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PEF: la bioplastica dagli amidi delle piante che manderà in pensione il PET

PEF la bioplastica dagli amidi delle piante che manderà in pensione il PET
di Stefania Elena Carnemolla

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C’era una volta il PET, il polietilene tereftalato, il quarto polimero più utilizzato al mondo, dove sono in PET, ad esempio, bottiglie, pellicole, tubi, contenitori, etichette. Pratico e versatile, il PET è, tuttavia, un derivato del petrolio. Per diverso tempo i ricercatori hanno pertanto pensato a un suo sostituto vegetale, una “plastica verde”, a differenza del PET, facile da smaltire.

L’olandese Gert-Jan Gruter, che ha un dottorato in Chimica Organometallica alla Vrije Universiteit, ha il pallino delle bioplastiche. Chimico simbolo della Avantium di Amsterdam, ha trovato una “alternativa ecologica” al PET: il PEF o polietilene furanoato, un polimero vegetale e, quindi, da materie prime rinnovabili. “Per uscire dalle fonti fossili e usare plastiche sostenibili” aveva detto “dobbiamo partire dalle biomasse, ma per questo occorrono nuovi materiali”.

Il PEF, una bioplastica completamente riciclabile con un ciclo di vita che riduce del 70% le emissioni di CO2, è stata ottenuta dagli amidi delle piante secondo un processo che la Avantium ha chiamato YXY, facendo “reagire per via catalitica” un acido bicarbossilico furanico ricavato da carboidrati con bio-etilenglicole estratti da biomasse come canna da zucchero, cereali e residui agricoli. Dal riciclo di bottiglie in PEF, nel 2013, sono state, ad esempio, ricavate 100 t-shirt, mentre nel 2015, in occasione di Expo, bottiglie in PEF su tecnologia Avantium, con campioni prodotti da Alpla, azienda austriaca di packaging, sono state esposte alla Triennale di Milano nella cornice di Energy for Life: Austrian Innovation and Creativity for a Better World, organizzata dal governo austriaco.

Grazie alla sua “plastica verde”, Gert-Jan Gruter, che vanta al riguardo diversi brevetti, è tra i finalisti dello European Inventor Award promosso dallo European Patent Office e i cui vincitori verranno annunciati il 15 giugno a Venezia. “Da tempo la ricerca si pone l’obiettivo di creare materiali plastici basati su amidi, gli zuccheri presenti nelle piante, ma Gert-Jan Gruter ha sviluppato un nuovo metodo economicamente fattibile anche su scala commerciale” ha commentato Benoît Battistelli, presidente dello European Patent Office, presentando i finalisti dell’edizione 2017. “La sua invenzione è un importante passo avanti nella riduzione dell’impatto ambientale delle plastiche e dimostra che attraverso l’innovazione possiamo affrontare con successo alcune delle sfide più importanti”.

Quella di Gert-Jan Gruter è, inoltre, rispetto al PET una “alternativa verde” con prestazioni migliori. Se il PET è flessibile, leggero e robusto, il “suo concorrente vegetale PEF” spiegano gli organizzatori del premio “offre tutti questi vantaggi”, ma, rispetto al PET, ha una “rigidità maggiore”, ciò che consente di “usare meno materiale e ridurre i costi di produzione”. Non solo, il PEF è anche “più robusto e blocca il passaggio di ossigeno dieci volte meglio del PET”: il contenuto delle bottiglie in PEF rimane pertanto “fresco più a lungo”, con l’anidride carbonica presente nelle “bottiglie gassate” che “traspira cinque volte di più nel PET che nel PEF”, a differenza che in quelle in PEF, dove “si sgasano molto più lentamente”.

 

Abbiamo parlato di:

Gert Ian Gruter Scheda

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12/05/2017