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Il muro eretto dai francesi sulle Alpi per bloccare un lupo di peluche

Il muro eretto dai francesi sulle Alpi per bloccare un lupo di peluche
di Gianluca Felicetti

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“Martedì 27 settembre 2016, la Roma scende in campo al Parco dei Principi contro il Paris Saint Germain per il primo turno della Champions League di calcio. 45mila spettatori… ma cosa succede…. la maglia… i giallorossi hanno oscurato il loro simbolo, la lupa…”. E’ una telecronaca futuribile, questa, mentre è vero che gli allevatori delle Alpi francesi hanno ottenuto dalla Gazzetta dello Sport, organizzatori del Giro ciclistico d’Italial’autocensura: le due prossime tappe, che andranno oltralpe, non potranno essere accompagnate dalla mascotte Wwf Wolfie.

La motivazione del simbolico, e accettato, muro? I lupi mangiano le pecore.

Ma a differenza della Francia, dove da anni, e inutilmente oltre che crudelmente, sparano ai lupi, cosa succede da noi dove Wolfie ha potuto esibirsi liberamente fino ad oggi?

Il Ministro dell’Ambiente Galletti vuole evidentemente essere ricordato come il Ministro che avrà fatto cadere, dopo 45 anni, la protezione di questa specie che rimane nella lista di quelle in pericolo di esistenza. Sì perché da mesi proprio il Ministero dell’Ambiente, non quello degli allevatori, le Politiche Agricole, sta proponendo di riaprire la caccia a questi animali, per una “quota” di una settantina l’anno, più un numero imprecisato di  ibridi lupo-cane, e vuole anche far riaprire le soppressioni dei randagi, vietate dal 1991, come ancora attesta l’ultima bozza di Piano di “conservazione” del lupo, redatta senza aver ancora mantenuto la promessa di ascoltare le associazioni ambientaliste e animaliste e i loro esperti.

A proposito poi di favole, la caccia legale non fa diminuire il bracconaggio. Lo attesta un autorevole recente studio. Eppure non su dati scientifici ma su scelte emotive “facciamogliene uccidere qualcuno così si calmano” si basa la strada che sta per intraprendere il Governo. Sulla quale però si sono messe di traverso alcune Regioni, dalle Marche al Lazio, all’Abruzzo, che con il lupo ci convivono proteggendo meglio tutti sul campo, dagli animali agli umani, aiutando nella prevenzione e rimborsando prontamente i danni.

Una politica costruttiva, inclusiva, non distruttiva.



24/05/2016