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Greenwashing: cos'è e come non farci ingannare dal falso eco-bio

Greenwashing cosè e come non farci ingannare dal falso ecobio
di Federica Facchini

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Si è parlato di greenwashing nell’ evento tenutosi a inizio settembre dal titolo “Il Bell’Essere naturale, biologico e certificato” organizzato da NaTrue, associazione internazionale per la cosmesi naturale e biologica con sede a Bruxelles, in partnership con  Dr. Hauschka, Gala Cosmetici, N&B, Lavera, Primavera e Weleda. Luogo del dibattito il teatro della Terra all’interno del  Parco della Biodiversità di Expo Milano 2015.

Il greenwashing è una pratica adottata da alcune aziende che per migliorare la loro reputazione danno il via a una strategia di comunicazione il cui obiettivo è la costruzione di un’immagine positiva dal punto di vista del rispetto dell’ambiente, senza però di fatto applicare delle regole vere, che aiutino la sostenibilità, ai prodotti, alle materie prime o ai processi produttivi, anzi molto spesso l’obiettivo è proprio quello di nascondere ai consumatori pratiche con effetti negativi sulla natura e sul pianeta.

Mai come ora il tema del greenwashing è di attualità, la forte domanda di naturalità da parte dei consumatori infatti si riflette non solo nelle scelte alimentari ma anche in quelle per la cura della persona e più in generale in un approccio più sostenibile al consumo tanto da rendere necessaria una maggiore trasparenza da parte delle aziende.  

Durante l’evento si è parlato dell’intera filiera produttiva dalla coltivazione degli ingredienti fino alla certificazione e commercializzazione della cosmesi biologica che coniuga bellezza e rispetto per l’ambiente.

“Abbiamo scelto di organizzare questo incontro per far conoscere l’autentica cosmesi naturale e biologica tramite le testimonianze, i progetti e i prodotti delle aziende. - ha dichiarato Francesca Morgante, Label Manager NaTrue -  Come associazione ci preme sottolineare come la mancanza di una regolamentazione specifica per la cosmesi naturale e biologica disorienti il consumatore e favorisca il greenwashing. Standard elevati di certificazione quali quelli di NaTrue rappresentano invece una risposta concreta a supporto della scelte quotidiane di acquisto”.

Francesca Morgante ha approfondito gli aspetti distintivi della  certificazione NaTrue, spiegando quali ingredienti sono ammessi e in quali percentuali, concludendo poi che ogni brand deve garantire almeno il 75% della linea per poter ottenere la certificazione.

I criteri identificati per la verifica dei prodotti sono interamente focalizzati sulla qualità così da rafforzare la fiducia dei consumatori nei cosmetici biologici e naturali.

Partendo dal presupposto che i prodotti per la bellezza sono diversi dai prodotti alimentari e  spesso le loro funzioni e la loro conservazione non possono essere garantite utilizzando solo ingredienti di origine naturale (le creme per il viso ad esempio sono miscele di acqua e di oli che non possono essere stabilizzati senza emulsionanti o ancora gli shampoo e altri prodotti per la pulizia potrebbero non essere validi senza detergenti tensioattivi), NaTrue-Label si pone però l’obiettivo di limitare al massimo questo tipo di eccezioni definendo i parametri massimi e minimi di ingredienti tollerati, suddividendoli in tre gruppi:

1) Ingredienti totalmente di origine naturale, per cui sia il loro recupero sia il loro trattamento viene effettuato interamente attraverso processi fisici, escludendo alcuni metodi di lavorazione.

2) Ingredienti prodotti da un mix tra sostanze naturali e reazioni chimiche, queste ultime definite a loro volta da specifiche regole che ne ammettono solo alcune tipologie.

3) Ingredienti naturali ma che possono essere prodotti anche con reazioni chimiche che in questo caso sono permesse solo per quegli ingredienti difficilmente recuperabili in natura nella qualità e/o quantità desiderata. Solo poche di queste sostanze sono consentite e il loro utilizzo deve essere chiaramente indicato sulla confezione del prodotto.

Non sono ammesse all’interno della certificazione le materie prime che non rientrano in questa classificazione e i tensioattivi, se presenti, devono essere completamente biodegradabili.

“L’Associazione NaTrue - ha sottolineato Stefano Riva, Amministratore delegato Weleda Italia - è nata dall’esigenza di dare voce a un settore che necessita di una rappresentanza adeguata alle sfide che lo caratterizzano e lo standard NaTrue è talmente elevato da stimolare anche le aziende che hanno già rigorosi criteri a migliorare ulteriormente la qualità naturale dei propri prodotti”.

Durante l’evento, oltre al dibattito, sono state messe a disposizione dei visitatori delle postazioni beauty: Dr. Hauschka ad esempio ha presentato i nuovi trattamenti Experience e Good Night a base di rosa damascena, limone, lemongrass, equiseto, trifoglio rosso, mela rosa, Weleda ha presentato i suoi nuovi prodotti per la cura delle unghie e Lavera ha mostrato le nuove tendenze di make up naturale e biologico. 

 

 

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24/09/2015