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Il clima modifica le stagioni e con esse vegetazione e raccolti

di Alessandra Concas

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Le cronache, soprattutto quelle che si occupano del clima, in questi giorni riportano diverse notizie relative ai cambiamenti climatici stagionali, prevedendo un progressivo innalzamento delle temperature rispetto alle medie stagionali.

Un inverno con temperature al di sopra delle medie stagionali, in particolare nel Mediterraneo e almeno sino a febbraio 2014. Sono  questi i modelli di previsione a grande scala per l'Europa che arrivano da “Iri”, acronimo di International Research Institute for Climate and Society della Columbia University, dal Centro europeo di previsione meteo e dal Met, l' ufficio inglese per la meteorologia.
In riferimento all’Italia, la stagione sarà meno fredda del solito specie sul versante adriatico.

Le temperature, secondo i meteorologi saranno più alte nel Sud Europa, in particolare in Grecia e in Albania, mentre in Italia si parla di uno o due gradi al di sopra della media. Un'estate più calda, sostengono gli esperti, fa sì che in autunno i mari siano più caldi: il mare mantiene le temperature per un periodo più lungo e questo favorisce anche fenomeni meteo estremi.

Uno degli effetti del riscaldamento climatico, rappresentato dall’aumento della temperatura del mare Mediterraneo, è all'origine dell'immigrazione di specie vegetali e animali sinora non presenti nell'Adriatico e nel Tirreno.

Queste variazioni climatiche producono effetti anche sui raccolti. A livello globale, c'è una tendenza ad anticiparli, perché la maturazione avviene prima, come accaduto per esempio per l'uva, mentre alcune specie tendono a scomparire, soprattutto quelle tipiche delle zone montane. La vegetazione è abituata a una determinata temperatura, se questa si innalza può far sì che prodotti naturali scompaiano o crescano esclusivamente a quota più elevata.

Un’altra conseguenza del riscaldamento globale è che si ha sempre meno neve, lo conferma il fatto che negli ultimi venti anni le precipitazioni nevose sono diminuite di quasi il 20%. Inverni strani come quello di due anni fa non rappresentano eccezioni, anche se ci possono essere fenomeni generati dallo scioglimento dei ghiacci del Polo Nord. La scorsa primavera, particolarmente piovosa e fredda, da alcuni è stata attribuita allo scioglimento dei ghiacci, a conferma che si sa ancora poco su questi meccanismi.

Una visione di insieme dei modelli di previsione per i prossimi mesi è disponibile sul sito dell'Iri della Columbia University http://iri.columbia.edu/climate/forecast/net_asmt/.



05/11/2013