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Il clima cambia? Mai più pasta al dente

Il clima cambia Mai più pasta al dente
di Alessandra Concas

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Se nel 2050 la pasta sarà scotta, la colpa dovrà essere attribuita al buco dell'ozono, e per la precisione, alla crescente concentrazione di anidride carbonica, stimata in aumento del 30 – 40% nei prossimi quaranta anni.

Lo affermano le cronache ambientali riportate da alcune agenzie di stampa, e se la notizia dovesse avere fondamento, non sarebbe molto buona, soprattutto per gli italiani, popolo notoriamente amante della pasta al dente.

Il motivo andrebbe ricercato proprio nell'incremento di anidride carbonica che risulta un fertilizzante per le piante, e tra queste il grano.
Con gli attuali tassi di inquinamento, avremo raccolti di grano più ricchi, anche del 20%, però il frumento conterrà meno proteine, fattore determinante per la tenuta della pasta in cottura.

Sarebbe emerso da una sperimentazione svolta nel 2012 e 2013 presso il Centro di Ricerca per la genomica del Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) di Fiorenzuola d'Arda, in provincia di Piacenza, sul sistema Face (Free Air CO2 Enrichment - Arricchimento dell'aria aperta con CO2), in collaborazione con l'Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze.

Nell'ambito del “Progetto Ager”, è stato verificato in particolare, il comportamento di 12 varietà di frumento duro, cresciute in condizioni di campo in un'atmosfera contenente circa 570 ppm di Co2, che sarebbe la concentrazione che ci si aspetta nel 2050.

Secondo gli studiosi, risulterebbe un ''aumento di biomassa vegetale e di produzione, ma con minore contenuto proteico. Se si volesse mantenere la pasta al dente, sostengono, servirà o una riduzione delle emissioni o un molto lungo lavoro di miglioramento genetico.

14/10/2014