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Il petrolchimico che avvelena. Il caso della provincia di Siracusa

Il petrolchimico che avvelena Il caso della provincia di Siracusa
di La nuova ecologia

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Nel vasto territorio interessato dalla presenza del quadrilatero industriale di Augusta- Priolo-Melilli-Siracusa, l’aria puzzolente e inquinata non è certo una novità. Anzi, oltre che all’interno degli stabilimenti è una costante in alcune zone dei centri abitati. Ma le molestie olfattive negli ultimi mesi si sono fatte decisamente insopportabili per i già tartassati cittadini del comune di Priolo. Un’escalation di miasmi che spesso raggiungono le altre località vicine, causando fastidi, disagi e proteste tra i residenti, compresi quelli della zona nord di Siracusa. A settembre il circolo Legambiente l’Anatroccolo ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Siracusa, all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente e ad altri organi istituzionali facendosi portavoce dei cittadini di Priolo esasperati dai sempre più frequenti e intensi cattivi odori. “Ancora una volta – si legge nell’esposto – ventate nauseabonde e irritanti di imprecisate sostanze sono state avvertite, ma dalla rete di rilevamento e dagli organi istituzionali non arriva nessuna risposta in tempo reale (…) Cosa dobbiamo aspettare, che a decine si rechino al pronto soccorso per intossicazione?”. 

PICCHI DI VELENI 

'Legambiente da tanti anni denuncia queste situazioni – ricorda Pippo Giaquinta, il presidente del circolo – Chiediamo per l’ennesima volta un presidio permanente 24 ore su 24 con sede a Priolo, in costante collegamento e coordinamento con i centri di monitoraggio ambientale, che informi la cittadinanza sulla qualità dell’aria, allertandola nei momenti gravi. Chiediamo inoltre che nei casi di superamenti frequenti delle soglie di inquinanti, anche di una sola sostanza quali gli idrocarburi, venga attivato il codice di autoregolamentazione delle emissioni, con una riduzione drastica delle produzioni e, di conseguenza, delle stesse emissioni'. In seguito all’esposto, e a ulteriori segnalazioni e lamentele di residenti nei comuni limitrofi all’area industriale, l’ingegnere Domenico Morello, responsabile della rete di monitoraggio della Provincia di Siracusa, e il dottor Gaetano Valastro, direttore della struttura territoriale dell’Arpa Sicilia, hanno fornito una relazione congiunta con annessi dati sull’accaduto.

Nel periodo preso in esame – la prima decade di settembre, con picchi nei giorni 5 e 6 – principalmente a Priolo, Siracusa e Melilli sono state rilevate concentrazioni significative di benzene, idrocarburi non metanici e composti solforati quali propilmercaptano, isobutilmercaptano e tiofene. La relazione sottolinea che si tratta di sostanze che si riscontrano nelle materie prime impiegate nella raffinazione del greggio e nel trattamento delle acque reflue oleose degli impianti industriali. Ma, come ricordano i tecnici dell’Arpa e della rete di monitoraggio provinciale, il codice di autoregolamentazione della Regione Sicilia al momento non prevede nessun intervento nei casi di superamento degli idrocarburi non metanici, e i composti solforati a tutt’oggi non sono normati. Una grave anomalia di recente affrontata dalla commissione Ambiente e Territorio della Regione Sicilia durante una riunione nella quale la ricercatrice siracusana Mara Nicotra ha proposto un decreto ad hoc per mettere un limite a tutti gli inquinanti di origine petrolchimica, compresi quelli non normati dall’attuale decreto sulla qualità dell’aria (155/2010). Si propone contestualmente di inserire dei dispositivi di portata sia nelle torce sia nei camini degli impianti, da far controllare direttamente all’Arpa attraverso un sistema di telerilevamento, eliminando così l’autocontrollo aziendale. 

 

BONIFICHE AL PALO

 

'Occorre modificare il decreto per la qualità dell’aria anche nella parte riguardante l’inserimento della media oraria giornaliera del benzene perché adesso – spiega la ricercatrice Mara Nicotra – è considerato di fatto solo il rilevamento degli inquinanti urbani, e non. Invece a Priolo, a Melilli e nella zona di Scala Greca a Siracusa si sono verificati giorni in cui abbiamo respirato ben 500 microgrammi di benzene in una sola ora'. L’assessore regionale all’Ambiente Mariella Lo Bello ha accettato la proposta della dottoressa Nicotra, che su incarico del presidente della commissione Ambiente Giampiero Trizzino è stata delegata assieme al consulente della Regione Gioachino Genchi a preparare un disegno di legge da sottoporre al parlamento siciliano. Nel frattempo dopo l’esposto di Legambiente la procura della Repubblica ha intensificato i controlli nel polo industriale alla ricerca di qualsiasi violazione ambientale. L’inchiesta ha scoperto terreni contaminati da idrocarburi per colpa del cattivo funzionamento del sistema delle fogne oleose di alcuni stabilimenti. Le aree, diversi ettari, ricadono all’interno di impianti delle raffinerie Isab, che dalla Erg dei petrolieri liguri Garrone sono passate di mano al 100% al colosso russo Lukoil.

Inquinamento dell’aria, di suolo e sottosuolo, di falde acquifere, del mare, danni alla salute dei lavoratori e delle popolazioni, all’agricoltura. Il solito triste elenco che si ripete da decenni. Con la beffa delle bonifiche statali e regionali finora mai avviate veramente, come d’altronde nel resto d’Italia.



13/11/2013