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Paradise Broken: crimini ambientali fra Albania e Sardegna

Storie di crimini contro l’ambiente in un’indagine giornalistica con fotografie di Riccardo Venturi e video reportage e testi di Lorenzo Colantoni

di Stefania Elena Carnemolla

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Ci sono luoghi che un tempo erano un paradiso, fino a quando non sono stati sfregiati, per avidità, dall’uomo. Paradisi martoriati, danneggiati da attività locali spesso “trascurate” dalla comunità internazionale e, a cascata, dall’opinione pubblica. Minacce emergenti che vanno ad aggiungersi ad altri crimini ambientali come lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, disboscamento illegale e il commercio, anche questo illegale, di flora, fauna e sostanze chimiche inquinanti controllate.

Paradise Broken: un’indagine contro i crimini ambientali 

Di questo parla Paradise Broken, indagine giornalistica su storie di crimini ambientali in Sardegna e Albania con fotografie di Riccardo Venturi, vincitore di svariati premi fra cui il prestigioso World Press Photo, e video reportage e testi di Lorenzo Colantoni, ricercatore dell’ Istituto Affari Internazionali con interessi anche in ambito giornalistico. Il progetto è frutto della collaborazione fra l’ Associazione Akronos e l’Istituto Affari Internazionali.

Fino al 12 marzo, con inaugurazione il 26 febbraio, Paradise Broken sarà ospitata alla Farnesina, nelle sale della Direzione Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, a Roma. La mostra si compone di 12 fotografie di grande formato (70x100) e di un video in due capitoli: Sardinia: To work or die, Sardegna lavorare o morire, e Albania, the curse of development, Albania, la maledizione dello sviluppo. 

L’evento è stato pensato per “integrare e arricchire”, con già allora esposizione degli scatti e del video reportage, il dibattito svoltosi durante la tavola rotonda Addressing Transnational Environmental Crime: a Multilevel Approach organizzata il 6 dicembre 2018, a Milano, dall’Istituto Affari Internazionali in occasione del 25° Consiglio dei Ministri dell’ OSCE, l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa: “La mostra” spiegano gli organizzatori “intende contribuire al dibattito illustrando come i reati ambientali possano apparire nella vita reale e quanto profondamente possano mettere in pericolo (se non in modo permanente) l’ambiente, il paesaggio e la vita delle comunità che ne sono interessate. Le storie trovate sul campo sono state selezionate per mostrare come la portata dei reati ambientali si sia ampliata negli ultimi anni, ma anche per sottolineare come luoghi così lontani e diversificati possano esserne ugualmente colpiti”.

Ricordando al tempo stesso: “Le coste incontaminate della Sardegna e le foreste primordiali dell’Albania sono più simili di quanto si possa immaginare: entrambe sono minacciate da crimini commessi dall’uomo contro l’ambiente. Sardegna e Albania sono, in un certo senso, broken paradise: terre di straordinaria bellezza ferite dalle mani dell’uomo”.

Sardegna, inquinamento a Portoscuso

La Sardegna di Paradise Broken non è quella del “mare smeraldino” e con le spiagge “tra le più belle del Mediterraneo”. È l’isola di “grande bellezza naturale” e di antiche tradizioni sfregiata dagli scandali dell’industria metallurgica, come quello dell’area industriale di Portoscuso, in provincia di Carbonia-Iglesias, in riva al mare, e dove spia della contaminazione sono i fanghi rossi, segno della “presenza di detriti provenienti dalla raffinazione dell’alluminio”, e la “concentrazione allarmante” di zinco, piombo, mercurio e altre sostanze nelle falde acquifere e nel suolo: “Ad esempio” denunciano gli autori di Paradise Broken “nelle falde acquifere la quantità di cadmio, fonte comune di carcinoma polmonare, è 30 mila volte superiore alla soglia di sicurezza stabilita dalla legge. Qui, agricoltori e pastori, uno dei quali abbiamo intervistato (insieme a due attivisti), non possono piantare semi, coltivare alberi o pascolare bestiame: il livello di contaminazione del suolo ha costretto il sindaco a vietare il consumo di vino, olio, ortaggi e latticini locali. La magistratura ha aperto un’indagine sulla base di un disastro ambientale”.

Sardegna, lo scandalo della miniera d’oro di Furtei

Sardegna, cambio scenario: siamo a Furtei, nella provincia del Medio Campidano, funestata dalla vicenda di una miniera d’oro, abbandonata dopo promesse di ricchezza e sviluppo. È la storia della Sardinia Gold Mining, con i tre top manager, quindi raggiunti da una richiesta di rinvio a giudizio, che, sfumato l’affare, avevano abbandonato la zona senza preoccuparsi di decontaminarla dopo la chiusura della miniera: “Questo” denunciano gli autori di Paradise Broken “è perfettamente illustrato da un lago artificiale dove venivano depositati i detriti dell’estrazione, ora pieni di metalli tossici e corrosivi, in particolare il cianuro. La miniera stessa non è stata messa in sicurezza e di conseguenza i pozzi di estrazione sono stati esposti ad eventi atmosferici che hanno avvelenato la falda acquifera. Solo l’ultimo di una lunga lista di crimini contro l’ambiente che minacciano seriamente la bellezza naturale della Sardegna e la sicurezza dei suoi abitanti”.

Della bonifica della miniera s’è dovuta incaricare la Regione Sardegna, mentre altri fuggivano dopo aver avvelenato la zona per un pugno d’oro.

Albania, la brutta eredità del regime comunista

In Albania il rispetto dell’ambiente era un concetto estraneo anche ai tempi della Repubblica Socialista Popolare. Caduto il regime comunista, la piaga s’è estesa: “Il paesaggio primordiale dell’Albania” denunciano gli autori di Paradise Broken “fatto di foreste, montagne e fiumi, continua ad essere minacciato mentre il paese continua a rimanere su un percorso di sviluppo piuttosto insostenibile. Le montagne sono state sfregiate alla ricerca di petrolio e metalli come il cromo e il ferro, il suolo è stato contaminato dalla degenerazione di discariche illegali e i fiumi sono stati erosi a causa della brama di materiali da costruzione”.

Albania, i pozzi petroliferi di Kuçovë 

Kuçovë, un luogo spettrale, con i pozzi di petrolio, molti degli anni ‘60, “nel centro della città” e le coltivazioni “irrigate da canali di acqua nera”, con l’aria tutt’intorno “estremamente inquinata” che “profuma di gas e petrolio greggio”. I suoi pozzi petroliferi, che fanno parte del “più grande giacimento petrolifero onshore in Albania e uno dei più grandi in Europa”, furono acquisiti nel 2008 dalla compagnia canadese Bankers Petroleum, nel 2016 passata alla cinese Geo-Jade Petroleum, con la prima, ricordano gli autori del documentario, condannata dal governo albanese per “evasione fiscale” e indagata per “eruzioni legate alle esplorazioni di scisto in un villaggio vicino”.

Albania, il cromo e il ferrocromo che hanno ucciso Bulqiza ed Elbasan

In Albania il degrado industriale non è solo dovuto al comparto petrolifero. Sul banco degli imputati ci sono, infatti, anche l’estrazione e la raffinazione del cromo. “A Bulqiza” denunciano gli autori di Paradise Broken “dove si trova uno dei più grandi campi di cromo del mondo, l’accumulo di scorte di cromo e rifiuti sterili, spesso riutilizzati per estrarre il metallo prezioso (a volte illegalmente), è alla base dei livelli di concentrazione tossica del cromo sia nel suolo che nell’acqua”.

Un problema che non ha risparmiato l’area industriale di Elbasan, “città già povera e inquinata”, dove sono stati registrati smaltimenti illegali “in canali o discariche a cielo aperto dei detriti di una raffineria di ferrocromo inaugurata negli anni Ottanta”.

Albania, la discarica illegale vicino al lago Zagraçe

Quella delle discariche illegali è una piaga irrisolta dell’Albania dopo la caduta del regime comunista: “Chiusi a Berat” concludono gli autori di Paradise Broken “i rottami e i detriti della raffinazione della pietra giacevano sulle rive di un fiume, mentre i fumi della combustione dei rifiuti contaminavano l’aria di un’altra discarica illegale nei pressi del lago Zagraçe”, di fronte “al villaggio di Halil e, un po’ più lontano, alla storica città di Krujë, una delle più famose destinazioni turistiche dell’Albania”.

Storie anche queste di un paradiso naturale spezzato, danneggiato, in poche parole broken.

 

Abbiamo parlato di:

Paradise Broken Trailer

Riccardo Venturi Twitter

Lorenzo Colantoni Scheda IAI

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Associazione Akronos Twitter Facebook Instagram LinkedIn

Paradise Broken alla Farnesina Locandina inaugurazione

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Website Twitter Facebook Instagram

Sardinia: To work or die Video

Albania, the curse of development Video

Addressing Transnational Environmental Crime: a Multilevel Approach Scheda evento

OSCE- Organization for Security and Co-operation in Europe Website Twitter Facebook Instagram Flickr

 

18/02/2019