causare black-out elettrici con danni economici talvolta consistenti. È, inoltre, vettore di diverse malattie, in alcuni casi anche mortali per l’uomo. Contaminando alimenti e superfici con peli, urina ed escrementi può, infatti, veicolare microorganismi patogeni responsabili di encefalite equina, tifo murino, febbre bottonosa mediterranea, tifo, leptospirosi, peste, salmonellosi, febbre da morso del ratto, toxoplasmosi, leishmaniosi, criptosporidiosi, giardasi, schistosomiasi e diarree, veicolando come i primi pulci, zecche e pidocchi.

 

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Ekomille Scheda

13/12/2016