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Golfo Persico, nel 2100 clima incompatibile con la vita

Golfo Persico nel 2100 clima incompatibile con la vita
di Alessandra Concas

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L'allarme arriva dagli scienziati statunitensi su Nature Climate Change, in alcune aree il caldo potrebbe raggiungere oltre 70 gradi.Coloro che lavorano all'aperto e chi non si potrà permettere di avere l'aria condizionata saranno a rischio. Una particolare attenzione al pellegrinaggio che ogni anno porta circa due milioni di persone a La Mecca, che potrebbe essere pericolosa in estate.

Il Golfo Persico è stato spesso al centro dell'attenzione mondiale con notizie di carattere politico e militare, adesso ritorna a fare parlare di sé in relazione al suo possibile clima in un futuro a media scadenza.

L'allarme è stato lanciato dagli scienziati americani, secondo i quali nel 2100 la temperatura in alcune aree del Golfo Persico potrebbe raggiungere oltre 70 gradi. I ricercatori prevedono ondate di calore e tassi di umidità incompatibili con la vita. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.

Le persone più a rischio di sopravvivenza saranno coloro che svolgono lavori all'aperto e i poveri, perché non hanno a disposizione sistemi di condizionamento e di raffreddamento della temperatura atmosferica. Il Golfo sarà il primo a sperimentare combinazioni di caldo e umidità insostenibili per l'uomo, nell'ambito di cambiamenti climatici che porteranno un aumento delle temperature nell'intero Pianeta.

Le condizioni climatiche estreme non sarebbero costanti, aggiungono i ricercatori, ma i picchi di calore e di umidità diventeranno sempre più comuni. Una simile temperatura, entro la fine del secolo diventerebbe 'una normale giornata estiva', dicono gli studiosi, con effetti facilmente immaginabili.

Una particolare attenzione è stata rivolta all'Hajj, il pellegrinaggio che ogni anno porta circa due milioni di persone a La Mecca, che a causa dell'innalzamento climatico potrebbe portare con sé gravi conseguenze quando avviene nel mezzo dell'estate.

Sempre secondo i ricercatori, una speranza è riposta nella disponibilità delle nazioni a ridurre le loro emissioni di gas, prevenendo alcuni disastri. Un impegno in questa direzione su scala globale ridurrebbe significativamente la gravità degli impatti previsti, hanno scritto.

 



12/11/2015