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Il fenomeno delle alluvioni in Italia dalle origini ai nostri giorni

di Alessandra Concas

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Sono passate poco più di due settimane dalla disastrosa alluvione che ha colpito la Sardegna e già si riparla del fenomeno nelle zone del centro – sud della Penisola.

Il maltempo si sta abbattendo ancora una volta sull’Italia, con nubifragi, forte vento, mari in burrasca e freddo, causando vari danni e vittime nelle regioni Abbruzzo e Calabria.

In relazione al ripetersi di questi eventi climatici che stanno mettendo in ginocchio il nostro Paese, abbiamo pensato di andare a ricercarne le origini e la loro cronologia in riferimento all’Italia.
Le cronache specializzate, riportano che circa il 70% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico, con 1700 a rischio frane, 1285 a rischio alluvione. Le aree a rischio elevato e molto elevato di alluvione sono diverse migliaia e coprono il 2,6 % della superficie nazionale.

La maggior parte delle alluvioni sono concentrate tra i mesi di settembre, ottobre e novembre, per la maggiore frequenza, in questi mesi, di umidi e piovosi venti di scirocco: costituiscono una prova le alluvioni che nel corso di diversi anni si sono verificate in Italia, delle quali più della metà avvenute proprio nella stagione autunnale.

Il dissesto idrogeologico è la classica goccia che fa traboccare il vaso. In Italia negli ultimi 15 anni, soprattutto in autunno, si è verificato un aumento delle piogge torrenziali, cioè eccezionali quantità di pioggia caduta in poche ore dette in gergo anche 'bombe d'aqua', e sono dovute ai venti di scirocco carichi di umidità molto più che nel passato, i quali scorrendo su un mare più caldo assorbono una quantità maggiore di vapore, che si aggiunge a quella già elevata di quella che avevano una volta.

Questa modificazione climatica, insieme al dissesto idrogeologico che caratterizza il nostro Paese, favorisce l’aumento delle alluvioni autunnali. Il clima di un luogo è un cocktail di temperatura, umidità, piogge, vento e luce solare: quando è ben dosato, l’uomo assapora il massimo confort psico fisico. Così dovrebbe essere per coloro che, come noi, hanno la fortuna di vivere sulle sponde del Mediterraneo, un bacino che da sempre possiede il clima più delizioso del mondo, e per questo viene definito la culla delle grandi civiltà.

In tempi recenti, invece, anche sulle sponde del Mediterraneo il clima non sembra essere più amico dell’uomo, specie in questi anni, dove il riscaldamento inarrestabile del pianeta ha favorito un’esplosione di fenomeni meteorologici violenti, come uragani, tornado, nubifragi, alluvioni, tempeste di vento, ondate di caldo. 

La domanda che ci si pone è se sapremo convivere con questo clima più violento. Secondo gli esperti l’adattamento ci sarà: sia perché  il ripetersi ormai abituale di condizioni climatiche avverse, ci sta portando a considerare come “normali” e non più”eccezionali” questi fenomeni sia perché l’uomo  dovrà,  per cause non dipendenti dalla sua volontà raddoppiare  gli sforzi, non esclusivamente per prevedere meglio gli eventi violenti, ma  anche per  mettere finalmente in atto, possibilmente con i fatti e non a parole, azioni  decise e inderogabili di difesa e manutenzione del territorio, al fine di ridurre al minimo i danni a cose e persone.


03/12/2013